COSENZA «La voglia di costruire una società diversa, solidale e generosa non può mai essere messa in discussione, né il diritto di poter liberamente e democraticamente proporre una nuova idea di comunità. Simone e Jessica rappresentano la voglia e la speranza di tutti quei ragazzi, troppo spesso ingiustamente accusati di essere choosy, alla quale ciascuno di noi, anche non più giovane, dovrebbe ambire; loro hanno l’ambizione di cambiare lo status quo, qualche volta con modalità fuori dagli schemi, ma sempre col sorriso, l’allegria ed il rispetto per il prossimo, di chi crede che un mondo diverso è possibile». È quanto riferisce in una nota la Cgil di Cosenza.
«Più volte in questi anni la nostra organizzazione si è confrontata con questi ragazzi e abbiamo avuto a che fare con dei ribelli, certo, ma mai con degli eversivi, e fino a quando ci saranno dei ribelli avremo la speranza che la nostra società possa essere salvata. Se non avessero saputo ribellarsi – proseguono dal sindacato – Jessica e Simone, e con loro tanti altri ragazzi, sarebbero stati accompagnati ad emigrare lontano dalla loro terra, se non avessero saputo ribellarsi si sarebbero appiattiti ad una società senza empatia, invece hanno scelto di esserci e mettere il cuore nelle loro azioni, per fare comunità, per difendere i deboli e proteggere gli invisibili. Qualcuno ha scritto che la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia la seconda come farsa, ma anche questa volta Cosenza saprà reagire e saprà da che parte stare. Siamo sicuri che Simone e Jessica dimostreranno la loro estraneità alle accuse, perché il loro futuro non può e non deve essere macchiato da accuse lontane mille miglia dal loro modo di essere».
La Segreteria CGIL Cosenza
x
x