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inchiesta “all in 2”

Ricostruita la faida di ‘ndrangheta per il predominio su Gallico

L’assassinio del boss Chirico e la “risposta” con l’omicidio di Canale. La Dda di Reggio Calabria rimette insieme i pezzi dello scontro tra opposte fazioni dello stesso clan in lotta

Pubblicato il: 20/06/2022 – 11:14
Ricostruita la faida di ‘ndrangheta per il predominio su Gallico

REGGIO CALABRIA Salvatore Callea, una delle persone arrestate stamane dai carabinieri di Reggio Calabria nell’inchiesta “All in 2”, è ritenuto esponente della cosca Gugliotta di Oppido Mamertina, mentre Sergio Iannò avrebbe fatto parte del clan Rugolino di Catona. Filippo Giordano, Giuseppe e Luigi Germanò, invece, sono considerati esponenti della cosca Condello di Archi.
Coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Giuseppe Lombardo e dal sostituto della Dda Sara Amerio, l’inchiesta “All in 2” ha ricostruito le dinamiche mafiose nel territorio di Gallico dove il 20 settembre 2010 era stato ucciso il boss Chirico, ritenuto esponente di primo piano della ‘ndrangheta gallicese, nonché genero del defunto boss Paolo Surace, a sua volta assassinato in un agguato insieme a Domenico Cartisano il 10 dicembre 1988 durante la seconda guerra di mafia.
La risposta all’omicidio Chirico, che era appena uscito dal carcere, è stata l’attentato consumato il 12 agosto 2011 quando, a colpi di pistola, dopo un inseguimento venne ucciso Giuseppe Canale (nella foto sopra il frame del video di una telecamera di sorveglianza che all’epoca riprese il delitto, ndr). Il movente, secondo gli inquirenti, si inquadrava in un chiaro contesto di criminalità organizzata. Per l’omicidio Canale, nel novembre 2017 erano stati arrestati i killer Cristian Loielo e Nicola Figliuzzi, l’organizzatore Salvatore Callea e i mandanti Filippo Giordano, Domenico Marcianò detto Briscola e Sergio Iannò.
Nel luglio 2018, invece, con una seconda ordinanza di custodia cautelare finirono in carcere pure Antonino Crupi, Giuseppe Germanò e Diego Zappia. Quest’ultimo, poi, si è pentito assieme al sicario Nicola Figliuzzi. Il processo si è concluso lo scorso aprile con la Cassazione che ha reso definitive le condanne inflitte dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria. Anche grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, i pm hanno ricostruito che sullo sfondo dei due delitti c’era lo scontro tra le opposte fazioni interne alla stessa articolazione di ‘ndrangheta per il predominio criminale sulla frazione di Gallico.
L’operazione “All in 2” ha cristallizzato elementi di natura oggettiva da cui, secondo la Dda, è possibile desumere in maniera fattuale l’appartenenza alla ‘ndrangheta di parte di mandanti ed esecutori dell’omicidio Canale. Tranne Luigi Germanò, ai domiciliari perché coinvolto nell’inchiesta “Metameria”, l’ordinanza di oggi è stata notificata agli altri indagati in carcere dove stanno scontando 30 anni per omicidio.

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