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Reti “tempo-dipendenti”, luci ma anche parecchie ombre nell’attuazione in Calabria

Agenas evidenzia punti di forza e di debolezza di questo fondamentale tassello del sistema sanitario. Le carenze riguardano personale e finanziamenti

Pubblicato il: 23/08/2021 – 7:18
Reti “tempo-dipendenti”, luci ma anche parecchie ombre nell’attuazione in Calabria

CATANZARO Luci e ombre, forse più le seconde delle prime. L’attuazione delle “reti tempo-dipendenti” in Calabria va sicuramente ancora implementata: è quanto emerge da un’indagine nazionale condotta dall’Agenas (Agenzia per i servizi sanitari regionali), in un periodo compreso tra il 15 settembre 2020 e il 18 gennaio 2021. L’obiettivo delle reti “tempo dipendenti, che sono un misuratore dell’equità, qualità, sicurezza ed appropriatezza nell’accesso alle cure, è di quello fornire il prima possibile al paziente l’intervento più adeguato per la sua patologia, pertanto, la mancata adozione delle reti aumenta il rischio clinico collegato al differimento nel tempo del trattamento specialistico necessario al paziente. Nel complesso le tipologie di reti “tempo dipendenti” sono la rete cardiologica per l’emergenza, la rete trauma, la rete ictus e la rete neonatologica. Per quanto emerge dalla valutazione dell’Agenas, in Calabria la situazione presenta punti di forza, a partire dalla formalizzazione di tutte le reti, ma anche molti punti di debolezza, tra questi ultimi soprattutto la dotazione di persona, non adeguata ai parametri standard nazionali, e la mancanza di finanziamenti ad hoc. Un dato relativo alla Calabria rimarcato dall’Agenzia, tuttavia, è la parzialità delle informazioni trasmesse all’Agenas.

Rete cardiologica per l’emergenza

Secondo Agenas in Calabria «la Rete è stata formalizzata con la decreto commissariale 64/2016 ed è stata definita la gerarchia decisionale ed operativa della governance regionale rispetto alle articolazioni operative aziendali. Il Piano di Rete è stato redatto e approvato. La Rete è aderente ai requisiti del Dm/70 ed è stato formalizzato il modello organizzativo di riferimento. La definizione della rete è supportata dal quadro epidemiologico e dall’analisi dei fabbisogni». Tuttavia – scrive l’Agenzia – «la dotazione organica del personale di tutti i nodi della Rete non è coerente con i parametri/standard fissati a livello nazionale. La Regione non ha formalizzato un finanziamento ad hoc con relative modalità di tracciabilità. Il Piano di Rete non prevede lo sviluppo di programmi di formazione di livello regionale sviluppati in modalità integrata per gli operatori della rete che comprendano lo sviluppo e il potenziamento delle competenze ed abilità di organizzazione e gestione. Non è documentata la partecipazione a sistemi di monitoraggio nazionale delle reti». In relazione alla pandemia Covid 19 – sostiene Agenas – «la Regione Calabria ha definito il Piano per la gestione dei pazienti con patologie tempo-dipendenti durante la fase epidemica e post-epidemica (Dca 91/2020 e Dca 103/2020)».

Rete trauma

Anche qui per Agenas aspetti positivi e negativi. «La Rete – si legge nel report – è stata formalizzata (Dca 82/2017) ed è stata definita la gerarchia decisionale ed operativa della governance regionale rispetto alle articolazioni operative aziendali. La Rete è aderente ai requisiti del Dm/70 ed è stato formalizzato il modello organizzativo di riferimento. La definizione della rete è supportata dal quadro epidemiologico e dall’analisi dei fabbisogni. È stata definita la dotazione tecnologica della Rete. Sono stati definiti e applicati i criteri per la presa in carico dei pazienti che accedono alla Rete. Tuttavia – specifica Agenas – «il Piano di Rete è stato in parte redatto. È stato individuato in parte il sistema informativo di livello regionale finalizzato agli aspetti programmatori e di monitoraggio. La dotazione organica del personale di tutti i nodi della Rete non è coerente con i parametri/standard fissati a livello nazionale. Le strutture coinvolte nella Rete possiedono in parte i requisiti di autorizzazione e accreditamento istituzionale previsti dalla normativa nazionale/regionale (Trac). La Regione non ha formalizzato un finanziamento ad hoc con relative modalità di tracciabilità». Infine la Regione Calabria – rileva l’Agenzia – non ha definito il Piano per la gestione dei pazienti con patologie tempo-dipendenti durante la fase epidemica e post – epidemica».

Rete ictus

Per l’Agenzia anche questa rete «è stata formalizzata (Dca 64/2016 e Dca 214/2018) ed è stata definita la gerarchia decisionale ed operativa della governance regionale rispetto alle articolazioni operative aziendali. Il Piano di Rete è stato redatto ed approvato ed è stato formalizzato il modello organizzativo di riferimento. La Rete è aderente ai requisiti del Dm/70. La definizione della rete è supportata dal quadro epidemiologico e dall’analisi dei fabbisogni». Ma anche qui «la dotazione organica del personale di tutti i nodi della Rete non è coerente con i parametri/standard fissati a livello nazionale. La Regione non ha formalizzato un finanziamento ad hoc con relative modalità di tracciabilità» e la Regione Calabria «non ha definito il Piano per la gestione dei pazienti con patologie tempo-dipendenti durante la fase epidemica e post-epidemica».

Rete neonatologica e punti nascita

Luci e ombre anche qui. Agenas evidenzia che «la Rete è stata formalizzata (Dca 64/2016) ed è stata definita la gerarchia decisionale ed operativa della governance regionale rispetto alle articolazioni operative aziendali. Il Piano di Rete è stato redatto ed approvato ed è stato formalizzato il modello organizzativo di riferimento. La Rete è aderente ai requisiti del Dm/70. La definizione della rete è supportata dal quadro epidemiologico e dall’analisi dei fabbisogni». Ma ci sono anche punti di debolezza, specifica l’Agenzia: «Sono state in parte formalizzate e attuate le modalità di integrazione delle informazioni/comunicazioni sia di livello regionale che locale tra attività ospedaliere e attività territoriali sanitarie, socio-sanitarie. La dotazione organica del personale di tutti i nodi della Rete non è coerente con i parametri/standard fissati a livello nazionale. Le strutture coinvolte nella Rete possiedono in parte i requisiti di autorizzazione e accreditamento istituzionale previsti dalla normativa nazionale/regionale (Trac) La Regione non ha formalizzato un finanziamento ad hoc con relative modalità di tracciabilità».   

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