Libertà di stampa, Wanda Ferro condivide l’appello. «Patrimonio imprescindibile»
La deputata Fdi: «Ancor più esposti a minacce e intimidazioni sono i cronisti locali, che vivono a stretto contatto con la realtà del territorio»

CATANZARO «Condivido in pieno l’appello per la difesa della libertà di stampa lanciato dalle più autorevoli testate giornalistiche calabresi. Ciò nella consapevolezza della necessità di salvaguardare l’informazione libera e di qualità, che rappresenta un patrimonio imprescindibile per la democrazia, che per una sua piena affermazione ha bisogno di una cittadinanza consapevole». A dirlo in una nota è la deputata di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che aggiunge: «Ma una stampa che sappia svolgere con serietà ed attenzione il proprio ruolo di critica e di controllo dell’azione di governo è un patrimonio per la stessa politica, che viene stimolata a migliorare la qualità del proprio operato e ad effettuare scelte trasparenti nell’interesse dei cittadini. Per questo condivido una ferma presa di posizione contro le liti temerarie intentate da chi usa gli strumenti giudiziari della querela e della richiesta di risarcimento danni come mezzi per condizionare la stampa e per intimidirla. Ritengo necessario intervenire sul piano legislativo per disincentivare lo strumento giudiziario nei confronti dei giornalisti che scrivono notizie ritenute scomode, ad esempio prevedendo che, una volta dimostrata la temerarietà dell’azione giudiziaria e quindi la correttezza del lavoro del giornalista, il ricorrente venga condannato ad una sanzione proporzionale alla entità del risarcimento richiesto, e non solo al pagamento delle spese processuali. Ciò serve a salvaguardare chi svolge la professione con serietà, con onestà intellettuale, con senso di responsabilità nei confronti della collettività, nel rispetto delle regole deontologiche e nell’esclusivo interesse dei suoi lettori, avendo sempre come faro la ricerca della verità. Ancor di più in una realtà quale quella calabrese, sono i cronisti locali, che vivono a stretto contatto con la realtà del territorio, ad essere maggiormente esposti ad intimidazioni, a minacce e a volte a vere e proprie aggressioni fisiche. Troppo spesso si registra un clima generale di condizionamento nel quale, in aggiunta alla forza intimidatrice della ‘ndrangheta, diversi centri di potere cercano di limitare la libertà di stampa. Una realtà che purtroppo si lega al tema della debolezza di un sistema economico in cui l’editoria troppo spesso dipende da finanziamenti istituzionali, rispetto ai quali occorre evitare che una eccessiva discrezionalità della politica alteri i principi di concorrenza. Ritengo infine che la effettiva libertà di stampa possa essere assicurata soltanto con la dignità del lavoro del giornalista e la sua adeguata retribuzione. Bisogna premiare le aziende virtuose nei rapporti con i giornalisti e con i dipendenti, le testate che investono sulla qualità e sulla professionalità, anziché puntare sul precariato, sul rapporti contrattuali inappropriati, sulla compressione dei diritti e delle garanzie, magari sfruttando l’entusiasmo di tanti giovani che aspirano a svolgere una professione così nobile».