KIEV L’invasione dell’Ucraina è entrata nel ventiduesimo giorno e le truppe di Putin continuano a bombardare le città. La situazione più disastrosa a Mariupol da settimane assediata e dove si registra l’ultimo drammatico episodio. Un attacco aereo ha colpito il centro sportivo Neptun – utilizzato come rifugio per donne incinte e madri con bambini piccoli – dove c’erano almeno 500 civili, come riportato da Human rights watch.
Mentre a Chernihiv, vicino al confine bielorusso, tre persone tra cui alcuni bambini, sono stati uccisi mentre erano in fila per il pane. E bombardamenti pesanti si registrano anche nella capitale.
I resti di un missile da crociera abbattuto dalla contraerea hanno colpito un edificio residenziale a Kiev, nel distretto di Darnytskyi. È avvenuto intorno alle ore 5:00 locali. Il bilancio, secondo quanto riferito dal Servizio di emergenza statale ucraino, è di un morto e tre feriti. Trenta persone inoltre sono state evacuate. Tutto questo mentre le trattative per una tregua sembrano aver registrato una battuta d’arresto.
«Mariupol prima era una città di 400mila persone, da tre settimane è in condizioni di sopravvivenza senza acqua, corrente elettrica. Viene colpita da missili in continuazione, anche i convogli umanitari vengono bombardati. Si stima che le perdite civili siano 20mila. Ieri è stato bombardato il teatro della città dove si rifugiavano 1.200 donne e bambini. C’erano segnali che all’interno c’erano i bambini, ma il mostro ha colpito lo stesso». Lo ha detto il ministro della Difesa ucraina, Oleksii Reznikov, in collegamento con le commissioni Esteri e Difesa del Parlamento europeo.
C’è una speranza che la gente dentro al teatro sia ancora in vita. Il deputato dell’Oblast Sergei Taruta, tra i primi ad annunciare il bombardamento del teatro, ha pubblicato su Facebook un post nel quale dice che il bunker anti aereo sotto l’edificio ha resistito. «Dopo una terribile notte di incertezza la mattina del ventiduesimo giorno di guerra, finalmente buone notizie da Mariupol. Il rifugio antiaereo ha resistito. La gente sta uscendo viva dalle macerie!», ha scritto.
Il Bundestag tedesco saluta con un’ovazione il presidente ucraino Volodymir Zelensky, comparso in video per il suo intervento. «Il mondo è con l’Ucraina, e la Germania è al vostro fianco», ha detto la vicepresidente del Bundestag, Katrin Goering-Eckardt, aprendo la seduta del parlamento tedesco, e dando la parola al presidente Zelensky. «Putin con la sua guerra ha attaccato anche il nostro ordinamento della pace, presidente Zelensky, noi vi vediamo. Il vostro Paese ha scelto la democrazia. E di questo ha paura Putin», ha aggiunto sottolineando che Putin abbia «ha già fallito».
E prendendo la parola Zelensky ha affermato: «Si alza un muro sempre più forte fra l’Ucraina e l’Europa». «Questo muro è più forte – ha aggiunto – con ogni bomba che cade in Ucraina, con ogni decisione che non viene presa nonostante il fatto che voi potreste aiutarci». «Abbiamo sempre detto che Nord Stream 2 fosse un’arma e abbiamo sentito rispondere che fosse economia, economia, economia». «Anche adesso esitate sull’ingresso dell’Ucraina nell’Europa. È un’altra pietra per il muro», ha aggiunto nel suo discorso.
«Abbiamo percepito resistenza, percepiamo che volete economia, economia», ha incalzato. «Cancelliere Scholz, butti giù questo muro. Mostri la leadership che la Germania merita, e i suoi successori saranno solo orgogliosi di lei. Sostenga gli ucraini e ci aiuti a fermare questa guerra». Zelensky cita Donald Regan che chiese di «tirare giù il muro» di Berlino rivolgendosi a Gorbaciov.
L’invasione russa dell’Ucraina «si è ampiamente bloccata su tutti i fronti», e «le forze russe hanno fatto progressi minimi sul terreno, nel mare e nello spazio aereo negli ultimi giorni, continuando a registrare pesanti perdite». A segnalarlo è l’intelligence britannica, nel suo ultimo aggiornamento sulla guerra in Ucraina.
«La resistenza ucraina è ancora solida e ben coordinata», proseguono le fonti britanniche, evidenziando che «la maggior parte del territorio ucraino, comprese tutte le grandi città, resta sotto il controllo ucraino».
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky parlerà in videoconferenza con la Camera e il Senato a Montecitorio il 22 marzo alle ore 11. Lo si apprende dalla riunione dei capigruppo della Camera.
Primo sì del Parlamento al decreto Ucraina, che prevede, oltre all’invio delle armi e equipaggiamenti, gli aiuti e le misure per l’assistenza ai profughi. Il provvedimento è stato approvato dalla Camera con 367 voti a favore, 25 contrari e 5 astensioni.
I deputati Dall’Osso (Fi), Segneri e Lorenzoni (M5s), e Fratoianni (Leu) sono intervenuti in aula per dichiarare il voto contrario. Fassina (Leu) si è invece astenuto.
Sono stati 231 i deputati che non hanno partecipato al voto sul decreto Ucraina che prevede, oltre all’invio delle armi e equipaggiamenti, gli aiuti e le misure per l’assistenza ai profughi. Il provvedimento ha ottenuto il via libera con 367 voti a favore, 25 contrari e 5 astensioni. I presenti in aula sono stati 397 e di questi 78 erano collocati in missione. Ai fini statistici occorre segnalare che sia il presidente della Camera che il presidente di turno non vengono conteggiati.
Il Pd con 69 presenti su 97 appartenenti al gruppo e 7 dichiarati in missione, registra la più alta percentuale di presenza con il 71,13%. Segue il M5S con 106 votanti su 155 componenti (21 in missione) 68,39% di presenza complessiva; poi Fdi con il 67,57%, presenti 25 su 37 (3 in missione). Iv conta 18 presenti su 28 (9 in missione) 64,29% di presenza; Coraggio Italia 14 su 22 (3 in missione) presenza 63,64%; Forza Italia 49 su 80 (9 in missione), percentuale 61,25.
Per la Lega erano in aula 79 deputati su 133 (17 in missione) percentuale presenti 59,40. Poi Leu 5 votanti su 10 deputati che appartengono al gruppo con il 50% di presenti e infine il gruppo Misto con il 48,48 di presenti, ovvero 32 deputati votanti su 66.
La Cina promette che non attaccherà mai l’Ucraina e che fornirà aiuti economici al Paese. Lo ha dichiarato l’ambasciatore cinese in Ucraina, Fan Xianrong, in un incontro con il governatore di Leopoli, Maksym Kozytsky, citato dal sito web della città nell’ovest dell’Ucraina. La Cina, ha detto l’ambasciatore, è «un Paese amichevole con il popolo ucraino» e «non attaccherà mai l’Ucraina. La aiuteremo in particolare sul piano economico». Da Pechino, in risposta a una domanda sulle dichiarazioni del diplomatico cinese, il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, ha sottolineato che «la Cina sostiene sicuramente queste affermazioni del nostro ambasciatore in Ucraina» e «sostiene tutti gli sforzi che portano a un allentamento della situazione a una soluzione politica». Domani, fa sapere la Casa Bianca, è prevista una telefonata tra il presidente Usa Biden e il presidente cinese Xi Jinping.
La Francia deve potenziare il suo esercito per essere pronta a rispondere ad «una guerra di alta intensità che può tornare sul nostro continente». Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, presentando ai Docks di Aubervilliers, alle porte di Parigi, il suo programma elettorale in vista delle elezioni presidenziali del 10 e del 24 aprile.
«Uno dei punti chiave dell’accordo di pace tra Ucraina e Russia sarà il cessate il fuoco immediato e il ritiro totale dell’esercito russo dal territorio ucraino». In un’intervista ai media polacchi, il consigliere del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha detto anche quanto tempo sarà necessario, secondo lui, per raggiungere un accordo su tutti i punti di contrasto: «Da qualche giorno fino a una settimana e mezza. Tuttavia, i negoziati saranno un processo su larga scala a cui partecipano non solo Russia e Ucraina. Partecipano in maniera non diretta anche i nostri partner, tra cui la Polonia. Perché non vogliamo firmare solo un accordo ma sviluppare un meccanismo concreto che garantisca la nostra sicurezza in futuro».
«Finora, sia la delegazione russa che quella ucraina sono ferme sulle loro posizioni. La risoluzione delle controversie può richiedere da pochi giorni a una settimana e mezza – ha spiegato Podolyak- Durante questo periodo, dobbiamo avvicinarci a un accordo di pace. Tenendo ovviamente conto degli interessi dell’Ucraina, che ha subito enormi danni da parte della Russia. L’accordo di pace aiuterà a far cessare la fase attiva del conflitto. E poi dovremo ricostruire il Paese. È chiaro che la Russia non ha nessuna possibilità di mostrare che oltre a lei ci sono altri colpevoli in questa catastrofe».
«La Russia – ha aggiunto il consigliere di Zelensky – non avrà altra scelta che iniziare un ritiro immediato delle sue forze armate. Dopo la firma dell’Accordo la Convenzione di Vienna entrerà in vigore per entrambe le parti. In cui è chiaramente scritto che il trattato di pace può essere annullato se gli stati in guerra non ritirano le loro truppe dal territorio nemico. Pertanto, qualsiasi tentativo di trattenere i soldati russi sul suolo ucraino sarà legalmente infondato. Per assicurare che la Russia rispetti l’accordo saranno messe per iscritto le modalità di ritiro delle truppe dal territorio ucraino e l’aiuto concreto dei nostri partner che garantiranno il rispetto delle condizioni dell’accordo e la sicurezza dell’Ucraina in futuro».
Rispondendo a una domanda sulla possibilità che Donetsk e Luhansk possano tornare sotto il controllo ucraino, Podolyak ha spiegato che «le trattative continuano. Cerchiamo una formula giuridica. Quando la troveremo, i presidenti di Ucraina e Russia continueranno i negoziati in un incontro speciale».
Questo incontro speciale avverrà, spiega, «non appena avremo finito di lavorare sulle condizioni, inizieremo a organizzare l’incontro. Questo sarà il tema delle prossime settimane. Ma il luogo non ci interessa. Qualsiasi paese, tranne la Russia», sottolinea Podoliak. «Ora non ci pensiamo, stiamo lavorando sull’accordo di base. Dopodiché parleremo di come dovrebbe svolgersi l’incontro. La stretta di mano è il nostro minor problema».
«La Russia cerca di convincere il mondo che non distrugge aree residenziali, non bombarda le città e non ci sono vittime tra la popolazione civile. Queste sono tesi di propaganda completamente false. La verità è in migliaia di città, case e persone distrutte. La verità è nelle catastrofi umanitarie provocate dalla Federazione Russa», ha scritto poi in un tweet Podolyak.
Da parte sua il ministro ucraino della Difesa, Oleksii Reznikov, in collegamento con la commissione Esteri e Sicurezza del parlamento britannico, ha detto che ai negoziati parliamo di cessate il fuoco, corridoi umanitari, ma «non accetteremo mai una capitolazione». Ogni svolta, ha rimarcato, dipenderà dalla volontà russa di concordare un cessate il fuoco totale. «Spero che finiremo molto presto questa guerra, naturalmente sconfiggendo il Cremlino», ha sottolineato, citato dal Guardian.
«Prima di tutto, durante i negoziati vogliamo parlare di cessate il fuoco, corridoi umanitari, la fornitura alla popolazione civile evacuata di acqua e cibo, e forse dopo potremo firmare un accordo di pace», ha spiegato. «Ma non accetteremo mai una capitolazione, e le nostre forze armate sono pronte a resistere. Oggi possiamo dire che i negoziati sono, più o meno, a livello tecnico. Naturalmente sono coinvolti avvocati, politici, e non voglio dare tutti i dettagli. Ma devo dire che non vi è nulla di cui essere soddisfatti. Sperò però che finiremo questa guerra molto presto e naturalmente che accadrà sconfiggendo il Cremlino», ha detto.
«Non vediamo segnali» relativi alla possibilità che Vladimir Putin sia pronto a fermarsi in Ucraina. Lo afferma il segretario di Stato, Antony Blinken, che ha detto che «fino ad oggi» non ha visto «alcuno sforzo significativo da parte della Russia per portare a termine questa guerra attraverso la diplomazia». Al contrario – ha aggiunto – le ultime osservazioni di Putin «suggeriscono che si sta muovendo nella direzione opposta».
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