CATANZARO Rallentamento della nuova campagna vaccinale per la quarta dose, percentuali ancora alte di infezioni sul territorio, ma complessivamente il dato sull’andamento dell’epidemia da Covid-19 sembra ridursi. È la fotografia che emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe.
Secondo il report di Gimbe, fino al 20 aprile (ore 6) sono state 80.554 le quarte dosi somministrate in Italia agli immunocompromessi, con un tasso di copertura del 10,2% delle 791.376 persone a cui andrebbe somministrata ma con nette differenze regionali: dall’1,6% della Calabria al 40,5% del Piemonte. Mentre sono state 29.158 le quarte dosi somministrate agli over 80, ospiti delle Rsa e fragili tra 60-79 anni, pari allo 0,7% dei 4,4 milioni di persone che rientrano in queste categorie. In questo caso le differenze che vanno dallo 0,04% del Friuli-Venezia Giulia all’1,2% del Lazio.
Nella settimana 13-19 aprile si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi in tutte le Regioni (dal -1,7% del Molise al -28,2% della Calabria).
Rispetto alla settimana precedente, in 6 Province si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, in 101 una riduzione.
Quanto al testing, si registra un calo del numero dei tamponi totali (-21,4%): da 2.919.794 della settimana 6-12 aprile 2022 a 2.294.395 della settimana 13-19 aprile. In particolare, i tamponi rapidi sono diminuiti del 21% (-488.627), mentre quelli molecolari del 22,9% (-136.772). La media giornaliera settimanale del tasso di positività rimane stabile dal 13,3% al 13,2% per i tamponi molecolari, mentre aumenta dal 15,5% al 16,4% per gli antigenici rapidi.
Ci sono quattro province tra le 72 in Italia che hanno registrato un’incidenza oltre i 500 casi per 100.000 abitanti. Si tratta di Catanzaro, Crotone, Vibo e Reggio. Soltanto il Cosentino non rientra tra i territori con un impatto elevato di infezioni. In particolare ecco quali sono le provincie italiane con maggiori casi su abitante.
Ascoli Piceno (972), Chieti (931), Isernia (873), Teramo (852), Pescara (851), Avellino (831), Messina (789), Perugia (779), Bari (772), Ravenna (763), Catanzaro (758), Reggio nell’Emilia (756), Salerno (746), Treviso (740), Vicenza (738), Campobasso (735), Padova (732), Venezia (724), Rieti (723), Potenza (722), Caserta (721), Latina (717), Brindisi (697), Rovigo (685), Livorno (684), Benevento (683), Roma (680), Siena (680), Oristano (676), Belluno (662), Forlì-Cesena (654), Fermo (654), La Spezia (650), Massa Carrara (641), Lecce (638), Cagliari 637), Pisa (634), Taranto (631), Asti (631), Parma (629), Modena (626), Nuoro (623), Grosseto (619), Bologna (616), Verona (611), Sud Sardegna (608), Terni (603), Frosinone (601), Rimini (600), Ancona (598), Ferrara (591), Siracusa (589), Napoli (588), Crotone (587), Alessandria (586), L’Aquila (578), Arezzo (577), Vibo Valentia (568), Macerata (562), Genova (555), Firenze (554), Lucca (554), Matera (549), Pistoia (548), Foggia (542), Palermo (540), Viterbo (534), Trieste (525), Mantova (525), Reggio di Calabria (521), Trapani (519) e Verbano-Cusio-Ossola (505).
Resta ancora alto il dato sull’occupazione dei posti letto in Calabria. Soprattutto in area non critica, dove la regione è al secondo posto per saturazione. Nei reparti risultano occupati il 28% dei posti letto, contro la media italiana del 16%. In particolare la Calabria rientra tre le cinque regioni che hanno superato la soglia del 20%. La situazione più critica in Umbria, che con un +3% torna al 40%, le altre regioni che superano la soglia del 20%, oltre la Calabria (dato comunque in calo) e l’Umbria sono la Sicilia (24%), Basilicata (26%) e Abruzzo (24%).
Per quanto attiene l’occupazione delle terapie intensive la Calabria svetta al primo posto con una percentuale del 9%. Un dato stabile, ma vicino alla soglia di rischio del 10%. La media italiana è al 4% (un anno esatto fa registrava il 35%). Scendendo nel dettaglio i pazienti con Covid-19 cala in 6 regioni: Basilicata (al 4%), Campania (7%), Marche (2%), Sardegna (9%), Toscana (4%) e Valle d’Aosta (0%). Mentre cresce in 4: Abruzzo (6%), Pa Bolzano (3%), Puglia (8%), Umbria (5%). Mentre è stabile nelle restanti 11: Calabria (al 9%), Emilia Romagna (4%), Friuli Venezia Giulia (2%), Lazio (7%), Liguria (6%), Lombardia (2%), Molise (5%), Pa Trento (3%), Piemonte (4%), Sicilia (6%) e Veneto (2%). (rds)
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