Ospedale di Polistena, continua la protesta di sindaci e cittadini. Tripodi: «Incontreremo il prefetto»
In centinaia per assistere al Consiglio comunale aperto. Oggi la consegna in prefettura di un documento con «tutte le criticità»

POLISTENA Ieri sera centinaia di cittadini sono scesi in piazza a Polistena per partecipare al Consiglio comunale aperto sulla sanità. «Nonostante qualcuno abbia mal digerito l’iniziativa tentando nei giorni precedenti di ostacolare immotivatamente la sua riuscita, è stato un grande momento di partecipazione popolare», ha dichiarato sui social il sindaco Michele Tripodi. «Su argomenti come la sanità – ha affermato il primo cittadino – non dovrebbero esistere le divisioni».
Tripodi: «Non ci fermeremo fino a quando non ci saranno risposte concrete»

«Sui temi della sanità e del diritto alla salute bisogna marciare uniti», ha evidenziato Tripodi. All’incontro «hanno partecipato i Sindaci, presenti quasi tutti in veste ufficiale, si è ribadito all’unisono che è ora di dire basta allo smantellamento della sanità pubblica e la lotta per il rilancio dell’ospedale di Polistena non si fermerà sino a quando non vi saranno risposte concrete e fatti incontrovertibili che dimostrino l’inversione di rotta da parte di tutti coloro che hanno responsabilità di governo nella sanità a cominciare dal governatore Roberto Occhiuto». Ieri sera, contestualmente al Consiglio Comunale è trapelata la notizia dell’arrivo di un tenente colonnello medico dell’esercito, anestesista, giunto per dare supporto alla rianimazione anestesia, «per la quale – sottolinea Tripodi – chiediamo l’imminente riapertura». «Oggi – ha annunciato il primo cittadino – saremo in prefettura e consegneremo a S.E. il Prefetto il documento che abbiamo approvato che racchiude tutte le criticità del sistema sanitario ospedaliero e territoriale della Piana. Non c’è più tempo di attese. Servono risposte e soprattutto occorre agire compatti e determinati per pretenderle. Ne vale il presente e il futuro di tutti. La salute è un diritto che nel territorio della Piana non ammette più rinvii». (redazione@corrierecal.it)