Il Pd perde Reggio. Falcomatà “consegna” Comune e Città metropolitana a Italia Viva e Azione
Sconcerto dem per le scelte del sindaco. Dopo la sospensione enti “affidati” al renziano Brunetti e al calendiano Versace

REGGIO CALABRIA Una volta consumate la vicenda giudiziaria, con la condanna del sindaco metropolitano di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, e le conseguenze tecniche – la sospensione applicata dalla Prefettura di Reggio Calabria –, in riva allo Stretto si apre il caso politico. Pur in assenza di prese di posizione ufficiali, infatti, dagli ambienti del Partito democratico arriva, se non proprio una evidente frustrazione, quanto meno lo sconcerto per le scelte del primo cittadino. Che, per garantire la continuità amministrativa, avrebbe scelto figure più vicine a sé che al partito che lo ha sostenuto nella cavalcata verso la riconferma a Palazzo San Giorgio.
Italia Viva e Azione alla guida di Comune e Città metropolitana
Un passo indietro: la guida del Comune e della Città metropolitana non è passata ai vicesindaci designati da Falcomatà dopo il suo insediamento, cioè rispettivamente il docente universitario Tonino Perna e Armando Neri. Neri, condannato anche lui nel processo “Miramare” è stato sostituito poco prima della sentenza da Carmelo Versace, consigliere metropolitano e responsabile regionale di Azione di Calenda, candidato con una lista civica. Al Comune Falcomatà ha invece scelto di nominare Perna assessore (il docente non è comunque riconducibile a organizzazioni partitiche) per sostituirlo con un altro componente della giunta: Paolo Brunetti di Italia Viva. Nessuna nomina, dunque, per il Pd, che “perde” per 18 mesi il suo sindaco e non guadagna alcun “sostituto” alla guida dei due enti. Che, di fatto, oggi sono guidati dai movimenti di Renzi e Calenda.

