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“Robin Hood”

Processo sui fondi del Credito Sociale, i «non ricordo» di Calvetta sulla nomina

Sentito in aula come teste l’ex direttore generale. Il trasferimento dei fondi a Fincalabra, lo scontro con l’ex assessore sul Comitato di Gestione e quella volta che «Scopelliti mi chiese di dimet…

Pubblicato il: 30/03/2022 – 6:53
Processo sui fondi del Credito Sociale, i «non ricordo» di Calvetta sulla nomina

CATANZARO «Avete avuto delle divergenze sulla gestione del progetto credito sociale?», ha chiesto il pm Graziella Viscomi al teste Bruno Calvetta nel corso del processo nato dall’inchiesta Robin Hood sulla presunta distrazione di fondi europei destinati alle famiglie disagiate. Le divergenze delle quali ha parlato il pm sarebbero quelle tra l’ex assessore regionale al Lavoro, Nazzareno Salerno, e l’ex direttore generale del dipartimento dieci Bruno Calvetta che in questo processo è parte civile per un presunto caso di estorsione del quale sarebbe stato vittima. Secondo l’accusa, infatti, Salerno avrebbe costretto Calvetta a sottrarre la responsabilità del progetto Credito Sociale a un dirigente a lui sgradito, Cosimo Cuomo, per affidarlo a Vincenzo Caserta che sarebbe stato, invece, gradito all’assessore. Così facendo Salerno avrebbe potuto ottenere provvedimenti conformi alla propria volontà ossia esternalizzare il servizio di partnership finanziaria del progetto e affidarlo alla Cooperfin spa.
In questa vicenda Bruno Calvetta è uno dei grandi accusatori. Per rispondere alla domanda del pm ha asserito che le divergenze con Nazzareno Salerno sono state «moltissime, moltissime», fin dall’insediamento dell’assessore nell’aprile 2013.

La funzione di Cusimano e il Comitato di Gestione

bruno calvetta processo robin hood
Bruno Calvetta

Il dirigente afferma di essersi un giorno trovato a dialogare con l’assessore Salerno e con «il signor Antonello Cusimano, del quale io non avevo conoscenza e l’Assessore mi aveva spiegato: “guardi che è una persona che ci può dare una mano, è esperto in cose bancarie, me lo manda l’assessore Tallini”, questo mi disse».
«Era impiegato nella Regione Calabria, aveva qualche funzione?», ha chiesto il pm.
«No, mai visto, mai conosciuto…», ha risposto Calvetta.
Altro oggetto di scontro con l’assessore sarebbe stato il Comitato di Gestione e le sue funzioni, poiché Calvetta era convinto che le funzioni di questo Comitato – nel quale, tra gli altri, era stato inserito anche Cusimano – potevano essere svolte dalle risorse interne del dipartimento. Non solo, Calvetta avrebbe subìto delle lamentele anche per quanto riguarda il compensi che dovevano ricevere i componenti del comitato di gestione.
«Senta – ha chiesto il pm Viscomi – rispetto all’epoca in cui stiamo parlando del bando, Credito Sociale, Comitato di Gestione etc, ricorda se c’erano in corso elezioni o se erano prossime delle elezioni?»
Il teste ha confermato che c’era le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del 2014.
«Si ricorda se il Salerno era candidato?», ha chiesto il magistrato.
«Salerno è stato candidato e ha preso parecchi voti», è la risposta.
Nel corso del controesame dell’avvocato Naccari, questi ha chiesto se il Comitato di Gestione è a firma di Calvetta e se è un provvedimento legittimo.
«Se l’assessore – ha risposto il teste – ha seguito le procedure di evidenza pubblica per l’individuazione dei componenti, confermo che è legittimo sia alla fonte, nel momento in cui lo ha esercitato, e sia a valle quando poi ha nominato, perché l’assessore ha esercitato una funziona prevista dal bando, quindi non ha esercitato un potere non conferito, ma l’esecuzione di quel potere poi non rientrata nelle mie capacità, non gli potevo dire io: nominali con evidenza o nominali senza l’evidenza, è questo il punto».

«Conosco Salerno da quando è nato»

Per quanto riguarda i rapporto personali con l’ex assessore il dirigente ha affermato di conoscere Salerno «da quando è nato, Salerno ha cinque anni meno di me, l’ho seguito, era un ragazzo molto impegnato nel sociale, era nei boyscout, una persona molto…, che moralmente io ho sempre ammirato. Quindi quando lui è arrivato in assessorato per me è stato, come posso dire, conseguire una buona cosa, ritengo pure per lui mi auguro».

Cuomo e la Gestione del Credito Sociale

Sul progetto del Credito Sociale, il responsabile di asse direttore delle politiche lavoro, era Cosimo Cuomo, un funzionario vicino a Calvetta ma che non sarebbe piaciuto a Salerno. Per la nomina a quella funzione la Regione fece un bando al quale partecipò anche Cuomo. «… io feci – ha spiegato Calvetta – una relazione positiva su Cuomo e dissi che secondo me era lui l’uomo da nominare, la persona da nominare. Lo feci questo in ragione di due disposizioni della giunta regionale, una di marzo e una di settembre, se non vado errato, che attribuivano, in via finale quest’ultima, al potere esclusivo del direttore generale la capacità di individuare la persona giusta perché ricoprisse quel posto». «Ebbene dopo qualche giorno – ha detto il teste – arrivò una lettera fuori dalla norma, fuori dalle Istituzioni, fuori anche, come posso dire, da quella che era la mia valutazione dell’assessore Salerno, il quale assessore Salerno si rivolse direttamente all’assessore Tallini e ad altri assessori, infine mise pure me in conoscenza per dire che la scelta era sbagliata, che io non lo potevo fare, che doveva essere lui a indicarlo e lui ha indicato la dottoressa Concettina Di Gesu…».

Il bando per il partner finanziario

Altro oggetto di attrito sarebbe stato il bando per la scelta del partner finanziario per il progetto del Credito Sociale. Calvetta ha detto che «subito dopo aver fatto la manifestazione di interesse per il partner finanziario, avevo messo una clausola nel bando dove la clausola diceva testualmente: l’amministrazione si riserva di revocare la procedura nel caso in cui ci fosse una sola istanza (cioè fosse stata presentata una domanda, ndr). Ci fu una sola istanza. Allora, tenga conto delle mie remore pregresse, del fatto che c’era una sola istanza e quindi io ho applicato quello che diceva il bando». La sola istanza che ci fu e che Calvetta revocò fu quella della Cooperfin. Secondo il teste non era corretto che quei soldi «andassero a un ente esterno» e secondo il suo parere era «un danno per la performance comunitaria». Il pensiero del direttore generale era che i soldi andassero a un ente in house della Regione, come Fincalabra spa, che potesse certificarli. Quindi tra marzo e aprile 2014 Calvetta fece due cose: revocò la scelta del contraente (cioè di Cooperfin) e l’11 aprile 2014 prelevò dal conto del Dipartimento  i fondi necessari per fare operare il Credito Sociale e li mise in Fincalabra.
«Quindi lei trasferì a Fincalabra i fondi necessari per fare operare il credito sociale, fece proprio il trasferimento dei fondi?», ha chiesto il pm.
«Sì, io tolsi praticamente i soldi secondo me dal pericolo».

«Scopelliti mi chiese di dimettermi»

Calvetta era stato nominato dalla giunta Scopelliti ma, ha raccontato che ad un certo punto, «Scopelliti mi chiese di dimettermi perché il contrasto con l’assessore era così forte che poteva contrastare pure l’azione politica della giunta, quindi io non le dico come ci sono rimasto, mi diceva anche che da lì a poco c’erano le elezioni mi pare europee, non vorrei sbagliare, che quindi lui – come posso dire – era interessato al buon andamento politico, quindi io su questo piano diciamo che ci rimasi molto male… mi si chiedeva di dimettermi o di essere completamente adesivo alle richieste, e io a queste richieste mi sono opposto in maniera piuttosto forte, pure a volte un pochettino volgare, nel senso che poi quando uno non riesce a capire come gestire delle cose, magari…, gli avrò detto qualche parola, ma può essere pure di no, non lo so». Calvetta pensò anche di denunciare e si rivolse a un avvocato il quale gli avrebbe consigliato di aspettare.

Come è stato nominato Calvetta

Bruno Calvetta ha dichiarato in sede di esame di essere stato nominato da Scopelliti. In sede di controesame l’avvocato Naccari ha chiesto se la nomina fosse fiduciaria e quando venne contattato da Scopelliti.
Calvetta ha risposto che la nomina è fiduciaria «nell’ambito della rosa degli idonei» e che è stato contattato da Scopelliti, ritiene, «subito dopo aver fatto la domanda», poi dice di non ricordare quando.
«Ma scusi, come fa a non ricordarsi, o è a chiamata diretta o è una selezione, lei ha detto che ha partecipato ad una selezione, poi invece nel corso dell’interrogatorio al pubblico ministero ha detto una cosa diversa», ha ribattuto l’avvocato Naccari.
«Avvocato, forse ci stiamo confondendo, stiamo parlando giustamente di fatti che sono avvenuti ben dodici anni fa, quindi io non ricordo il contesto in cui mi venne proposta questa nomina, mi venne proposta e io accettai. Se la giunta regionale all’epoca seguì un metodo piuttosto che un altro, questo non lo ricordo, ricordo perfettamente che io avevo i requisiti per ricoprire quella funzione», ha rettificato Calvetta. (ale. tru) (1. Continua)

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