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Estorsione, otto anni per uno dei vertici del clan Giampà

Il Tribunale di Lamezia Terme ha assolto Francesco Maria Stranges e Vincenzo Bonaddio dall’accusa di intestazione fittizia

Pubblicato il: 02/02/2022 – 19:31
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Estorsione, otto anni per uno dei vertici del clan Giampà

LAMEZIA TERME Davanti al Tribunale collegiale di Lamezia Terme – presidente Angelina Silvestri, a latere Adele Foresta e Domenico Riccio – si è concluso il giudizio di primo grado nei confronti di Francesco Maria Stranges (difeso dall’avvocato. Aldo Ferraro), e di Bonaddio Vincenzo (difeso dagli avvocati Antonio Larussa e Carmine Curatolo), in cui i due erano imputati di intestazione fittizia di beni, aggravata dalla finalità di agevolare la “cosca Giampà”, ed il solo Bonaddio anche di estorsione pluriaggravata ai danni di un imprenditore di Lamezia Terme.
Il Tribunale, accogliendo integralmente le richieste formulate dalla Procura Distrettuale di Catanzaro (rappresentata in udienza dal pm Chiara Bonfadini), ha assolto Stranges e Bonaddio dal reato di intestazione fittizia, ed ha condannato il solo Vincenzo Bonaddio per il reato di estorsione alla pena di anni 8 di reclusione e 1.600 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili Associazione Antiracket Lamezia e del Comune di Lamezia Terme, liquidati in 5.000 euro ciascuna.

L’immobile apparteneva a Stranges

Quanto all’intestazione fittizia, l’istruttoria dibattimentale ha consentito di accertare che gli immobili che la pubblica accusa originariamente riteneva riconducibili a Bonaddio, ancorché formalmente intestati a Francesco Maria Stranges (una villa a Conflenti costruita nel 2008, ed un terreno a Feroleto Antico acquistato nel 2012), rientravano invece nella effettiva ed esclusiva disponibilità di Franco Stranges e dei componenti del suo nucleo familiare. L’avvocato Ferraro ha infatti dimostrato che la villa a Conflenti non solo era stata costruita con risorse economiche che provenivano dal suo assistito, ma soprattutto che essa è sempre stata nella sua esclusiva disponibilità tanto da essere stato denunciato per abuso edilizio rispetto a taluni lavori di ampliamento eseguiti nel 2014, e da essere stati rinvenuti al suo interno beni e suppellettili della figlia che era in procinto di trasferirsi al suo interno all’epoca in cui ne fu disposto il sequestro. Quanto invece al terreno a Feroleto, la difesa ha fornito la prova che i dati reddituali valorizzati in fase di indagine andassero integrati con gli ulteriori introiti che derivavano allo Stranges ed ai suoi familiari dall’azienda agricola di cui erano titolari, e di cui non si era tenuto conto, la cui entità era tale da giustificare quell’investimento immobiliare.
La prova della innocenza di Francesco Maria Stranges è stata tale da indurre il pm e la difesa a chiedere che il Tribunale, anziché emettere una sentenza dichiarativa della estinzione del reato per la morte dell’imputato (essendo egli tragicamente deceduto a causa di un infortunio sul lavoro il 04 febbraio 2021), pronunciasse la sua assoluzione “nel merito” delle accuse che gli erano state addebitate. Richiesta accolta dal Tribunale, che ha assolto Francesco Maria Stranges “perché il fatto non sussiste”.

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