Una minaccia ogni 20 ore. Numeri leggermente in calo rispetto al 2020, ma fare l’amministratore pubblico in Italia continua a essere pericoloso in tutte le regioni. Da Nord a Sud si registra sempre un numero elevato di atti intimidatori ai danni di sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica amministrazione. Il rapporto di Avviso Pubblico per l’anno 2021 restituisce uno spaccato molto chiaro degli episodi denunciati e delle modalità con cui si verificano.
Sono 438 gli atti intimidatori (-6% rispetto al 2020 quando furono 465) registrati nel corso del 2021, il secondo anno consecutivo a far segnare una leggera flessione degli episodi emersi su scala nazionale, dopo un triennio (2017 – 2019) in cui i casi censiti annualmente si erano mantenuti ampiamente sopra quota 500. Diminuisce il numero dei Comuni interessati: da 280 a 265. Un calo del 5%. Stabile invece il numero di Province coinvolte: 88, una in meno dell’anno precedente.
La Campania si conferma – ininterrottamente dal 2017 – la regione in cui sono state registrate il maggior numero di intimidazioni a livello nazionale, con 72 casi, pur facendo segnare un calo del 15% rispetto al 2020. Seguono Sicilia e Calabria rispettivamente con 51 e 45 casi. Quest’ultima, dopo anni in calo, segna un aumento del 18% degli atti intimidatori emersi. Quarto posto per la prima regione al di fuori del Mezzogiorno: la Lombardia (43) supera infatti la Puglia (41) per numero di casi censiti, confermandosi il territorio più colpito dell’area Centro-Nord. Cresce in maniera sensibile il fenomeno in Veneto (39 casi, +30% sul 2020), mentre a chiudere le prime 10 posizioni ci sono il Lazio (26, in calo), il Piemonte (25, casi raddoppiati), la Toscana (20, stabile) e l’Emilia-Romagna (13, casi dimezzati rispetto al 2020). Anche nel 2021 il territorio provinciale più colpito si conferma Napoli, con 45 casi. Seguono Reggio Calabria (20 casi), Cosenza (19). In Calabria a seguire Vibo Valentia (4), Crotone (1) e Catanzaro (1). La prima provincia del Nord è Venezia (18), seguita da Milano, Torino e Salerno (17), Foggia (16), Roma e Palermo (13).
Si conferma alto il numero di minacce e le aggressioni nei confronti del personale della Pubblica Amministrazione: il 23% del totale. Tra i soggetti maggiormente presi di mira da minacce e intimidazioni dirette si confermano gli amministratori locali (57% dei casi). Tra questi sono i sindaci (70%) i più bersagliati. Il 90% delle intimidazioni censite nel 2021 sono state di tipo diretto (percentuale più alta di sempre, +4% rispetto al 2020), vale a dire che amministratori locali e personale della Pubblica Amministrazione – dirigenti e impiegati comunali, presidenti di enti e aziende partecipate, personale di altre strutture locali – sono stati minacciati direttamente come persone. Nel 10% dei casi le minacce sono state di tipo indiretto. Questo significa che sono stati colpiti municipi, uffici e strutture di proprietà comunale o sono state distrutte e danneggiate strutture e mezzi adibiti al ciclo dei rifiuti, a servizi sanitari, idrici, elettrici e del trasporto pubblico. Tra le minacce di tipo indiretto, vanno annoverate anche le intimidazioni rivolte ai familiari: genitori, mogli, mariti, fratelli e sorelle. I casi di minacce dirette e indirette che hanno visto coinvolte le donne sono stati il 15% del totale. Social network e lettere, messaggi, telefonate minatorie rappresentano il 46% dei casi che hanno visto coinvolte amministratrici. Il Rapporto di Avviso Pubblico di quest’anno registra, inoltre, un incremento delle minacce e delle intimidazioni ai danni dei Presidenti e dei consiglieri regionali.
Nel 2021 i social network sono stati il mezzo più utilizzato per intimidire, minacciare e diffamare gli amministratori locali (21,7% dei casi totali), seguiti da lettere, volantini, messaggi (19,1%) e da incendi e aggressioni (12,8% per ciascuna tipologia). Analizzando i contesti territoriali, si conferma una netta diversificazione nelle tipologie di minacce utilizzate fra Nord e Sud del Paese. Gli incendi, prima tipologia di minaccia al Sud e nelle Isole (18% dei casi), non sono fra le cinque tipologie più riscontrate nel Centro-Nord. Analogamente social network e lettere minatorie, che assieme rappresentano il 55% dei casi censiti al Centro-Nord, al Sud e nelle Isole rappresentano meno di un caso su tre (29%).
Nel 2021, il 42% dei casi di minacce e intimidazioni censiti nei confronti di amministratori locali si è verificato in Comuni al di sotto dei 20mila abitanti. Il 36% in Comuni con oltre 50mila abitanti. Il restante 22% in Comuni tra i 20mila e i 50mila abitanti. Il 20% dei 438 casi censiti da Avviso Pubblico nel 2021 sono avvenuti in Comuni che in un passato più o meno recente sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose, il dato più alto mai registrato. Questi atti intimidatori hanno coinvolto ben 57 Comuni. Dal 1991, anno dell’introduzione della legge sullo scioglimento per infiltrazioni mafiose degli Enti locali, al 15 maggio 2022 sono stati 368 gli Enti (Comuni, Municipi e Aziende Sanitarie Provinciali) che hanno subito il provvedimento dissolutorio. Nel 2021 sono stati 14 gli Enti locali sciolti in conseguenza di fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso: Guardavalle, Nocera Terinese e Simeri Crichi (Catanzaro), Rosarno (Reggio Calabria); Foggia, Squinzano (Lecce), Carovigno e Ostuni (Brindisi); Barrafranca (Enna), San Giuseppe Jato e Bolognetta (Palermo), Calatabiano (Catania); Marano di Napoli e Villaricca (Napoli).
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