Kiev si dice fiduciosa e pronta a difendersi all’indomani della decisione di Mosca di riconoscere indipendenza delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk e di inviare truppe nel Donbass con lo scopo, è la versione del Cremlino, di «assicurare la pace».
E mentre il parlamento di Lugansk approva unanimemente l’accordo con Mosca, l’Ucraina assicura che i suoi confini non cambieranno, perché non sarà ceduto un solo pezzo del Paese: «Avremo perdite ma vinceremo», ha detto ai soldati il ministro della Difesa ucraino.
Kiev denuncia l’uccisione di due suoi soldati in bombardamenti, ma anche Lugansk parla di violazioni del cessate il fuoco da parte ucraina. E secondo Mosca le autorità ucraine hanno schierato 120mila soldati sulla linea di contatto. L’allarme dell’ONU
«Sono in costante contatto con gli alleati per trovare una soluzione pacifica alla crisi ed evitare una guerra nel cuore dell’Europa. La via del dialogo resta essenziale, ma stiamo già definendo nell’ambito dell’Unione Europea misure e sanzioni nei confronti della Russia». Così il premier Mario Draghi in apertura del suo discorso all’insediamento di Franco Frattini al Consiglio di Stato a proposito della crisi in Ucraina che aggiunge: «Voglio prima di tutto esprimere la mia più ferma condanna per la decisione del governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass. Si tratta di una inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell’integrità territoriale dell’Ucraina».
La «prima raffica di sanzioni economiche britanniche contro la Russia» sarà resa nota oggi. Lo ha detto il premier britannico Boris Johnson, avvertendo che Vladimir Putin è deciso a «un’invasione su vasta scala dell’Ucraina». Lo riportano i media internazionali.
È arrivato l’ok al primo pacchetto di sanzioni degli ambasciatori Ue, a quanto si apprende, include il bando di importazioni ed esportazioni dalle entità separatiste ucraine sul modello di quanto a suo tempo fatto per Crimea, l’inserimento nella black list di nomi ed entità (politici, militari, operatori economici, esponenti dei meccanismi di disinformazione) più eventuali ulteriori personalità tra i comandanti delle forze di “peacekeeping” russe e i leader delle repubbliche separatiste. Il via libera – che per ora non è formale ma di principio – riguarda anche il non riconoscimento dei passaporti russi rilasciati a cittadini delle due entità. Mentre la Germania ha sospeso l’autorizzazione del gasdotto Nord Stream 2. Ad annunciato il cancelliere Olaf Scholz.
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