CATANZARO A breve piano di riequilibrio finanziario in modo da evitare il dissesto, il confronto con la Regione per una legge che trasferisca alcune deleghe e alcune risorse, la battaglia a livello nazionale per rilanciare il ruolo degli enti intermedi. Su queste linee di indirizzo si è concentrato il presidente della provincia di Catanzaro, Sergio Abramo, nella seduta di insediamento del Consiglio eletto con il voto di secondo livello dello scorso 18 dicembre.
La seduta ha proceduto alla convalida dei nuovi consiglieri provinciali, segnatamente Fernando Sinopoli (vicepresidente) di Coraggio Italia, Nicola Azzarito Cannella, Pietro Fazio e Francesco Fragomele di “Venti da Sud”, Sergio Costanzo, Davide Mastroianni e Paolo Mattia di “Noi in Provincia”, Amedeo Mormile de “La Provincia ci lega”, Alessandro Falvo del “Centrodestra per la Provincia”, e i consiglieri di opposizione Mario Deonofrio, Gregorio Gallello e Raffaele Mercurio dei “Progressisti”: tutti presenti a parte Azzarito Cannella e Gallello, bloccati perché colpiti dal Covid 19, e Deonofrio, impossibilità a partecipare per pretendenti impegni. Tanti, i temi affrontati dai consiglieri provinciali, i cui interventi hanno avuto un leit motiv comune: la necessità di lavorare in sinergia e collaborazione, al di là delle appartenenze politiche, vista la difficile situazione nella quale versa l’ente catanzarese, così come del resto la gran parte delle Province italiane, svuotate dalla riforma Delrio, criticata da tutti, da destra a sinistra passando per il centro. Tra le priorità da affrontare a Palazzo di Vetro, quella di evitare il dissesto: sotto questo aspetto il presidente Abramo ha affermato che «tra gennaio e febbraio presenteremo il piano di riequilibrio, e ognuno di noi dovrà dare il proprio contributo». Quindi da parte di Abramo gli auguri ai nuovi consiglieri provinciali, dai quali – ha detto – «sono sicuro che arriverà grande collaborazione»: entro la serata saranno assegnate le deleghe ai singoli consiglieri provinciali.
Abramo ha quindi fatto il punto della situazione. «In cantiere c’è tanto da fare: Pnrr, sanità, trasporti, area metropolitana, deleghe dalla regione, speriamo con le deleghe ai consiglieri di velocizzare al più presto. Ci sono tante esigenze, la prima è quella di un rapporto maggiore con il governo centrale, perché vogliamo capire se vuole salvare o affossare definitivamente le Province. Il segnale dato dal governo con l’ultima legge di bilancio, nella quale non sono stati previsti fondi per le Province, è molto negativo: ci sono emendamenti presentati dal deputato di Coraggio Italia D’Ettore e dalla deputata di Fratelli d’Italia Wanda Ferro e sono stati accolti, ora aspettiamo che si trasformino in qualcosa di concreto, ma resta la brutta figura del governo. Speriamo inoltre – ha rilevato il presidente – che si arrivi prima o poi all’elezione diretta del presidente della Provincia, perché è vergognoso che lo Stato, dopo tanti anni dalla Legge Delrio, non ha fatto nemmeno una piccola modifica e ha lasciato appese le Province da 8 anni: è come le Province non esistessero per il governo centrale. Noi faremo la nostra parte, anche se penso che ci sia anche un problema di rappresentanza all’interno dell’Upi nazionale: nella prossima riunione che avremo dirò chiaramente che o dobbiamo avviare qualche protesta forte contro il governo, che ci considera molto poco».
Abramo ha poi aggiunto: «La Regione ha dato la disponibilità a delegare alle Province alcune materie importanti. Dovremo iniziare gli incontri in questa settimana, chiederemo un incontro al Capo di gabinetto del presidente della Regione a cui abbiamo consegnato un dossier con il suggerimento di alcune materie che magari sono pesanti per la regione e potrebbero essere trasferite alle Province, facendo poi riferimento a quanto fatto dalle altre Regioni. La Calabria è l’unica Regione che non ha delegato nulla alle Province, penso che questa sia un’anomalia che anche il presidente Occhiuto vuole cancellare rispetto al passato. Anche un piccolo segnale sarebbe per noi importante, anche perché noi abbiamo ottimi dirigenti, personale disponibile e preparato, le competenze ci sono. Non vediamo il motivo per cui non si debba delegare alle Province: è certo che dipenderà moltissimo anche dalla Regione». (c. a.)
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