FILADELFIA Il via libera definitivo alla legge che di fatto introduce nell’ordinamento italiano la tutela della produzione biologica è, in ordine di tempo, l’ultimo passo del nostro Paese in un settore di cui siamo indiscussi leader a livello europeo.
Tra le novità il “marchio nazionale di agricoltura biologica”, la definizione giuridica dei distretti biologici e la legge delega al governo per la revisione della normativa in materia di armonizzazione e razionalizzazione sui controlli.
Secondo la Relazione sullo Stato della Green Economy in Italia, il biologico è in continua crescita, a gennaio 2020 le superfici coltivate con metodo biologico interessavano poco meno di due milioni di ettari con un incremento del 78,9% in soli dieci anni.
E se nel Piano Strategico Nazionale viene indicato l’obiettivo del 25% della superficie agricola certificata in biologico nel 2027 va evidenziato come in Calabria l’incidenza della superficie biologica ha già raggiunto il 36,4% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU).
Ecco perché la Calabria è tra le prime regioni a produzione biologica.
Con più di 70mila ettari i protagonisti assoluti della produzione biologica nella nostra regione sono gli uliveti, la scelta degli imprenditori olivicoli guarda è fondata sulla qualità delle produzioni, sulla salubrità degli alimenti, su una redditività che possa essere più significativa rispetto alle dinamiche dei prezzi, sul contributo che l’olivo è in grado di dare in termini territoriali e paesaggistici.
Accade nelle aziende strutturate ed accade – soprattutto – nelle giovani aziende agricole. E’ il caso di Innocenzo Lazzaro, giovane imprenditore di Filadelfia, che ha fatto del biologico una impostazione produttiva con l’obiettivo di rafforzare, con l’olio d’oliva e il punto vendita aziendale, il legame con il territorio.
Senza trascurare un inevitabile ed essenziale processo di meccanizzazione. Risultati raggiunti grazie al sostegno del Gal Terre Vibonesi.
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