Parafrasando Nanni Moretti, mi si nota di più se vado a votare o se me ne resto a casa il prossimo 4 ottobre. E se vado per chi voto? Per Occhiuto, che forse vince? Lo conosco da tempo, abbiamo rapporti cordiali e ci stimiamo, ma il ticket con Nino Spirlì, l’incoronato imposto dall’impresentabile (politicamente s’intende) leader leghista Matteo Salvini (al qual suggeriamo di portarsi un deodorante quando scende al Sud perché si sa che i meridionali – lo abbiamo appreso da lui – puzzano) chiude ogni remota possibilità. Poi c’è Luigi de Magistris il sindaco di Napoli che vuole assumersi il compito di guidare quella Calabria persa e irredimibile (cito Corrado Augias) che però meriterebbe altro che un ex pubblico ministero, fresco di esperienza come magistrato a Catanzaro, e sindaco dal bilancio non proprio positivo a Napoli. Per de Magistris c’è l’endorsement di un gruppo di amici, di persone che stimiamo, di intellettuali orfani della sinistra, che ormai non vince più, ed è diventato perciò difficile starci. Non votare l’ex sindaco di Napoli significa, considerata l’autorevolezza dei sostenitori dell’ex Pm, porsi fuori dalla possibilità di appartenere alla categoria intellettuale? Pazienza: ci sono sempre gli operai, i contadini, i pastori, gli invisibili, che possono farci compagnia.
Sfogliando la margherita (il fiore, non l’ex movimento politico che pure era una cosa buona) arriviamo a Mario Oliverio da San Giovanni in Fiore, che in un rigurgito vetero marxista ricanta “l’Internazionale” e dichiara di voler riscattare il popolo di sinistra, tradito (anche da lui in cinque anni di Governo regionale) e smarrito tra destra e sinistra, che ormai sono uguali, e invece non dovrebbero: le ideologie non sono poltrone, posti di sottogoverno, trasversalismi per interessi indicibili.
Arriviamo ad Amalia Bruni, bella figura di scienziata, di donna intelligente e tosta, con l’handicap però di essere stata indicata, dopo altri tentativi di candidature, andate a vuoto, da dirigenti di partito mediocri, colonizzatori d’occasione, sfasciapartiti per vocazione, eredi di un patrimonio comune (movimenti cattolici e della sinistra) sperperato per mancanza di idee e abbondanza di confusione.
Ci sono ancora due settimane per decidere se andare a votare – come sarebbe giusto per rispetto della Costituzione e della democrazia – o se rimanere a casa, dato che a queste latitudini Costituzione e democrazia sono più o meno un optional.
*giornalista
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