CORIGLIANO ROSSANO La quiete dopo la tempesta. Sembra essere stata accantonata – almeno in apparenza – la crisi di “governo” scoppiata un mese fa nel cuore della maggioranza che sostiene il sindaco di Corigliano Rossano, dopo l’insurrezione del gruppo consiliare “Corigliano Rossano domani” che rimproverava a Flavio Stasi una riorganizzazione poco funzionale degli uffici e dei servizi comunali a seguito della fusione. Al primo cittadino non era rimasto altro da fare che azzerare la giunta, anche come metodo per accantonare i contestatori che in esecutivo esprimevano il vicesindaco e l’assessore al bilancio.
Dall’azzeramento della giunta, nei giorni scorsi è nato lo Stasi Bis (ne abbiamo parlato qui), il nuovo corso della vita amministrativa del comune di Corigliano Rossano.
Saranno tante le sfide da vincere, anche perché l’appeal dell’amministrazione comunale in città è ai minimi termini e ai minimi storici. Serve, insomma, un’azione di rilancio vera che tamponi e risolva le tante emergenze territoriali, tra le più disparate, dalla manutenzione, alla riorganizzazione degli uffici. Circa un anno fa il governo cittadino aveva provato a ridisegnare servizi e settori, trasferendo e accorpando uffici doppioni ereditati dalla fusione. Manovre che, però, non sembrano aver sortito gli effetti sperati.
Conditio sine qua non sarà, dunque, quella di mettere a punto l’organizzazione interna fra i mille meandri dei Palazzi di Città. Il municipio ha sede a Corigliano Alta, ma ha ramificazioni e dislocamenti di uffici un po’ ovunque. Difficoltà logistiche a parte – e Stasi non ne vuol sapere di realizzare la cittadella dei servizi in contrada Insiti, vicino al nascente ospedale della Sibaritide, come previsto dalla legge regionale di istituzione della città di Corigliano Rossano – il problema maggiore sembra ancora quello proiettato dalle ombre dei campanili. Due metodi di lavoro diversi derivanti dai due ex comuni, due organizzazioni radicalmente diverse, la scarsa attinenza a svolgere mansioni dall’altra parte della città, la carenza di personale, sta facendo da zavorra insostenibile. E chi ne paga le conseguenze è sempre l’utenza finale, il cittadino, che non riesce a ricevere risposte dagli uffici comunali.
In tutto questo nel ridisegnare la pianta organica c’è da prestare attenzione a sensibilità diverse, tradizioni, modus operandi e posizioni sindacali da misurare col bilancino.
A sottolineare le difficoltà, soprattutto numeriche, con le quali il municipio deve fare i conti, è il riconfermato assessore – tra le altre deleghe – al Personale, Mauro Mitidieri. A lui ed al dirigente al ramo spetterà anche l’improba sfida di mettere a punto risorse umane e uffici.
«Ripartiamo mettendo al centro il confronto e la dimensione collegiale della giunta – dichiara l’assessore al Corriere della Calabria –. Tra le priorità ci sarà quella della gestione del personale, che in un comune così grande come il nostro non è una cosa semplice. Abbiamo avviato da tempo alcuni concorsi per l’assunzione del personale che necessita alla ridefinizione della numericamente carente pianta organica. Negli ultimi sei mesi abbiamo assunto circa 50 dipendenti attraverso varie metodologie, dai concorsi classici, al ricorso al centro per l’impiego. Proprio oggi in una riunione col dirigente al personale abbiamo fatto il punto della situazione per avviare ulteriori campagne concorsuali, paralizzate fino a poche settimane fa dall’emergenza sanitaria, e che caratterizzerà le prossime settimane».
Ad oggi il comune di Corigliano Rossano, il più vasto dell’intera regione con i suoi 350 chilometri quadrati e una ramificazione territoriale di 50 contrade, conta circa 460 dipendenti, compresi quelli di pubblica utilità. Mitidieri rivela, infine, che ne sarebbero necessari almeno un centinaio in più, a tutti i livelli e un po’ in tutte le posizioni, perché il Comune possa andare a regime. Le difficoltà nell’amministrare la cosa pubblica, insomma, passano anche – o forse soprattutto – da questo genere di problemi. (l.latella@corrierecal.it)
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