Ultimo aggiornamento alle 10:22
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Dal nazionale

Fuggì dopo aver provocato un incidente, condannato il figlio di Vasco Rossi

Un anno e 10 mesi a Davide per lesioni e omissione di soccorso. La sua difesa: «Condannato per la notorietà di mio padre»

Pubblicato il: 12/10/2021 – 12:34
Fuggì dopo aver provocato un incidente, condannato il figlio di Vasco Rossi

Davide Rossi, figlio del cantante Vasco, è stato condannato a un anno e dieci mesi dal Tribunale monocratico di Roma per lesioni personali stradali gravi e omissione di soccorso stradale. Il procedimento è relativo a un incidente stradale avvenuto il 16 settembre del 2016 a Roma, nella zona della Balduina. Per Rossi è stata disposta anche la revoca della patente. Insieme a lui è stato condannato a nove mesi anche l’altro imputato, Simone Spadano.

Davide Rossi: «Condannato perché mio padre è una persona in vista »

«Sono indignato, è morta la giustizia. C’era anche un cid firmato a testimoniare tutto, hanno preso i soldi dell’assicurazione, è veramente assurdo, non me lo spiego», ha affermato Davide Rossi. «Purtroppo penso che questo sia avvenuto anche perché mio padre è una persona in vista. Faremo appello e speriamo che la giustizia alla fine trionferà», aggiunge. «Abbiamo tutte le carte per dimostrare la nostra estraneità, ricorreremo in appello», afferma l’avvocato Fabrizio Consiglio, difensore dell’altro imputato, Simone Spadano.

La ricostruzione dell’accusa

Il pm a maggio scorso aveva sollecitato per Rossi una condanna a 2 anni e 8 mesi e per a 2 anni per Spadano che si trovava in auto con lui, accusato di favoreggiamento perché avrebbe dichiarato il falso dicendo di esserci stato lui al volante e di aver provocato lui l’incidente. Secondo quanto ricostruito nel capo di imputazione, Rossi, a bordo della sua Audi, procedendo a velocità elevata non si fermò allo stop, scontrandosi poi con un’auto su cui viaggiavano due donne che riportarono ferite giudicate guaribili in oltre 40 giorni. «Subito dopo l’urto», secondo l’accusa, il 31enne si allontanò dal luogo dell’incidente senza «ottemperare all’obbligo di prestare assistenza alle persone».

La difesa in aula: «Ci siamo fermati e un amico è rimasto a compilare il cid»

«Ci siamo fermati, siamo scesi dalla macchina e abbiamo chiesto alle ragazze nell’altra auto se fosse tutto a posto e loro ci hanno risposto “sì, sì”» si era difeso in aula Davide Rossi nell’udienza del luglio di un anno fa davanti al giudice monocratico a Roma. «Ho detto al mio amico di fare il cid e me ne sono andato con la ragazza che era in auto con noi perché era molto scossa dall’incidente, sapendo che stavano facendo il cid ero tranquillo». «Non navigo nell’oro e non ho un lavoro stabile – aveva aggiunto quel giorno in aula – i giornali hanno scritto cose allucinanti su di me ma mi prendo pregi e difetti di essere figlio di Vasco».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x