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Arpacal: «Nel Tirreno maggior inquinamento da microplastiche»

Gli esiti di una ricerca del centro regionale di strategia marina è stato pubblicato su una rivista scientifica internazionale

Pubblicato il: 19/10/2021 – 15:00
Arpacal: «Nel Tirreno maggior inquinamento da microplastiche»

CATANZARO «L’inquinamento da microplastiche negli ambienti marini è particolarmente insidioso, poiché una piccola frammentazione può avere accesso alla catena alimentare. Non ne sono esenti i mari che bagnano la Calabria, e più in generale tutto il Mediterraneo centrale, che è diventato una vasta area di accumulo di detriti di plastica, comprese le microplastiche, la cui composizione polimerica è ancora in gran parte sconosciuta». Lo riporta una nota dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Calabria. «I risultati di una ricerca sulla presenza delle microplastiche nei mari – è detto nella nota – che bagnano la Calabria – realizzata con la collaborazione dell’Arpacal con dati del Centro regionale strategia marina diretto dal dr. Emilio Cellini – sono stati oggetto di un articolo scientifico pubblicato dall’International Journal of Environmental Research and Public Health (Giornale internazionale di ricerca ambientale e salute pubblica), prestigiosa rivista internazionale della piattaforma open MDPI. (“Microplastics in the Center of Mediterranean: Comparison of the Two Calabrian Coasts and Distribution from Coastal Areas to the Open Sea” – Microplastiche al centro del Mediterraneo: confronto tra le due coste calabresi e distribuzione dalle aree costiere al mare aperto)».
Il lavoro pubblicato è frutto di una efficace collaborazione con l’Università della Calabria – Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra ed il Dipartimento di Farmacia, scienze nutrizionali e Salute, confluito nella tesi di dottorato del dott. Alessandro Marrone.

«Nel Tirreno maggiore presenza di microplastiche»


«Abbiamo segnalato – riferiscono i ricercatori autori della pubblicazione – un confronto tra le due coste calabresi, fornendo la caratterizzazione di una grande differenza in concentrazione di microplastiche tra versante tirrenico e ionico (87% vs. 13%, rispettivamente), probabilmente per la complessa circolazione marina e atmosferica, che rendono il versante tirrenico un’area di accumulo di materiali provenienti anche da luoghi lontani. Dimostriamo una grande differenza di concentrazione di microplastiche tra costa tirrenica e ionica calabrese, fornendo una caratterizzazione completa ed evidenziando che l’inquinamento da microplastiche è influenzato sia da rilascio locale e sia dall’idrografia delle aree».
Questo studio ha analizzato, quindi, la composizione polimerica, la distribuzione granulometrica, la forma e il colore delle piccole particelle di plastica, raccolte dalla superficie del mare in sei stazioni nel centro del Mar Mediterraneo. È stata descritta anche la diversa distribuzione di microplastiche dalle zone costiere fino a 12 miglia nautiche al largo. L’analisi della composizione delle microplastiche ha mostrato che il materiale più abbondante era il polietilene (69%), seguito dal polipropilene (24%).
Il centro regionale di strategia marina
Arpacal, con il suo Centro regionale strategia marina effettua dal 2015 il campionamento delle microplastiche in sei transetti costieri regionali spingendosi sino a 6 miglia nautiche dalla costa. I dati acquisiti dall’Arpacal, infatti, sono periodicamente trasmessi nella banca dati del Ministero della Transizione Ecologica, già ministero dell’ambiente, ed interessano uno dei moduli con cui è composto il piano operativo d’azione del Programma Strategia Marina.
Lo studio
Gli studi si concentrano sui frammenti di plastica presenti in mare con dimensioni inferiori ai 5 mm, praticamente invisibili ad occhio nudo. Questa minaccia galleggiante viene prelevata con un retino chiamato “Manta Trawl”, costruito appositamente per navigare nello strato superficiale della colonna d’acqua e campionare quindi entro lo strato superficiale interessato dal rimescolamento causato dal moto ondoso. L’utilizzo della rete permette di campionare grandi volumi d’acqua, trattenendo le microplastiche.
I campioni prelevati vengono poi sottoposti ad analisi quali-quantitativa in osservazione allo stereo microscopio, suddividendo le microplastiche per colore e forma. La concentrazione di microplastiche viene espressa come numero di oggetti per metro cubo d’acqua di mare campionata. L’elaborazione dei dati è di estremo interesse nella fase valutativa dello stato di qualità dell’ambiente marino-costiero calabrese.

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