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Concorso di Bruxelles. Facciamo parlare i numeri del medagliere

I numeri ci segnalano che siamo terzi dopo la Francia e la Spagna e che i vini della Cina si aggiudicano il 33% delle medaglie (sono 142 di cui 54 d’oro e 88 d’argento). E la Calabria? Ha molto su …

Pubblicato il: 06/06/2022 – 9:03
di Saveria Sesto
Concorso di Bruxelles. Facciamo parlare i numeri del medagliere

LAMEZIA TERME La pubblicazione dei risultati del Concorso di Bruxelles e l’attenta disamina dei numeri delle medaglie attribuite deve farci prima riflettere su almeno due aspetti e rispondere, poi, agli ineludibili interrogativi ed infine ricercare proposte e soluzioni. Facciamo parlare i numeri del medagliere.
Gran medaglie Oro n. 79 ripartite in Spagna 9, Italia 19, Francia 10, Portogallo 6, Sud Africa 6, Cina 2.
Medaglie Oro e argento: Francia 541, Spagna 50, Italia 423, Cina 142, Messico 70, Moldovia 72, Romania 47, Repubblica Ceca 43, Bulgaria 16, Slovacchia 16, Croazia 9, Cile 21.
Definita la cornice dell’argomento, sottolineiamo con una doverosa premessa che il Concorso enologico Internazionale di Bruxelles, tenutosi in Calabria, segna un momento storico, non solo per la partecipazione delle aziende di diversa origine, ma anche perché la destinazione itinerante nel mondo dà il senso della portata della manifestazione e del prestigio che ogni territorio vive quando si è prescelti come sede e dalla quale si aziona un’imponente macchina organizzativa.
Ora, se di grande evento enologico si parla per numeri (oltre 7.400 vini in concorso), 300 assaggiatori internazionali tra enologici, tecnici, giornalisti, un esercito di sommelier a servizio delle commissioni e via dicendo e dunque un mare di risorse finanziarie ed umane, se di grande evento si parla l’Italia dovrebbe essere prima in classifica in tutto.
I numeri ci segnalano che siamo terzi dopo la Francia e la Spagna e che il 33% delle medaglie se le accreditano i vini della Cina con 142 di cui 54 d’oro e 88 d’argento.
Un dato veramente preoccupante che dovrebbe farci riflettere. Che la Cina abbia fatto passi da gigante grazie anche alla scuola di enologi italiani espatriati in Oriente è notorio, che gli investimenti in termini di superfici vitate e d’impresa siano imparagonabili ai nostri è arcinoto, ma guardare questi dati oggi dalla prospettiva della Calabria è inquietante. È inquietante ancor di più che la Cina creda nella potente comunicazione d’immagine del concorso di Bruxelles, faccia arrivare i suoi migliori vini a Cosenza e intaschi un bottino vincente facendo incetta di 142 medaglie.

Tentenna l’Italia, il primo produttore mondiale di vino

E anche qui i numeri delle medaglie ripartite per regione ci vengono in aiuto: Puglia 63, Sicilia 61, Veneto 54, Toscana 51, Calabria 34, Abruzzo 31, Campania 22, e in fondo alla classifica Piemonte 18, Sardegna 18, Lombardia 15, Emilia 7.
Le grandi regioni enologiche Toscana, Piemonte, Emilia, Veneto si presentano con alcune etichette vincenti di Brunello di Montalcino, di Chianti, di Amarone, di Prosecco e poi con vini da medaglia d’argento per arrivare ad un totale di 272.
Stranezze tutte italiane. Dove sono i grandi vini rossi, le blasonate quanto amate etichette dagli stratosferici prezzi a dimostrazione di cru o di annate di grande prestigio, i vini iconici e top?
Bene ha fatto il Sud Italia, in genere sempre screditato e additato come ultimo in tutte le classifiche, a scrivere in questo concorso una pagina di storico Risorgimento del Mezzogiorno accreditandosi il 46% delle medaglie, con i suoi Primitivo, Nero di Troia, Grillo, Nerello mascalese, Nero d’Avola, Carasuolo di Vittoria, Aglianico tra i famosi ma anche gli sconosciuti Ripoli, Ginestra, Greco di tufo e Fienile imponendosi nel panorama italico.
Benissimo ha fatto la Calabria a piazzare le sue migliori etichette di Magliocco dolce e canino, Gaglioppo, Greco nero, Pecorello, Lacrima nera e Castiglione e a sfoggiare ai commissari internazionali le straordinarie risorse paesaggistiche ed enogastronomiche della Calabria Terra d’uve nel corso dei tour itineranti.
Il secondo aspetto inquietante è che avanza l’Est d’Europa che pur con una dotazione di superficie vitata pari ad una regione italiana arriva ad un medagliere di 200 medaglie, 50% circa dell’Italia.
Se il concorso può essere anche uno strumento di analisi e di disamina leggendo dentro e attraverso i numeri, mi pare che si stia erodendo il nostro prestigio di terra Enotria, siamo il primo Paese al mondo di vino e biodiversità varietale ma perdiamo quotazione, mentre però va avanti un bla bla bla autoreferenziale, che si alimenta degli allori del passato e nel frattempo la storia enologica si consuma, s’impolverano i libri di ampelografia ed enologia che la Scuola Italiana ha diffuso nel mondo elargendo lezioni e modelli su ogni aspetto di questo settore.
L’enologo Cotarella, presidente Assoenologici, chiede una nuova visione per il mondo del vino. Stiamo attenti le altre nazioni, piccole o grandi che siano, lavorano in silenzio e piano piano avanzano nelle superfici vitate, nelle produzioni e nella reputazione.
La Calabria, liberata da vecchi pregiudizi e stereotipati cliché, dovrebbe riflettere su quegli strumenti che ancora ci mancano e potenziare le strategie complessive del settore per rafforzare la struttura del Vigneto Calabria ma anche della Cantina Calabria, ancora frammentata e sottodimensionata, migliorandone la competitività delle imprese.
La nostra carta d’identità appare debole, con 8000 ettari di vigneto e 500.000 hl di vino non andiamo da nessuna parte e le 34 bellissime, straordinarie e preziose medaglie (su 7400 vini sono lo 0,45 % e 8% dell’Italia), restano solo semplici attestati di merito che producono entusiasmo e soddisfazione che dura il tempo di una degustazione.
Se non entriamo nei numeri per capirli e per delineare una proiezione strategica nel breve e nel lungo periodo e ragionare per esempio se ripensare il sistema delle denominazioni di origine e andare verso l’unica Doc Calabria o tante Doc nicchia che si perdono nel mare magnun del vino, o nel considerare il vino come parte di un sistema economico, per dirla con un’etichetta da medaglia d’oro sarà “Lacrima nera” . (redazione@corrierecal.it)

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