«La burocrazia del sistema da strumento a infrastruttura sociale»
«I moniti e le preoccupazioni, che arrivano da ogni dove sulle difficoltà progettuali e, soprattutto, esecutive – da chiunque e ovunque rilevate – relativamente alle opere realizzabili attraverso le…

«I moniti e le preoccupazioni, che arrivano da ogni dove sulle difficoltà progettuali e, soprattutto, esecutive – da chiunque e ovunque rilevate – relativamente alle opere realizzabili attraverso le risorse straordinarie europee del Recovery Plan, mettono in allarme il Paese. Ne è una prova tangibile la richiesta di aiuto urlata da alcuni commissari straordinari preposti alla realizzazione delle grandi opere preoccupati del mancato decollo delle rispettive procedure per assenza di completamento della mancata attuazione dei provvedimenti legislativi relativi (si veda NT+ Enti locali del 21 settembre). Ma anche (diciamo noi) per la rilevata inadeguatezza della burocrazia ad affrontare l’evento specifico che non assicura le conoscenze e la compattezza necessarie delle forze in campo. Prima fra tutte, la mancata attuazione del decreto Semplificazioni, ancora fermo al palo. La difficoltà è, del resto nota, di piena consapevolezza del Governo, tant’è che i singoli dicasteri hanno bandito – ma in zona Cesarini e dunque (molto) intempestivamente – i concorsi cosiddetti Ripam (Riqualificazione della Pubblica Amministrazione). Prove concorsuali, questa volta per titoli ed esami, protese a selezionare centinaia di unità di personale non dirigenziale a tempo determinato per ben (!) attuare il Pnrr L’esigenza pubblica di dovere attrezzare la governance per un evento che non registra eguali in Europa era ed è un dovere istituzionale ineludibile, invero trattato e programmato con notevole ritardo e con ricorso a procedure che dimostrano una evidente estemporaneità, tanto da portare a mente il vecchio detto che «la gatta frettolosa fa i figli ciechi». D’altronde, selezionare per il Mef, vero nucleo centrale dell’attuazione del Pnrr, cinquecento professionisti esperti in economia, diritto, informatica, statistica e matematica, ingegneria gestionale avrebbe richiesto una metodologia selettiva più accurata, garante di risultati ottimali anche attraverso il possesso di requisiti altamente meritocratici. La dimostrazione della inadeguatezza burocratica è peraltro cosa nota da tempo specie nell’affrontare l’utilizzo estremo dei finanziamenti europei, tant’è che sono numerosissimi gli enti territoriali a fare cilecca in relazione all’impiego e alla relativa rendicontazione dei Fondi ordinariamente messi a disposizione dall’Ue con la sua programmazione settennale. Una siffatta lezione di precarietà progettuale e operativo-gestionale avrebbe richiesto al decisore statale un maggiore tempismo e una migliore programmazione selettiva delle risorse professionali necessarie. Il tutto propizio all’avvio di una grande riforma strutturale del sistema della burocrazia pubblica. Una riforma che dovrebbe essere assistita da grandi investimenti mirati a generare una formazione adeguata alle esigenze amministrative che afferiranno all’impegno straordinario che si dovrà profondere nella programmazione e attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sia nelle istituzioni centrali che in quelle infrastatali. Un modo per trasformare la burocrazia del sistema – non solo territoriale – da strumento a «infrastruttura sociale», attesa la sua indispensabilità nel garantire alle rispettive comunità il buon fine degli investimenti. Questi, a medio e a lungo termine, generativi del migliore realizzo delle iniziative programmate, funzionali a cambiare il Paese per come preteso dall’Ue. Emerge l’esigenza di stabilizzare oltre la fase emergenziale un processo formativo di alta qualificazione volto a rigenerare gli apparati dell’amministrazione pubblica. Concludiamo con la mission che dovrà caratterizzare la burocrazia promossa a infrastruttura sociale. Sarà chiamata a rappresentare la struttura complementare rispetto a ogni un’altra rappresentativa del capitale fisso sociale e di personale destinato ad assicurare funzioni e prestazioni fondamentali. Ciò nel senso che sarà preposta al corretto funzionamento e al puntuale svolgimento delle attività economiche essenziali alla vita della persona umana. Così facendo si andrebbe a definire la sua dimensione di governance burocratica posta a tutela delle reti delle infrastrutturazioni tradizionali, individuate nella salute lato sensu, nell’istruzione e nella comunicazione, funzionali a sviluppare il potenziamento dell’esigibilità dei diritti di cittadinanza, ivi compresa la individuazione progressiva di modelli più confacenti a migliorare il risultato».
*Docenti Unical