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Morto l’alpinista italiano in Patagonia, individuato il corpo

Disperso da venerdì, era ferito e messo in un piccolo riparo dal compagno di cordata. Le immagini dal drone non lasciano speranze

Pubblicato il: 30/01/2022 – 18:59
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Morto l’alpinista italiano in Patagonia, individuato il corpo

L’alpinista italiano Corrado Pesce, travolto venerdì da una valanga di pietre e sassi su una difficile parete del Cerro Torre in Patagonia, “non può più essere vivo”. A dirlo all’Ansa è Carolina Codò, medico argentino e responsabile del centro dei soccorsi alpini di El Chaltén. “Abbiamo potuto solo oggi ingrandire le immagini di un drone volato venerdì mattina nella zona dell’incidente: si vede il corpo di Pesce scivolato 50 metri sotto la piattaforma dove aveva passato la notte con un compagno argentino. A quell’altezza, senza protezione adeguata, la morte per ipotermia arriva dopo massimo due ore”, ha spiegato la responsabile. Erano poche le speranze di salvare Pesce, l’alpinista 40enne originario di Novara che aveva lasciato da diversi anni per lavorare a Chamonix come guida alpina. A sottolineare le poche speranze, era stata la stessa sorella Lidia, che ha scritto sul suo profilo Facebook: “Ringrazio tutte le persone intervenute e che stanno tutt’ora intervenendo per recuperare mio fratello…ringrazio gli amici e tutti per quello che avete fatto per lui”. Pesce si trovava a quota 3.128 metri, ferito e senza equipaggiamento, con Tomàs Aguilò, compagno di cordata nella scalata. Le squadre di soccorso sono riuscite a mettere in salvo Aguilò che, prima di essere trasportato con l’elicottero in ospedale, è riuscito a collocare Pesce in un piccolo riparo chiamato ‘Box degli inglesi’. “Le notizie che abbiamo avuto dall’Argentina confermano che le ferite di Corrado erano gravissime. Le fratture impedivano di muoversi. Ci hanno detto che non poteva sopravvivere a lungo. La zona dove è avvenuto l’incidente è pericolosissima, soggetta a continue valanghe”, dicono le guide alpine di Chamonix, in contatto con l’Argentina. “Il piccolo rifugio sulla parete della montagna dove ha trovato riparo Corrado è difficile da raggiungere. Il forte vento e scarsa visibilità impediranno per giorni il decollo degli elicotteri. Forse avrebbe voluto così, restare sulle montagne che tanto ha amato”, aggiungono le guide alpine.

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