Pizzo, investigatore dell’inchiesta Petrolmafie si toglie la vita
Il finanziere avrebbe dovuto testimoniare nel processo sugli affari della ‘ndrangheta vibonese nel settore degli idrocarburi

PIZZO Avrebbe dovuto deporre nella mattinata di ieri, 11 maggio, in Tribunale a Vibo Valentia per il processo legato all’inchiesta “Petrol Mafie”, ma si è tolto la vita con un colpo di pistola. Si tratta di un finanziere A.C. di 52 anni originario di Soveria Mannelli, in servizio a Lamezia Terme, che rappresentava uno dei testimoni principali dell’accusa rappresentata dalla Dda di Catanzaro. Ma il luogotenente della Guardia di finanza in aula non ci è mai arrivato. Il suo corpo senza vita è stato trovato in un appartamento di proprietà dei suoceri (usato solo per il periodo estivo) a Pizzo Calabro. L’indagine per far luce sui motivi che hanno spinto il finanziere a non presentarsi in aula ed a togliersi la vita sono affidate ai carabinieri con il coordinamento della Procura di Vibo Valentia. L’inchiesta Petrol Mafie che ricostruisce gli affari illeciti della ‘ndrangheta vibonese nel mondo degli idrocarburi è scattata lo scorso anno ed è una delle più importanti portate a termine dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.
«Apprendiamo che un ispettore si è tolto la vita, è lutto per la Guardia di Finanza – il messaggio riportato sul blog delle forze dell’Ordine – cordoglio dei colleghi che si stringono nel dolore mentre sul posto le forze dell’ordine hanno eseguito i rilievi di rito per stabilire l’esatta dinamica dei fatti».