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Il caso

Acqua razionata a Crotone, Sorical: «Garantiamo quantità richiesta dal sindaco»

Il commissario Calabretta assicura: «La città ha una fornitura superiore ai bisogni, le responsabilità vanno ricercate in chi gestisce»

Pubblicato il: 30/07/2022 – 19:56
di Gaetano Megna
Acqua razionata a Crotone, Sorical: «Garantiamo quantità richiesta dal sindaco»

CROTONE «La Sorical non ha responsabilità sulla crisi idrica che sta determinando grandi disagi per i cittadini di Crotone». Lo ha detto il responsabile della Sorical, Cataldo Calabretta, rispondendo alle domande del giornalista. Secondo Calabretta alla città di Crotone «viene garantita la quantità di acqua richiesta dal sindaco».
Non ci sono, quindi, tagli nella fornitura dell’acqua dovuti ai debiti che il Congesi avrebbe contratto con la Sorical. Si parla di circa 20 milioni di euro che il consorzio dei comuni, che gestisce il sistema idrico integrato anche a Crotone, avrebbe maturato nei confronti della Sorical, che è il fornitore dell’acqua all’ingrosso in tutta la Calabria. «Ogni settimana – ha detto Calabretta – mi sento con il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, e gli altri primi cittadini del territorio e sono loro a dirmi qual è il fabbisogno dell’acqua». Secondo Calabretta «la città di Crotone ha una quantità di acqua superiore ai bisogni reali». Sono, quindi, quelli che gestiscono il sistema che dovrebbero evitare il disservizio. «I debiti contratti dal Congesi – ha evidenziato il commissario – sono un problema da risolvere, perché continua a non pagare, ma io sono consapevole dei disagi dei cittadini e sto venendo incontro il più possibile». Calabretta, quindi, esclude categoricamente che vi possano essere responsabilità dell’ente che lui gestisce in questa crisi, che sta determinando disagi e forte polemiche da parte dei cittadini. Non nomina il Congesi, ma è evidente che si riferisce alla gestione del consorzio quando dice che le responsabilità «debbano essere cercate tra coloro che gestiscono il sistema visto che la quantità di acqua necessaria per la città viene assegnata». Che fine fa allora l’acqua che parte dall’impianto di depurazione di Crotone? Molta si perde nella condotta idrica fatiscente, poi ci sono i furti da parte di ignoti e qualcuno fa riferimento anche a orti e piscine. Insomma l’acqua parte dal depuratore, ma in molte case manca tutta la notte. Il caldo di queste settimane rende ancora più grave i disagi. A soffrire di più è la fetta di popolazione più povera, quella che non si può permettere un serbatoi di accumulo o un motorino per fare arrivare l’acqua al rubinetto di casa. A Crotone i poveri non sono pochi. Sul tema della gestione dell’acqua si è aperta una discussione. I cittadini chiedono il ritorno alla normalità e la Uil di Crotone chiede chiarezza sul Congesi per garantire i circa 100 lavoratori che sono alle sue dipendenze. Oggi la Uil ha diffuso un durissimo documento sul comportamento morbido dei comuni che fanno parte del consorzio (Congesi). Denuncia un balletto per la nomina del consiglio di amministrazione. Secondo la Uil si sta dando troppa importanza alle gestione delle poltrone e ci si è dimenticati del disagio dei cittadini e del futuro di 100 padri di famiglia che rischiano di essere mandati a casa. Fabio Tomaino, segretario provinciale della Uil, si chiede a chi toccherà pagare i circa 20 milioni di euro di debiti che avrebbe contratto l’attuale gestione di Congesi. La paura del sindacalista è legata al fatto che i Comuni non hanno soldi nei bilanci e alla fine Congesi rischia di fallire. Questo significherebbe la perdita di circa 100 posti di lavori. I cittadini, però, pagano. Magari non tutti ma la maggior parte sì. L’attuale disservizio potrebbe fare aumentare il numero dei morosi e, quindi, i debiti del Congesi. Occorre fare presto per porre fine ai disagi dei cittadini e mettere in sicurezza i posti di lavoro dei dipendenti del Congesi. I cittadini vengono informati quotidianamente da un comunicato stampa sui quartieri interessati alla chiusura notturna della fornitura. Una sorte di bollettino di guerra che informa la città sui quartieri interessati alla chiusura e sulla durata presunta del disservizio. Molto spesso il ritorno dell’acqua ai rubinetti non fa fare salti di gioia, perché è molto sporca e non è utilizzabile per tutti gli usi civili. Sulla vicenda dell’acqua oggi è intervenuto il consigliere comunale di opposizione Enrico Pedace che ha chiesto un aumento di fornitura per Crotone.

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