Ultimo aggiornamento alle 9:55
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 11 minuti
Cambia colore:
 

Il focus

Il futuro della Calabria corre (forse) sulle rotaie. Ecco le opere programmate

Centinaia di milioni dal Pnrr destinati alla rete ferroviaria calabrese. Ma restano le incognite legate ai tempi di esecuzione. Russo: «Alta velocità? Paradossale l’allungamento della tratta»

Pubblicato il: 13/02/2022 – 6:55
di Roberto De Santo
Il futuro della Calabria corre (forse) sulle rotaie. Ecco le opere programmate

CATANZARO C’è una sfida nella sfida nel Piano nazionale di ripresa e resilienza programmato dal Governo Draghi che riguarda da vicino la Calabria. Consiste nel diminuire il divario territoriale che separa la regione dalle aree più ricche del Paese puntando sul mezzo di mobilità in assoluto più sostenibile: il treno. Una scommessa che ha il duplice obiettivo, da un verso ridurre i tempi di percorrenza tra la Calabria e il resto dell’Italia e nel contempo migliorare la rete ferroviaria interna della regione.
Sul piatto ci sono ben 652,8 milioni – provenienti dal Next generation Ue e dal fondo complementare – per opere ferroviarie locali a cui si aggiungono 21,03 milioni per acquisto di treni regionali. Senza contare la quota parte degli oltre 11 miliardi di euro destinati a finanziare anche le tratte che attraverseranno la Calabria dell’Alta velocità e i 200 milioni di euro per l’acquisto di treni di Intercity destinati a rinnovare l’intera flotta su rotaie che viaggerà nel Mezzogiorno e dunque anche in Calabria.

Un mare di risorse che fanno parte del pacchetto di finanziamenti per progetti dedicati alle infrastrutture e la mobilità in Calabria, che il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha già in parte assegnato a dicembre scorso ai soggetti attuatori come ha annunciato lo stesso titolare del dicastero Enrico Giovannini.
Un pacchetto che complessivamente contempla oltre 1,419 miliardi di euro di cui la gran parte destinata alla Missione 3 del Pnrr (Infrastrutture per una mobilità sostenibile). Questa sola voce prevede investimenti per 794,3 milioni di euro di cui appunto 652,8 per finanziare opere ferroviarie locali. Somme considerevoli che dovrebbero dare la spinta decisiva per favorire il superamento degli attuali ostacoli al trasporto ferroviario calabrese. Una partita che si giocherà sulla capacità dei soggetti attuatori di “mettere a terra” i progetti per centrare l’obiettivo di concludere i cantieri entro quattro anni. Visto che buona parte di quelle opere saranno finanziate con risorse del Pnrr che prevede – come da regola Ue – la fine dei lavori entro il 2026. Una corsa contro il tempo soprattutto per Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), responsabile di gran parte di quegli investimenti.

Le opere ferroviarie finanziate in Calabria

La tabella delle risorse territorializzate dal Ministero per la Calabria nel settore ferroviario

Del piano di infrastrutture per la mobilità, territorializzato dal Ministero, alla Calabria andranno complessivamente un miliardo e 419,37 milioni di euro che rappresentano il 5,5% del totale delle risorse gestite dal dicastero alle Infrastrutture. In particolare 785,82 milioni di euro provenienti dal Pnrr e 633,55 milioni dal Piano nazionale complementare. Scendendo nel dettaglio delle opere ferroviarie finanziate in Calabria, ci sono le tratte Sibari-Catanzaro Lido-Reggio Calabria e la Trasversale Lamezia Terme-Catanzaro Lido a cui il ministero ha dedicato 300 milioni di euro. Tratte già interessate da lavori di ammodernamento da parte di Rfi e che grazie a queste nuove risorse potrà contare su un totale di finanziamento pari a 918 milioni di euro. Per rimanere agli interventi gestiti da Rfi, ci sono poi 60 milioni destinati alla linea Rosarno-San Ferdinando. Somme che serviranno all’adeguamento degli impianti delle due cittadine della Piana. Poi ci sono le somme destinate dal ministero a Ferrovie della Calabria ed in particolare 280 milioni per interventi di potenziamento ed ammodernamento delle linee ferroviarie regionali della tratta Cosenza-Catanzaro. A cui si sommano ulteriori 12,8 milioni di euro, sempre gestiti da FdC, per ammodernare e potenziare la tratta Soveria Mannelli-Catanzaro-Catanzaro Lido-Germaneto. Alla Calabria andranno inoltre 21,03 milioni per rinnovare la flotta dei mezzi rotabili regionali e una quota dei 200 milioni previsti per i treni intercity che circoleranno nel sud Italia. 
Così come una fetta di risorse destinate: al programma di estensione e completamento del sistema elettronico di controllo della marcia del treno (Ertms), al Piano stazioni al Sud, al programma nodi e direttrici ferroviarie, interesserà la Calabria. Soltanto la prima voce dedicata al sistema che fornisce al macchinista tutte le informazioni necessarie per una guida più sicura (Ertms/Etcs) il Pnrr prevede finanziamenti complessivi in Italia per 2,970 miliardi. Mentre per il Piano stazioni al sud sul piatto ci sono 700 milioni e per il Programma Nodi e Direttrici 2,970 miliardi di cui 46,92 milioni interesseranno interventi anche calabresi.

Risorse e nodi dell’Alta velocità in Calabria

Un capitolo a parte merita, infine, l’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria a cui il Piano del ministero dedica 11,235 miliardi di cui 9,435 finanziati con uno scostamento di Bilancio (varato con il decreto legge n.59 del 6 maggio scorso convertito in legge a luglio del 2021) e 1,802 miliardi con risorse del Pnrr. Questa massa di soldi servirà a finanziare la realizzazione di parte del nuovo tracciato rispetto alle dorsali esistenti sul quale correrà il collegamento ad alta velocità.
Un’opera che costerà complessivamente, secondo le stime di Rfi, oltre 22,8 miliardi di euro per costruire 445 chilometri di strada ferrata.
In questa fase, con le somme territorializzate dal Piano del ministero, potranno essere finanziati alcuni interventi. In particolare, il progetto di fattibilità dell’intero itinerario, il lotto 1 sub lotto A “Battipaglia-Romagnano”, il lotto 1 sub lotto B “Romagnano-fermata intermedia”, il lotto 1 sub lotto C “fermata intermedia-Praia a Mare”, il lotto 2 “Praia a Mare-Tarsia” e il raddoppio della Galleria Santomarco tra Paola e Cosenza. Un raddoppio questo finalizzato a potenziare il collegamento tra la linea Tirrenica e Cosenza, sia per il trasporto passeggeri che merci. Opere, tutte quelle, che interessano l’Alta velocità ma anche le altre di competenza di Rete ferrovia italiane che rientrano nel contratto di Programma tra Rfi e ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili la cui conclusione è prevista entro il 2030. Ma è soprattutto la data del 2026 a divenire categorica. Entro quel termine dovranno essere completati tutti gli interventi finanziati con risorse del Pnrr. E poi c’è la questione sempre attuale del rischio di infiltrazioni dei clan nei lavori delle ferrovie come dimostra l’ultima inchiesta che ha coinvolto anche il gruppo Ventura. C’è da scongiurare che le ‘ndrine mettano mano anche sulle risorse in arrivo dal Pnrr.

Russo: «Alta velocità? Paradossale l’allungamento della tratta»

Una rete ferroviaria non all’altezza degli standard europei e che necessita per questo di una cura da cavallo. Ne è convinto Francesco Russo, docente di ingegneria delle Infrastrutture e sistemi di Trasporto dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria che sostiene che se le criticità riferite alle linee convenzionali e alle linee regionali, «si stanno affrontando in modo corretto» ed è «solo un problema finanziario», lo stesso non si può dire per l’alta velocità. Qui il professore della “Mediterranea” individua un paradosso: «è l’unico caso a livello mondiale in cui per realizzare una linea veloce si aumenta la lunghezza».

Francesco Russo, docente di ingegneria delle Infrastrutture e sistemi di Trasporto dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria

Professore il sistema di trasporto ferroviario calabrese è all’altezza di rispondere alle esigenze di mobilità sostenibile invocato dall’Europa?
«No, non è all’altezza. Gli standard medi europei delle infrastrutture non sono garantiti né per i servizi passeggeri veloci, né per i servizi convenzionali passeggeri e merci. Condivido questo giudizio espresso dalla Commissione sull’Italia, nel country report, giudizio che a maggior ragione si può esprimere sulla Calabria. Si consideri il problema dei servizi veloci. È stato dimostrato scientificamente che i servizi passeggeri ad alta velocità, hanno dato un vantaggio economico formidabile ai territori collegati con Roma in un tempo minore alle 3 ore. Se il tempo è superiore gli impatti economici si riducono drasticamente. Il vantaggio economico misurato in Italia, è di circa 1% di Pil di incremento in più all’anno. L’esigenza di mobilità non è quella di avere un treno con il fiocco dell’alta velocità, ma avere abbattimenti dei tempi di percorrenza, per permettere spostamenti di andata e ritorno in giornata, aumentando in questo modo gli interscambi e quindi la crescita economica e sociale. Se consideriamo che il Pil della Calabria negli anni pre-covid è cresciuto mediamente del 1%, realizzare una Alta Velocità vera che in meno di 3 ore colleghi Roma e Reggio Calabria, significherebbe di colpo, sul piano economico, raddoppiare l’incremento di Pil. Per non dire, sul piano sociale, del contrasto allo spopolamento. Nessun altro investimento può dare una spinta così forte alla Calabria, e poi alla Sicilia che è direttamente dipendente, per quanto riguarda i collegamenti terrestri, da quello che accade in Calabria».

Quali sono i principali punti critici che andrebbero affrontati?
«Ci sono tre livelli di criticità: le linee veloci, le linee convenzionali per i servizi passeggeri e merci, le linee per i servizi regionali. Le gravi criticità esistenti nelle linee convenzionali e nelle regionali, si stanno affrontando in modo corretto. Oggi è solo un problema finanziario. Si possono citare come esempi, la galleria Paola-Cosenza, l’elettrificazione della Catanzaro-Melito e la possibilità di far transitare treni merci da 750 metri. In tutti i casi cosa fare è molto chiaro, ed è da tempo condiviso tra Calabria e Roma. Per tutti e tre gli esempi sembra ci siano le risorse. Rimane aperta la questione delle linee veloci. Il progetto che è stato presentato, con una spesa prevista di 22,8 miliardi più 1,2 miliardi per la galleria Paola-Cosenza, collegherà Reggio Calabria con Roma in poco meno di 4 ore. Quindi la città metropolitana e buona parte della Calabria saranno per sempre tagliate fuori da un collegamento con Roma in meno di 3 ore. Il progetto colpisce, perché credo sia l’unico caso a livello mondiale, in cui per realizzare una linea veloce si aumenta la lunghezza. Infatti la linea attuale da Salerno a Reggio è di 393 chilometri, la linea veloce progettata è di 445 chilometri. Come confronto si pensi che la Roma-Firenze era di 315 chilometri; quando venne realizzata la Direttissima ad Alta Velocità la lunghezza venne drasticamente ridotta e portata a 238. Perché in tutto il mondo si accorciano le lunghezze e in Calabria si allungano? A chi serve fare 50 chilometri in più? Con un costo medio di 50 milioni al chilometro, la spesa in più per i 50 chilometri è di 2,5 miliardi. È invece ampiamente fattibile una linea che permette di impiegare meno di 3 ore e con un costo più basso, come è stato proposto in un documento condiviso da professori ordinari di Strade, Ferrovie, Aeroporti e Trasporti di tutte le Università calabresi e siciliane».

Le somme stanziate dall’Unione europea con il Next generation Eu sono sufficienti a recuperare quel gap con altri territori?
«Il Next Generation EU stanzia per l’alta velocità soltanto 1,8 miliardi dei 22,8 stimati. Quindi meno del 10%. L’unico progetto ad oggi presentato è quello della Battipaglia-Romagnano, lungo l’asse ovest-est che collega Battipaglia con Potenza. Altri 9,4 miliardi sono finanziati con lo scostamento di bilancio. Sono inoltre indicati 300 milioni per la linea ionica. Queste risorse, sembrano essere aggiuntive rispetto ai 300 milioni finanziati nel 2016, e permetterebbero di completare l’innalzamento a rango C, l’elettrificazione di tutta la linea, la sistemazione delle stazioni e l’eliminazione dei passaggi a livello. Cioè in 10 anni, da quando nel 2016 si propose di rilanciare la linea ionica, si otterrebbe la linea rifatta completamente».

A suo parere il Piano nazionale di ripresa e resilienza risponde a quella esigenza?
«Nelle indicazioni dell’Europa il Pnrr dovrebbe proprio far recuperare il gap. Nella applicazione pratica per le ferrovie convenzionali e locali il Pnrr sembra far recuperare il divario, mentre non lo fa recuperare per i collegamenti veloci».

Intravede il rischio che per fare in fretta ed utilizzare rapidamente le somme stanziate dell’Europa, si siano commessi degli errori. Come ad esempio quello di sostenere interventi in realtà già finanziati?
«È un rischio vero. Nel Pnrr sono individuati alcuni interventi nei porti, già finanziati con altri fondi».

Ritiene possibile che attraverso uno stratagemma si possano sottrarre risorse del Pnrr destinate alla Calabria per avvantaggiare altre regioni?
«I pagamenti non possono essere fatti due volte per la stessa opera. Quindi se un intervento già finanziato in Calabria viene rifinanziato dal Pnrr, si liberano le risorse originarie. Non mi sembra ci sia alcun documento ufficiale che dica che le risorse liberate saranno reinvestite in Calabria. A questo punto il pericolo che le risorse avvantaggino altre regioni ci sarebbe».

Come scongiurare questa eventualità?
«Ci sono due strade da seguire contemporaneamente. La prima è che la Regione chieda un documento ufficiale del Governo da cui emerga che le risorse liberate in Calabria verranno riutilizzate nel territorio. La seconda è procedere subito con le progettazioni per impegnare le risorse che possono essere liberate».

Cosa può fare la Regione per migliorare il servizio di trasporto ferroviario calabrese?
«Con le infrastrutture oggi disponibili per i servizi regionali, con l’arrivo dei nuovi treni regionali e con l’avanzamento dei lavori sulla linea ionica, si possono attivare servizi di tipo metropolitano nelle aree della Sibaritide, del Crotonese, della Locride; per i servizi nazionali si deve chiedere il ripristino dei treni “Freccia” che collegavano Reggio con Roma, nel 2017, in 4 ore e 47 minuti; mentre oggi il treno “Freccia” più veloce impiega 5 ore e 15 minuti. La situazione delle infrastrutture e dei servizi è quasi paradossale. Col passare del tempo la lunghezza delle linee aumenta e i tempi di percorrenza si dilatano». (r.desanto@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x