CATANZARO Dopo l’intervento del presidente Occhiuto che ha chiesto la proroga al 30 giugno per il personale sanitario integrato durante l’emergenza Covid il sindacato continua a chiedere un tavolo di confronto. Alessandra Baldari, segretaria generale di Fp Cgil, porta avanti la sua denuncia ai microfoni di Buongiorno regione: «Non mancano le risorse per stabilizzare i sanitari precari, anche il Tavolo adduce ha segnalato la disponibilità di 23 milioni, questi fondi potrebbero garantire la proroga dei contratti fino a dicembre 2023». La richiesta del governatore per Baldari è solo un piccolo passo e non risolve realmente la situazione del personale Covid: «Abbiamo opportunità legislative in questo momento che sono imperdibili – afferma – il tavolo di confronto al quale ambiamo ci serve per chiedere un protocollo come è stato fatto nelle altre regioni, circa 1400 lavoratori attendono delle garanzie per il futuro. Il vero problema, evidenziato anche dalla relazione della Corte dei Conti, – insiste la segretaria Fp Cgil – è la nostra incapacità di spesa, i soldi li abbiamo». A giocare un ruolo fondamentale in questo momento per Baldari è la programmazione delle assunzioni, solo così anche le 91 strutture di prossimità previste dal Pnrr come Cot, Ospedali di Comunità, Case di comunità, destinate a garantire assistenza ai cittadini e colmare il grave gap tra ospedale e territorio avranno necessità di organico per funzionare, non si può pensare di affidare questi servizi ai privati». Una proroga di pochi mesi dunque risulta inadeguata e l’intervento necessario per dare il giusto riconoscimento a infermieri, oss e medici che sono in prima linea nella lotta alla pandemia da due anni è la stabilizzazione. «Quando abbiamo cominciato ad affrontare l’emergenza in Calabria partivamo da una situazione di carenza assoluta, dal 2010 al 2019 c’è stata una riduzione del personale del 15 per cento mentre per le altre regioni si è attestato al 6 per cento». Per Baldari questo è il momento per sciogliere quei nodi che strozzano la sanità da troppo tempo «senza personale i Lea non possono risalire» aggiunge citando forse il buco nero più grande che caratterizza la sanità regionale.
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