COSENZA Proseguono, all’ombra di Palazzo De Nobili, le trattative per le elezioni comunali di Catanzaro. Ieri il leader di Azione, Carlo Calenda, ha lanciato la candidatura a sindaco di Antonello Talerico, presidente dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro in campo con una proposta civica: «Una persona di grande qualità» (leggi qui). Nel centrosinistra, invece, Nicola Fiorita ha già sciolto la riserva dopo la richiesta avanzata dal responsabile degli Enti locali del Pd, Francesco Boccia, che aveva chiesto un impegno per dar vita ad un «campo largo». Il leader di Cambiavento, raccolto il mandato dem adesso attende di capire le intenzioni di Aldo Casalinuovo (in attesa di confrontarsi con i suoi) mentre Valerio Donato ha chiuso al dialogo e pare deciso a restare in campo.
La coalizione di centrodestra, il campo storicamente più forte a Catanzaro, in questa campagna elettorale è segnato da mugugni e «veti incrociati» come ha avuto modo di sottolineare, ai nostri microfoni, la parlamentare di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro. Ieri a Cosenza per una iniziativa della Scuola di Formazione Politica regionale di Gioventù Nazionale, la Ferro non ha nascosto le difficoltà riscontrate nei tentativi di fare sintesi su un nome condiviso: «Al momento manca ancora qualcosa almeno fino a quando ci saranno veti incrociati e non saranno chiarite alcune posizioni. Non si tratta di tempi lunghi, ma ragionati», aggiunge Ferro. «Vogliamo pensare alla città – ha chiosato – e per farlo dobbiamo necessariamente avere un progetto condiviso e una adeguata programmazione. Senza tralasciare la sfida del Pnrr». Sull’impasse in casa centrodestra, è intervenuto anche il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida. «E’ in corso una concertazione per dare la migliore squadra possibile e il nome più idoneo a garantire la continuità ad una amministrazione che riteniamo valida – ha sottolineato ai nostri microfoni – lo facciamo senza nessun pregiudizio ma in evidente contrapposizione al centrosinistra e al M5s che non possono governare bene in nessun comune, figuriamoci in una città importante come Catanzaro». (f. b.)
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