«Quando l’assenza della politica è un’invenzione»
Mentre il presidente Roberto Occhiuto era impegnato per fronteggiare a Roma i temi caldi del lavoro, delle crisi aziendali e della disoccupazione, incontrando il 2 marzo la ministra Mara Carfagna – p…

Mentre il presidente Roberto Occhiuto era impegnato per fronteggiare a Roma i temi caldi del lavoro, delle crisi aziendali e della disoccupazione, incontrando il 2 marzo la ministra Mara Carfagna – per superare le criticità riguardo la legge regionale appena licenziata sulla stabilizzazione di settantuno precari dell’azienda Calabria Lavoro – e il giorno dopo ragionando con il ministro Giancarlo Giorgetti, per difendere il patrimonio di competenze dei lavoratori dell’Abramo Customer Service, rimasti senza stipendio e il rischio imminente di trovarsi senza lavoro- dalla Calabria un’isteria lo additava assente.
Da dove era assente il presidente Occhiuto? Dall’avvenente tavolo di un auditorium scolastico nel comune di Nicotera, a un’oretta dall’aeroporto di Lamezia Terme, dove l’associazione “Mare pulito-Bruno Giordano” ha convogliato la presenza di un variegato pubblico con un interesse in comune: conoscere il programma della Regione Calabria sulla “mala depurazione” che causa l’inquinamento marino costiero, particolarmente visibile sulla costa tirrenica, da Tortora a Nicotera.
Il moderatore Pino Brosio, ingaggiato dall’associazione, non ha esitato a intonare l’apertura dei lavori sull’«assenza della politica». E neppure gli interventi seri e pacati dei rappresentati delle istituzioni presenti al tavolo, e coinvolti dal presidente Occhiuto per affrontare i problemi della depurazione, sono riusciti a sedare il folto gruppo di persone convinte di essere affette di abbandono politico. Silvio Greco, della Stazione Zoologica Anton Dohrn, scienziato di riferimento del procuratore Camillo Falvo, contrattualizzato con il Dipartimento regionale Ambiente, su espressa volontà del Presidente della giunta, ha provato a spiegare molte cose: che in Cittadella si sta lavorando in modo coriaceo e la mappatura delle criticità su cui la Regione è pronta a intervenire è stata avviata e che i dati, grazie al supporto tecnico dell’agenzia regionale per l’ambiente sono sul tavolo della “cabina di regia” istituita in Cittadella su impulso delle Procure di Paola, Lamezia Terme e Vibo Valentia.
Domenico Pappaterra, direttore generale dell’Arpacal, ha messo in evidenza che uno sforzo così serio per la protezione ambientale non aveva mai preso la strada avviata dopo il 16 dicembre a Pizzo, animando la squadra delle istituzioni che, anche grazie alla cabina di regia della Cittadella Regionale, ogni giorno sta conseguendo risultati concreti sulla repressione dei reati ambientali, che sono causa dell’inquinamento marino. Anche il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo ha preso atto che la gradevole locuzione “fioritura algale” riscontrata nella campagna di balneazione svolta da Arpacal lungo tutta la costa è una “prova” e non una giustificazione dell’inquinamento, trattandosi di un fenomeno direttamente connesso all’antropizzazione della costa e all’immissione di cariche batteriche e inquinanti.
Il comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Marina, Massimiliano Pignatale, con lo zelo appropriato alla divisa, ha fatto conoscere le attività che impegnano la capitaneria in azioni di contrasto ai reati ambientali sul demanio notiziando sulle condotte illecite di alcuni gestori degli impianti ma anche di alcuni operatori del mondo produttivo (edilizia, attività agricole, industriali e turistiche) che violano ogni norma ambientale.
Dal confronto tra i rappresentanti istituzionali è emersa oggettivamente una cognizione precisa del contesto ambientale e sugli interventi che riguardano la depurazione, a cui la Regione sta lavorando attraverso la cabina di regia per dare risposte sia a breve che a medio e lungo termine.
A volte basterebbe saper ascoltare, prima di fischiare l’assenza della politica. Ma assenza da cosa? Se la politica lavorasse sui problemi e si impegnasse alla soluzione, andrebbe assolta. Una questione di orgoglio ferito, da parte di chi aveva assicurato l’ingaggio del presidente Occhiuto? Tutti sanno che il presidente lesina palesemente le “passarelle”. Dunque perché (fare) alzare la bandierina “fuorigioco”. Appare un tantino poco equilibrato. Cosa dovrebbero dire i due consiglieri regionali presenti in sala, Gianfranco Comito e Amalia Bruni, rispettivamente presidente e vicepresidente della terza Commissione “Sanità, attività sociali, culturali e formative”, completamente ignorati persino da un indirizzo di saluto (salvo che dal sindaco di Vibo Maria Limardo nel suo intervento di poche, calibrate e fiduciose parole). Per equità, si comprende anche l’assenza, caduta nel vuoto, tra i relatori, dell’ingegnere ambientale Antonella Sette socia di “Mare pulito” e funzionaria di diretta collaborazione della Cittadella Regionale.
Sembra insomma un equinozio: sull’assenza un gran rumore, forse per nulla.
Non c’è una ricetta ma c’è tutta l’opportunità per prevenire certi toni che connotano, in modo più o meno felpato e tattico, il mondo dei convegni, in Calabria (si parla a nuora affinché suocera intenda?). Talvolta basterebbe guardare meglio alla realtà. E capire che il futuro della Calabria e la salute del suo mare non hanno la le spalle larghe di efficienza e onestà ma hanno i piedi a terra, dove la terra è spesso di argilla. Occorre infondere ogni sforzo nella stessa direzione: “Vi chiediamo di collaborare” hanno chiesto i giovani studenti. Bisogna uscire dal pantano degli egoismi di parte. Gli studenti che al convegno hanno parlato per ultimi insegnano molto sull’onestà e la necessità di agire evitando strumentalizzazioni. Nei loro interventi – potete leggerli sotto – trasuda la speranza di fare squadra “giocare a carte scoperte”. Molto da fare spetta anche alla comunità calabrese, ai loro sindaci per la gestione degli impianti su cui hanno competenza diretta e sulla capacità di riscuotere le tariffe del “servizio idrico integrato” perché se è vero che senza soldi non si canta messa, figuriamoci se si sollevano le pompe per depurare i reflui di ogni dove…
Gli interventi degli studenti
Il monito che parte da noi giovani è uno solo: collaborazione
di Pietro la Malfa 4 A Istituto Tecnico
Perché il mare, in alcuni periodi dell’anno è sporco?” È la domanda che tutti noi ci poniamo. La mancata separazione tra acque nere e acque bianche, l’assenza di una mappatura degli scarichi abusivi che fluiscono in mare, una gestione poco trasparente sullo smaltimento dei fanghi dei depuratori, l’atavico problema del fiume Mesima, la presenza di metalli pesanti sono solo alcuni dei problemi sollevati da anni da comitati, politici e associazioni cui non si è riusciti a dare risposte certe. Insomma, le difficoltà sono diverse, le cause e le concause tutte complicate, e risulta palese, dunque, che un Comune, lavorando singolarmente, anche con il massimo sforzo, non abbia le risorse per poter sbrogliare una matassa che, oramai, possiamo dirlo, si è troppo ingarbugliata. Per noi giovani amanti della nostra terra l’unica via è quella di un lavoro congiunto con gli altri comuni. Per noi giovani sarebbe auspicabile creare una cabina di regia allargata guardando il problema del mare secondo l’unica ottica che risulta vincente: quella sistemica. Da qui l’unica proposta per noi praticabile: creare un tavolo di lavoro unico, a cui far sedere tutti i sindaci della costa unitamente ai vertici della Regione e il mondo dell’associazionismo.
L’obiettivo della collaborazione, alla luce dei problemi individuati, sarà quello di strutturare un piano d’azione congiunto su tutta l’area costiera, da mettere poi in pratica con il supporto anche dei diversi Enti Locali. Quindi il monito che parte da noi giovani è uno solo: collaborazione, col fine primario di trasformare quella che è una delle nostre più importanti risorse naturali nel principale volano di sviluppo della nostra regione.
Anche dal mare parte il nostro futuro.
Ci Fidiamo di voi!!!!!
Non ci deludete!!!
Il mar Tirreno
di Giuseppe Bevilacqua 4 A Istituto Tecnico
Per proteggere, conservare e migliorare il mare quale grande “Capitale Naturale” del nostro territorio devono essere messe in atto, urgentemente, misure necessarie per raggiungere il buono stato delle acque e dell’ambiente marino, garantire la salute pubblica e arginare la perdita di biodiversità.
La problematica che si ripresenta puntuale ogni anno, ma che si trascina da decenni e che non sembra avere soluzioni è la cattiva depurazione, inutile girarci intorno!
In molte zone i depuratori non esistono o funzionano male.
E quei pochi che ci sono non riescono a sopportare il carico dovuto all’aumento delle presenze nei mesi estivi. A questo si aggiunge anche la totale assenza di allacci alla fogne e lo sversamento illecito nei torrenti come pubblicato dal report annuale di Goletta verde che ha certificato la maglia nera alla Calabria in compagnia di Campania e Sicilia.
Dunque, vi chiediamo a gran voce: risolvete il problema e il più in fretta possibile …noi giovani abbiamo bisogno di un mondo migliore in cui vivere, lavorare e progredire.
A scuola di sostenibilità, per le spiagge
di Josef Scandinaro- 4 A Istituto Tecnico
In merito a questa tematica vorrei informare i relatori presenti che il nostro dipartimento di meccanica si è posto l’obiettivo di trovare materiali innovativi ecosostenibili per contribuire alla salvaguardia del pianeta. A tal proposito si è posto la seguente domanda: la sabbia è una risorsa infinita?
Quali potrebbero essere le conseguenze per l’ambiente della sua estrazione intensiva delle spiagge? A queste e a tante altre domande sta provando a rispondere il mostro dipartimento di meccanica che coadiuvato con i prof. Ing. Marco Antonio Fuscà e la prof.ssa. Campisi tramite il progetto Green Concrete, che ha come obbiettivo cercare di sostituire la sabbia, utilizzata negli ultimi anni in modo improprio a causa del boom edilizio, che sta portando alla scomparsa di litorali naturali ed all’erosione delle terre emerse, con il vetro riciclato. Questo che ha caratteristiche simili alla sabbia in quanto, contenente sabbia silicica per cottura potrebbe risolvere e raggiungere due obbiettivi:
1) diminuzione della richiesta della sabbia
2) risparmio ed abbattimento del costo dello smaltimento del vetro in discarica angolo del pianeta per mettere le mani su un prodotto sempre più prezioso.
Un mare di civiltà
di Antonio Gerace Liceo Classico “Bruno Vinci” – Classe 5^ B
Il mare, da sempre, oltre ad avere messo in contatto le civiltà, è stato una delle principali fonti di benessere psico-fisico, sostentamento e sviluppo economico, offrendo salubrità, abbondanza di alimenti, possibilità di commerci e di turismo; ciò vale particolarmente per il Mare Mediterraneo come evidenzia, tra l’altro, anche la forte vocazione turistica dei territori delle nostre coste. Grazie alle sue particolari caratteristiche ospita molte “biodiversità” e molte specie “endemiche”, che lo rendono affascinante per le bellezze e prezioso per la salute e l’economia.
Purtroppo, negli ultimi decenni, l’inquinamento, la pesca insostenibile e l’eccessivo sviluppo costiero, stanno modificando le sue condizioni. Si registra la perdita di specie marine e la distruzione di interi habitat, i mari costieri risultano spesso non più godibili ed a volte non più balneabili. Noi giovani e le generazioni future rischiamo di non godere di tutti quei vantaggi che il mare ha sempre offerto. Da qui la necessità di una presa di coscienza del problema da parte di tutti noi, cittadini ed Istituzioni, affinché – anche adempiendo agli obblighi assunti dal nostro Paese in accordi internazionali come l’Agenda 2030 – si diffondano sempre più atteggiamenti improntati al rispetto ambientale, a produzioni aziendali con uso di fonti energetiche rinnovabili e basate sul modello di “economia circolare”, al corretto trattamento e smaltimento dei rifiuti.
Tra le fonti di inquinamento marino più diffuse risultano: i liquami fognari, i rifiuti agricoli, gli scoli urbani, gli scarti di produzioni industriali che spesso, in grandi quantità, vanno a finire nei corsi di acqua, come ad es. da noi il vicino Mesima, e da qui affluiscono al mare inquinandolo, con negative conseguenze per l’ambiente marino, per i pesci e per chi se ne ciba.
Come giovane appartenente a questo comprensorio, vorrei allora chiedere quali sono le specifiche misure messe in campo per contrastare questo fenomeno?