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Corigliano Rossano, Tavernise: «Situazione esplosiva al pronto soccorso, intervenga Occhiuto»

Il consigliere regionale (M5s): «Sanitari esposti a turni insostenibili, sono pronto ad agire con azioni forti»

Pubblicato il: 12/05/2022 – 12:32
Corigliano Rossano, Tavernise: «Situazione esplosiva al pronto soccorso, intervenga Occhiuto»

CORIGLIANO ROSSANO «Se quanto affermato da Natale Straface, direttore dell’Uoc di Medicina d’urgenza e primario del pronto soccorso dello spoke Corigliano Rossano, nella missiva inviata nei giorni scorsi alla direzione generale dell’Asp di Cosenza fosse vero, tanto rappresenterebbe una situazione gravissima che richiederebbe l’intervento immediato del presidente Occhiuto, in qualità di commissario ad acta per la sanità. Una missiva, quella di Straface, che confermerebbe quanto da me denunciato. Per cui se non si procede alle assunzioni di personale sanitario necessario, come promesso, non resta che porre in essere azioni forti a tutela della salute dei cittadini della Sibaritide. Dichiara in una nota Davide Tavernise Capogruppo M5s in Consiglio regionale. Nel mese di aprile ho denunciato, infatti, – continua il consigliere – attraverso un’interrogazione al Consiglio regionale, l’esplosiva situazione in cui versa il pronto soccorso di Corigliano Rossano, determinata dalla persistente carenza di organico, che sottopone il personale sanitario, tutto, ad insostenibili carichi di lavoro, limitando il grado di sicurezza delle prestazioni alla cittadinanza di tutto il territorio della costa ionica e dell’entroterra montano. Questo, nonostante la grande volontà del personale sanitario, vittima a più riprese di episodi di violenza, tanto da richiedere l’intervento della vigilanza armata h24. La Regione, per mezzo di risposta scritta del commissario dell’Asp di Cosenza La Regina, a seguito dell’istruttoria dei competenti uffici, mi informava che per far fronte alla carenza di personale l’azienda sanitaria provinciale aveva avviato numerose procedure concorsuali e riportava una dotazione organica che vedrebbe in attività su Corigliano 4 medici e 13 infermieri, mentre su Rossano 9 medici e 21 infermieri. Secondo quanto riportato, viceversa, da Straface la risposta scritta, da me ricevuta, sarebbe “inadeguata, superficiale, e carente di elementi che caratterizzano una attività di pronto soccorso”. Gli infermieri in servizio al pronto soccorso di Rossano sarebbero “appena 16 e non 21”, mentre i medici turnisti in attività sarebbero appena 6, con due medici di supporto non idonei per la turnazione in pronto soccorso, “con una carenza di 5 medici di pronto soccorso e di 2 medici per l’osservazione breve intensiva”. Anche su Corigliano, la situazione sembrerebbe diversa da quella prospettata da La Regina: mancherebbero 5 infermieri “anche per la necessità di attivare il servizio triage” e 2 medici. Insomma quanto riportato dal commissario dell’Asp di Cosenza sembrerebbe “inesatto e con dati non corrispondenti alla realtà”. Di più, contrariamente a quanto scritto nella risposta fornitami, non risulterebbero atti o bandi per la ricerca di medici da parte dell’attuale amministrazione, con concorso datato e per la quale, da tempo, sarebbe stato chiesto la riapertura dei termini.   Una missiva, quella di Straface, testimonianza diretta dei reparti, che proverebbe, dunque, la non conoscenza dell’effettiva situazione del pronto soccorso di Corigliano Rossano, da parte dell’Asp, e quanto ho già sostenuto: il pronto soccorso di Corigliano Rossano è disorganizzato, con personale fortemente carente e sottoposto a carichi di lavoro enormi, tanto da mettere a rischio il rispetto dell’art. 32 della Cost. assicurante la tutela del diritto fondamentale alla salute. Una situazione questa che ha più profili di responsabilità su cui Occhiuto deve intervenire – conclude – per evitare ai cittadini un nuovo caso di “Cotticelliana” memoria. Una situazione gravissima per la quale senza il necessario intervento, senza le necessarie e improrogabili assunzioni,  sarò costretto, a tutela del diritto alla salute dei cittadini e nel rispetto del personale sanitario, ad agire con azioni forti».

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