COSENZA Il Tribunale di Catanzaro, oggi pomeriggio, ha emesso la sentenza al termine del processo celebrato con il rito abbreviato e relativo all’omicidio dell’imprenditore cosentino Santo Nigro. Francesco Cicero è stato condannato a 30 anni carcere, a Mario Pranno è stata riconosciuta la continuazione con gli omicidi del processo “Missing” per una pena di 3 anni e 4 mesi. Tra gli imputati figurano anche i collaboratori di giustizia Aldo Acri e Francesco Saverio Vitelli, ai quali è stata riconosciuta la continuazione con la sentenza emessa nei processi “Missing” e “Luce”. I pentiti sono stati condannati a due anni di carcere.
Santo Nigro venne ucciso (e suo figlio ferito a una gamba), la sera del 18 novembre 1981 all’interno di un negozio di sua proprietà. L’imprenditore cosentino, secondo le indagini del procuratore Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Capomolla e del sostituto Vito Valerio, fu ucciso dai vertici del clan Perna-Pranno, perché si sarebbe rifiutato di aderire alle reiterate richieste estorsive del gruppo ‘ndranghetista. La sua morte doveva servire al clan per riaffermare il proprio potere e costituire un monito per gli altri commercianti affinché non seguissero il suo esempio. Nel marzo del 2020, gli uomini della Sezione Operativa Dia di Catanzaro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, avevano arrestato: Mario Pranno e Francesco Cicero ritenuti gravemente indiziati di concorso nell’omicidio e «figure storiche di rilievo della criminalità organizzata cosentina» (LEGGI QUI).
Negli anni 80’, la città e la provincia di Cosenza erano piegate dalla guerra tra i clan Perna-Pranno e Pino-Sena. Diversi collaboratori di giustizia hanno fornito dettagli in merito all’omicidio dell’imprenditore Santo Nigro e le loro testimonianze sono state tutte concordanti sia sul movente che sui mandanti. Lo stesso Mario Pranno – sottolinea la Procura in una nota – si era assunto la paternità dell’omicidio nel corso del breve periodo della sua collaborazione con la giustizia, iniziata durante il maxi processo “Garden” e conclusa nel 2000 con la sua fuga da località protetta. All’epoca, Pranno era uno dei capi più violenti del suo clan. Francesco Cicero, avrebbe fatto da palo ai killer, come sostenuto da tutti i collaboratori di giustizia interpellati.
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