Visioni diverse sul futuro di Catanzaro e contrapposizioni sul piano politico. A “20.20”, il settimanale di approfondimento de “L’Altro Corriere Tv” (canale 75), va in scena uno spumeggiante e serrato confronto tra due candidati sindaco di Catanzaro: il vicepresidente nazionale del Codacons, Antonio Di Lieto, e il presidente dell’Ordine degli avvocati Antonello Talerico. Li accomuna il fatto di essere avvocati, per il resto non li accomuna praticamente nulla: Di Lieto è in campo alla guida di una coalizione sostenuta da forze della sinistra radicale, Talerico, che appartiene all’area di centrodestra (è stato candidato alle ultime Regionali con Forza Italia e al momento ha pendenti alcuni ricorsi che in caso di vittoria potrebbero portarlo a Palazzo Campanella), è in campo alla guida di una coalizione essenzialmente civica. Ospiti di Danilo Monteleone e Ugo Floro, Di Lieto non si risparmiamo stoccate fin dalle prime battute.
Secondo Di Lieto, «a Catanzaro i vecchi arnesi della politica sono ancora in campo. Tutti invocano il cambiamento e quando tutti invocano un cambiamento si certifica un fallimento. Vorrei che tutti prendessero le distanze dai capibastone che imperversano a Catanzaro. Se poi Catanzaro legittimamente decide di non cambiare ne prenderemo atto, ma non sottovaluterei la rabbia che c’è in città». A sua volta Talerico, che conferma «se divento sindaco rinuncio ad andare alla Regione», sostiene che «il vero cambiamento, al di là dei proclami, lo vedremo nei contenuti ma soprattutto nella scelta dei candidati nelle singole liste. Vediamo che c’è una coalizione che ha assorbito tutti gli uscenti di maggioranza e di opposizione, quella del candidato sindaco Valerio Donato, candidato sindaco di sinistra ma poi ci sono uomini di centrodestra e uomini di centrosinistra e però si definiscono polo civico, una definizione molto originale…Non abbiamo bisogno di un nuovo vecchio o di un vecchio nuovo». Con Donato ci sono anche la Lega e Forza Italia, e Talerico non manca di polemizzare con il coordinatore regionale azzurro Giuseppe Mangialavori: «La Lega non esiste, esistono dei contenitori nei quali non c’è nessuno con la tessera con la Lega. Forza Italia non esiste, si è spostato solo un simbolo, quelli che erano in Forza Italia sono rimasti con noi. Io appartengo a Forza Italia, non appartengo alla visione di Forza Italia che ha il coordinatore regionale, quindi prendo le distanze dal coordinatore ma non dal partito. Appartengo e sono un uomo di centrodestra: non rinnego, come fanno altri altri i propri alleati, io sono lineare e coerente. La mia candidatura – specifica il candidato sindaco e presidente dell’Ordine degli avvocati – non è un dispetto: mi sono candidato prima della prima interpartitica del centrodestra e poi nelle settimane successive il mio nome è tornato sul tavolo perché era il più naturale e fisiologico del centrodestra, ma non è passato, il perché lo dovete chiedere a Mangialavori. Io non attacco i vertici di Forza Italia: magari mi cacciano così mi convocano e Mangialavori deve spiegare perché mi ha fatto il veto, non essendoci in realtà motivazioni valide». Di Lieto riprende la parola e osserva: «E’ simpaticissimo vedere l’uno prendere le distanze e dall’altro ma poi oltre il Sansinato stanno tutti insieme al governo. A Catanzaro si fa finta di litigare. C’è un’operazione camaleontica che ha portato i 3/4 dei consiglieri comunali per nascondersi dopo il fallimento, e altri candidati eterni. Noi siamo liberi da questi schieramenti. Tutti si nascondono dietro le liste civiche, noi diciamo che non siamo civici».
Il dibattito quindi vira sugli aspetti più programmatici. Di Lieto afferma che «l’obiettivo è tornare a parlare di pubblico, noi vogliamo riportare il pubblico – penso a esempio all’acqua – a governare la città, finora governata da prenditori privati. Puntiamo sulla riscrittura dei tributi in maniera costituzionalmente orientata. E’ normale che uno che guadagna milioni di euro debba pagare quanto un pensionato? Bisogna guardare a chi è rimasto indietro e chi ha bisogno. Sui rifiuti bisogna prevedere degli incentivi per chi attua comportamenti virtuosi perché non è giusto che paghino lo stesso chi è corretto e chi no. Noi dobbiamo combattere l’illegalità diffusa che parte dal basso attraverso l’opera degli insegnanti». Per Talerico «uno dei primi elementi da affrontare sono i servizi essenziali, dalla depurazione ai rifiuti, ai trasporti è stato un disastro, molte cose si potevano fare e non si sono fatte né programmate. Sulla riduzione dei tributi sono d’accordo ma dobbiamo anche essere consapevoli dei limiti legislativi: non dobbiamo essere populisti ma essere chiari con i cittadini. Io darò un ruolo importante anche a qualche figura dell’opposizione, a conferma della trasparenza con la quale intendo governare il Comune. Sul tema dell’acqua c’è uno spreco di risorse idriche, c’è una rete che va rifatta: la soluzione sarebbe quella di spostare l’asse sulla gestione dei Consorzi di bonifica».
Tra i temi al centro dell’attenzione, le politiche per rilanciare il centro storico di Catanzaro. Secondo Di lieto «andrebbero ricucite prima le persone e poi i territori. Negli anni abbiamo spaccato Catanzaro, ci sono periferie anche in aree del centro, non solo nelle aree ghettizzate. La politica si ricorda di loro solo nelle elezioni, magari barattando il voto. Noi vogliamo parlare a queste persone, puntando a esempio sui consultori: ne servono 5, in città ce ne sono solo 3. A Catanzaro poi è stata smantellata la sanità pubblica per privilegiare il privato. Io poi non credo nel Pnrr che è un libro dei sogni, e poi non credo nel Pnrr perché non c’è una capacità di spesa virtuosa». Talerico invece evidenzia che «il centro storico deve avere una vocazione commerciale, turistica, universitaria, ma per fare questo bisogna creare le condizioni e quindi dobbiamo rivedere completamente la logistica e i trasporti, che sono un disastro. Si è cambiata spesso la mobilità senza alcun criterio oggettivo ma magari solo perché si ha un amico al Comune. I cittadini in Comune invece devono avere non amici ma amministratori. In tema di sanità, dobbiamo stare attenti all’integrazione tra le aziende ospedaliere: il sindaco deve essere nella commissione, oggi non c’è e non è un bene. L’integrazione dev’essere reale, e il Policlinico deve essere attivo 7 giorni su 7. Bisogna poi ricordare che va approvato il Psc, ancora ostaggio di interessi vari. il Pnrr è l’ultima occasione per il Mezzogiorno, noi ci punteremo tantissimo per intervenire su scuole, strade e patrimonio immobiliare, per una Catanzaro smart e green: in 5 anni possiamo cambiare la città».
Il dibattito si surriscalda nel finale. «La prima cosa che farò è liberare Catanzaro dagli appetiti criminali che la stanno devastando. Se non vincerò, al ballottaggio non potrò sostenere nessuno perché hanno tutti la stessa faccia, c’è una finta contrapposizione», dice Di Lieto che poi contesta a Talerico alcune possibili alleanze: «Vedo che con Talerico c’è Tallini, che sta coniugando i verbi al futuro ma che è in politica da 41 anni,e c’è Parente c’è Pisano. Come si fa a parlare di rinnovamento?». La replica di Talerico: «Se questi sono gli argomenti di Di Lieto vuol dire che ne ha veramente pochi. Di Lieto deve guardare ai contenuti delle liste. La città con me sarà amministrata da nuovi amministratori. I componenti di Forza Italia sono tutti con me, e poi stiamo parlando di Tallini che è stato presidente del Consiglio regionale ed è uscito assolto da un processo. Tallini sostiene l’unico candidato di centrodestra che è Talerico, Parente non è candidato ma spero che possa sostenermi, come Pisano spero possa sostenermi con i suoi elettori». Quindi, botta e risposta conclusivo. Di Lieto: «Chiedo a Talerico chi voterà al ballottaggio?». Talerico di rimando: «Io vado al ballottaggio». (redazione@corrierecal.it)
x
x