CATANZARO Il gup del Tribunale di Catanzaro, Ciriaco, si è pronunciata in merito alla posizione degli imputati che hanno scelto il rito abbreviato nel processo scaturito dall’inchiesta “Katarion”. Sono stati assolti, per quanto attiene il reato associativo, Alessio Presta e Annaelisa Esposito (entrambi difesi dall’avvocato Francesco Liserre) e Alfonso Caglione (difeso dall’avvocato Antonio Crusco), Giuseppe Antonuccio, Luigi Tundis e Concettina Zicca. L’impianto accusatorio ha sostanzialmente retto.
Giuseppe Antonuccio, (difeso dall’avvocato Cesare Badolato) è stato condannato a 6 anni; Mario Cianni (avvocati Giuseppe Bruno e Armando Sabato) a 18 anni; Poldino Cianni (Avvocato Cesare Badolato) a 7 anni e 4 mesi; Annaelisa Esposito (avvocato Francesco Liserre) a 4anni e 2 mesi; Flavio Graziosi (avvocati Cesare Badolato e Giovanni Salzano) 8 anni e 2 mesi; Alessio Presta (avvocato Francesco Liserre) 5 anni e 8 mesi; Alfonso Scaglione (avvocato Antonio Crusco) anni e sei mesi; Maurizio Tommaselli (avvocato Marco Bianco) 9 anni e 4 mesi; Luigi Tundis (avvocato Cesare Badolato) a 5 anni; Franco Valente (avvocato Rossana Cribari) 13 anni e 10 mesi; Gianluca Vitale (avvocati Riccardo Errigo, Giuseppe Bruno e Armando Sabato) a 8 anni; Concettina Zicca (difesa dagli avvocati Armando Sabato e Giuseppe Bruno) a 8 anni e 4 mesi.
Due le attività principali del core business del sodalizio criminale legato al clan Muto di Cetraro: lo spaccio di droga e le estorsioni. Sono circa 250 gli episodi di cessione di stupefacente documentati dalle attività investigative. Tra gli altri reati contestati: «associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti; produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti; estorsione, tentata e consumata, aggravata dal ricorso al metodo mafioso; detenzione illegale di armi da fuoco». (f.b.)
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