CATANZARO Con gli undici ricoveri in più in area medica e il ricovero in più in terapia intensiva registrati nel bollettino della Regione diramato ieri la Calabria conferma il pericoloso trend in aumento dell’ospedalizzazione da Covid 19. La pressione del virus sui reparti ospedalieri calabresi nell’ultima settimana ha registrato un’evidente impennata: il 27 dicembre scorso i ricoveri complessivamente erano 317 (24 in terapia intensiva), ieri si sono attestati a 352 (in terapia intensiva sono 29). L’aumento dei posti letto Covid disposto negli ultimi giorni dal governatore e commissario della sanità calabrese Roberto Occhiuto costituisce una sorta di cuscinetto che attenua il rischio che la Calabria finisca in zona arancione, ma il peggioramento della situazione è abbastanza evidente, e lo si desume dalla rilevazione dell’Agenas, che conferma come la nostra regione abbia superato abbondantemente le soglie critiche del 10% nelle rianimazioni e del 20% dell’area medica. Ieri, in particolare, l’Agenas ha censito per la Calabria il 15% di occupazione delle terapie intensive (in linea con la media nazionale) e il 31% di occupazione in area medica (abbondantemente al di sopra della media nazionale, che è il 19%). Si ricorda che per entrare in zona arancione bisogna superare il 20% nelle terapie intensive e il 30% in area medica, oltre all’incidenza sopra i 150 casi per 100mila abitanti. Anche sotto quest’ultimo aspetto, peraltro, la Calabria non è messa bene: sempre dalla rilevazione Agenas emerge che dal 27 dicembre al 2 gennaio l’incidenza è stata addirittura del 471.
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