CORIGLIANO ROSSANO A Bucita si tornano ad incrociare le braccia. Dopo l’ultimo sit-in organizzato lo scorso 25 maggio, questa mattina un gruppo di lavoratori tra i 18 in servizio nell’impianto di stoccaggio pubblico – gestito da Ekrò – di Corigliano Rossano, si è ritrovato a manifestare davanti ai cancelli.
Le maestranze resteranno sul piede di guerra e minacciano di salire sul tetto dell’impianto per una serie di motivi, tra cui la gestione della cassa integrazione, prorogata fino al 27 agosto, la rotazione della misura che i lavoratori e i sindacati ritengono iniqua e la riduzione dei conferimenti nell’impianto avallata dall’azienda.
Il circolo, insomma, sembra vizioso: i comuni non versano le loro quote all’Ambito territoriale ottimale della provincia di Cosenza, la società vanta crediti con l’Ato e riduce conferimenti – da circa 140 tonnellate a 60 – e organico, il Comune di Corigliano Rossano (il maggiore fruitore di Bucita) spedisce i rifiuti nelle discariche di Lamezia e Catanzaro (ne abbiamo parlato qui) ed attende che il “centro di costo” si traferisca dal comune di Cosenza a quello di Corigliano Rossano; e nel frattempo Ekrò aspetta il saldo dei debiti.
Domani, frattanto, si riunirà l’Ato per deliberare il trasferimento del centro di costo da Cosenza a Corigliano Rossano che potrebbe alleviare i problemi relativi ai pagamenti. Il sit-in però rimarrà in fibrillazione con i lavoratori che minacciano di salire sul tetto se non riceveranno risposte. (lu.la.)
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