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l’indiscrezione

Il nuovo vescovo di Lamezia Terme potrebbe essere un sacerdote di Crotone

Intanto monta la polemica sulla decisione di mons. Panzetta di vietare i fuochi d’artificio in occasione della festa per la Madonna di Capocolonna

Pubblicato il: 05/05/2022 – 15:17
di Gaetano Megna
Il nuovo vescovo di Lamezia Terme potrebbe essere un sacerdote di Crotone

CROTONE Potrebbe essere un sacerdote di Crotone il nuovo vescovo di Lamezia Terme. Non c’è ancora l’ufficialità ma la notizia circola con grande insistenza in tutta la diocesi e il nome è quello di don Serafino Parisi, 60 anni, nato a Santa Severina, in provincia di Crotone. Secondo queste voci si aspetterebbe solo l’ufficializzazione, che dovrebbe arrivare in tempi abbastanza celeri e, comunque, prima della conclusione della festa della Madonna di Capocolonna.
Una buona notizia per il clero della diocesi che, negli ultimi anni, è riuscita ad esprimere diversi vescovi. La lieta novella, comunque, arriva mentre impazza la polemica contro il vescovo di Crotone, Angelo Raffaele Panzetta, per la decisione di abolire i tradizionali fuochi di artificio che si tengono in occasione del ritorno della sacra immagine della Madonna a Crotone, dopo una notte di permanenza nella chiesetta di Capocolonna, dove viene portata in processione la notte del terzo sabato di maggio.
Si tratta di una polemica che ha diviso la città, perché non tutti i crotonesi sono critici con il loro vescovo. Panzetta ha deciso di abolire i fuochi di artificio, così come hanno fatto alcuni vescovi siciliani, in omaggio al popolo ucraino che sta subendo feroci attacchi da parte della Russia. Una motivazione che non tutti hanno condiviso. Rispetto alle note stampa diffuse dal vescovado, sempre voci provenienti dalla Curia e dal Comitato festa, chiariscono che la decisione del vescovo non ha nessuna matrice economica. C’è stato, infatti, un errore di comunicazione anche della cifra che si spenderebbe per i fuochi: non 20.000 euro, ma 6.500 euro.
Il problema è, quindi, esclusivamente religioso: in un momento di guerra e morte è più opportuno evitare le manifestazioni civili più rumorose. «Non è un problema finanziario», dicono alcuni, perché la chiesa pitagorica ha deciso di destinare il 10% degli incassi della festa alla realizzazione di opere umanitarie. Il 10% non riguarda solo la festa patronale della città, ma anche tutte le altre che si terranno in tutta la diocesi.
Qualcuno a Crotone sostiene che allora si sarebbe dovuto puntare esclusivamente alle iniziative religiose. Oltre ai fuochi dovevano essere, quindi, abolite anche la fiera mariana e le luminarie. La polemica non si placa e viene anche alimentata da proposte arrivate in favore dei fuochi quali quelle del presidente del Crotone Calcio, Gianni Vrenna, che ha chiesto agli imprenditori della città pitagorica di offrire un contributo economico per raccogliere la somma necessaria per pagare i fuochi. Anche questa iniziativa sta provocando malumori e chi è dalla parte di Panzetta dice: «Con tanti soldi che Vrenna movimenta con le sue attività, perché non li ha finanziati da solo i fuochi?».

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