«L’estate difficile dei disabili»
Siamo nel pieno dell’estate calda e afosa alla ricerca costante di un refrigerio che possa far superare l’intensità della calura giornaliera e in spasmodica attesa che arrivi una mitigazione climatic…

Siamo nel pieno dell’estate calda e afosa alla ricerca costante di un refrigerio che possa far superare l’intensità della calura giornaliera e in spasmodica attesa che arrivi una mitigazione climatica che ci faccia vivere il periodo di solleone in maniera meno sofferta di quanto la stiamo vivendo.
Il mio pensiero in questi giorni è andato verso chi più di noi soffre oltre al clima la sofferenza di non essere autosufficiente e di non poter cosi auto proteggersi o trovare ristoro dalle forti temperature di queste giornate.
Proprio su di loro e sulla costante nostra incapacità di rispondere ai loro bisogni che vorrei soffermarmi brevemente e su quanto tutti noi risultiamo costantemente inadempienti.
Lo dico da cittadino e lo dico perché in famiglia vivo qualche piccolo disagio di questo tipo.
Basta difatti, che un ascensore non funzioni perché la vita di un non autosufficiente sia resa più complicata di quanto essa possa essere già.
Su tali tematiche si sta finalmente spendendo tanto, quanto meno in termini di buone intenzioni e di risorse. Abbiamo finalmente da qualche tempo un Ministero preposto alla Disabilità, ed il Governo ha recentemente implementato le risorse di alcuni fondi indirizzati alla assistenza del disabile e dell’anziano. Su tutte, il fondo per la non autosufficienza già attivo dal 2006, da finalizzare oltre che all’ assistenza diretta della persona, a forme di sostegno aggiuntive di carattere riabilitativo e curativo. Risultano invece meno prevalenti e più carenti, le risorse di bilancio per le opportunità di natura strutturale e di adeguamento della cosiddetta mobilità sostenibile, intese a favorire l’accesso dei non autosufficienti ad alcuni servizi, ai quali ancora oggi, dopo anni di sollecitazioni e di battaglie civili, ne sono impossibilitati per incapacità delle strutture preposte ad intervenire.
In particolare si vuole porre attenzione e sensibilizzare in questa fase le comunità alla inaccessibilità degli anziani e dei disabili verso le spiagge e verso il mare.
Abbiamo ben 800 chilometri di costa nella nostra Regione ma, l’accesso a lidi o spiagge libere di soggetti fragili, risulta scarsamente presente per carenze di adeguamenti alla fruizione, a volte resa difficoltosa dalla sola mancata pulizia delle stesse. A tale impossibilità di accesso si aggiungono, le misure anticovid, comunque vigenti e così, si assiste spesso, a calche o assembramenti di persone su lingue di spiaggia ed a pochi accessi su spazi disponibili ma poco fruibili, per carenza di piccoli interventi, negando cosi la possibilità per un non autosufficiente di poter accedere ad uno spazio pubblico e più vicino al luogo di residenza.
Ebbene siamo nel pieno di questa stagione ma, nessun Comune se non pochissimi, si è posto il problema di come intervenire su tali servizi e credo che anche questa stagione da questo punto di vista sarà un fallimento.
Sarebbe utile e necessario per risolvere il problema che, chi gestisce una comunità piccola o grande che sia, quanto meno si ponesse il problema con anticipo e programmasse azioni conseguenti soprattutto se amministrazioni ricadenti sulle coste della nostra Regione.
Su come porsi il problema, spesso non è un compito primordiale di chi governa. Si deve essere fortunati ad avere sindaci e comunità che hanno nel loro Dna, sensibilità, verso tale problematica o che vivano il problema della non autosufficienza in maniera più o meno diretta per renderlo pratica di intervento.
Su come fare, ritengo sia facile intraprendere qualche percorso sui numerosi fondi disponibili anche in tale filiera.
Nel 2000/2006 nella programmazione comunitaria le direttive davano già da allora, qualche opportunità da intraprendere nel favorire accessibilità per non autosufficienti, in luoghi fino ad allora impensabili. Bene, perché non rimodulare qualche fondo residuale per riuscire a sostenere le amministrazioni territoriali in questo?
Allora, (fino al 2006 ed oltre) pochissimi Comuni parteciparono alla opportunità tra le altre allora offerte per rendere accessibili spazi di comunità ai disabili. Solo, su un territorio del crotonese, e su sollecitazione di un privato cittadino, si riuscì a mettere in campo una accessibilità turistica ad un luogo marino che ho saputo di recente essere finalmente completa e funzionante.
Bene, ma ben vengano di altri e molti altri, basta semplicemente credere nella variegata ed enorme possibilità che offre il nostro territorio marino.
Il fondo sulla non autosufficienza risulta un’altra opportunità di finanziamento che i Comuni anche in regime concertato possono intraprendere.
Gli ultimi, ma spero non ultimi decreti, sulla disabilità implementati di disponibilità finanziaria, risultano contenere risorse da finalizzare alla mobilità ed alla facilitazione degli accessi, nei luoghi di frequentazione pubblica e nelle case attraverso adeguamenti che favoriscono l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Ora, riuscire a crearle non risulta cosi difficile, basta non vivere l’impegno di comunità in maniera agiata, non diventare come gli altri ma, vivere il futuro in modo più umanamente possibile rispetto a come si è vissuto fino ad oggi.
Solo così si possono vincere le battaglie civili e vivere meglio la comunità conformandola e farla vivere anche ai soggetti che vivono problemi di quotidianità.
*già dirigente Regione Calabria