«Se un bambino su sette non può mangiare»
Un bambino su sette in Italia vive in stato di completa indigenza. Significa che non può mangiare, non può avere vestiti, né tantomeno giocattoli. Altri due, invece, sono borderline, ai confini tra i…

Un bambino su sette in Italia vive in stato di completa indigenza.
Significa che non può mangiare, non può avere vestiti, né tantomeno giocattoli. Altri due, invece, sono borderline, ai confini tra i margini sociali e la condizione descritta da Hugo due secoli fa.
Di chi sia la colpa poco interessa. Destra e sinistra si accusano a vicenda pur avendo governato per tanto tempo e, nell’ultimo anno e mezzo, addirittura insieme.
Che manchi una cultura dell’infanzia, oggetto e non soggetto attivo, è un dato storico e risaputo , frutto di un declino culturale e sociale iniziato da decenni.
Se non fosse per i guardiani del volontariato, prettamente cattolici, la situazione sarebbe ancora più disastrosa.
E così ci ritroviamo a dipingere un presente frutto di una novella di Verga o di un romanzo di Dickens.
Tra abusi sessuali, abdicazioni di genitorialità , infanticidi, ogni giorno è un rosario di abbandoni e di marginalità, difficilmente collocabili nelle agende politiche dei partiti.
Alla coalizione di centrodestra, destinata a vincere le elezioni ed a governare, si può rivolgere un appello che recuperi la dimensione di socializzazione radicata in segmenti della destra, da non sacrificare al liberismo.
Bisogna investire sullo stato sociale, non buttando nel cestino il reddito di cittadinanza ma riformandolo, e prendere di petto l’emergenza infantile non sganciandola da una visione prospettica della famiglia .
Aiutare i nuclei sociali (anche introducendo il quoziente familiare) è uno dei passi possibili, unitamente a un’azione di coesione strategica che comprenda il potenziamento della rete dei consultori, l’attivazione di misure inclusive, una costruzione pianificata della socialità che metta al centro l’infanzia.
Insieme a Giorgia Meloni, allora giovane deputata di opposizione, facemmo una battaglia (persa) per escludere ogni residua forma di patteggiamento ai pedofili, ancora possibile nel caso di cessione di materiale pedopornografico .
Investire sull’infanzia è il principio identitario di ogni popolo, il sigillo sacrale che assicura protezione culturale e preserva dal lassismo imperante.
L’attenzione sul tema, compresa la violenza sui minori, è calata fortemente e si accompagna a una rassegnazione non accettabile.
I bambini non hanno colore e ciò investe ogni estrazione geografica e culturale.
Una politica a misura di bambino è la risposta a una domanda che non trova risposta e ci restituisce, tra l’opulenza degli indifferenti, una tragedia che svela la nostra impotenza.