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La Abate non si ricandida: «Ma il mio impegno politico continuerà sul territorio»

La senatrice, ex Movimento 5 Stelle, spiega le ragioni della sua scelta: non voglio legittimare il sistema

Pubblicato il: 13/08/2022 – 11:51
La Abate non si ricandida: «Ma il mio impegno politico continuerà sul territorio»

«Nonostante la mia decisione di non scendere nuovamente in campo alle elezioni politiche di settembre il mio impegno politico continuerà sul e per il territorio a fianco e a difesa degli agricoltori, dei pescatori e di chi ne avrà bisogno». Lo scrive la senatrice uscente Rosa Silvana Abate, del gruppo Cal-Alternativa: la Abate era stata eletta nel 2018 con il Movimento 5 Stelle, dal quale è fuoriuscita per la sua contrarietà verso la linea dei penta stellati di sostenere il governo Draghi. «Ringrazio tutti i cittadini e gli amici che – esordisce la Abate – con messaggi e telefonate in questi giorni mi stanno manifestando la loro stima ed il loro affetto contestualmente alla richiesta di ricandidarmi alle prossime elezioni politiche. Con l’auspicio di non deludere nessuno, soprattutto quelle categorie (pescatori, agricoltori e lavoratori di altre categorie ) che ho sempre difeso nelle commissioni competenti e nell’aula del Senato e con le quali ho lavorato a stretto contatto formulando con loro emendamenti ai vari provvedimenti e disegni di legge. A questi lavoratori ed amici dico che sarò ancora al loro fianco e continueremo le nostre battaglie anche al di fuori dei palazzi del potere dove oramai si tutelano solo i grandi gruppi di settore e le lobby. Ci sono e ci sarò ancora più determinata di prima. Proverò, quindi, a spiegare le ragioni di questa mia scelta. Con una mia candidatura, per quanto umile e modesta, avrei legittimato ciò che io ritengo sia avvenuto in Italia: vale a dire un vero e proprio colpo Stato, iniziato con la fiducia a Draghi e al suo governo, e perpetrato in tutto questo anno e mezzo sino a quando, per mero calcolo elettorale e per guadagnare qualche punto nei sondaggi si è poi deciso di “staccare la spina”. Dopo aver votato ben 55 fiducie e molti provvedimenti che hanno distrutto tutte le conquiste fatte negli ultimi decenni (basta citare la vergognosa riforma Cartabia o la distruzione di parte del codice dell’ambiente), tutti i partiti di maggioranza – rimarca la senatrice – hanno ben pensato di (ri-)costruirsi una verginità politica a danno delle famiglie e delle piccole e medie imprese trascinate in una crisi senza precedenti e in una guerra assurda nel cuore dell’Europa. Dal febbraio 2021 il sistema si è ricompattato (anche grazie alla metamorfosi del M5S) ed è diventato sempre più potente fino alle attuali elezioni e alle nuove candidature attraverso le quali i vecchi partiti, che si sono mangiati a pezzi la nostra Nazione, stanno ricostruendo la rete legata ai centri d’interesse e alle lobby onde evitare che cittadini liberi ed onesti possano ritornare nelle istituzioni e portare la voce di chi voce non ha. Questo processo appare chiaro in due momenti distinti: in una prima fase l’attività legislativa posta in essere e votata da tutti gli schieramenti politici che hanno dato la fiducia al governo Draghi (nessuno escluso se non Fratelli d’Italia anche se sappiamo che la loro opposizione era funzionale e finalizzata ad avere maggiori consensi in vista delle nuove elezioni) ha prodotto leggi ad hoc che hanno garantito la rinascita di un sistema potente ed incondizionato che non ha lasciato nessuno spazio ai veri bisogni della comunità e dei cittadini. In una seconda fase, invece, (quella attuale) con una manovra ben studiata, si è fatto cadere il governo soltanto in modo fittizio poiché i ministri di Draghi ed il governo tutto superando il limite degli affari correnti, sta trattando provvedimenti importanti, di diversi milioni di euro, impegnando un futuro esecutivo che ad oggi non sappiamo come sarà composto e quale la linea politica avrà. Sta agendo un “governo ombra” , che continua a fare provvedimenti che costano lacrime e sangue ai cittadini e alle piccole e medie imprese e di cui non si assume nemmeno la responsabilità. Operazioni, queste, fatte in violazione di ogni principio democratico: una situazione che dura da un anno e mezzo e che si è conclusa nel peggiore dei modi. A conferma di queste ripetute violazioni costituzionali possiamo prendere a testimonianza il “Decreto elezioni” (che disciplina le elezioni con le relative regole per candidarsi) che prevede la raccolta delle firme per le formazioni politiche nate dopo il 31 dicembre 2021. Caso vuole che tutte le formazioni che hanno sostenuto il governo Draghi non dovranno raccogliere le firme, mentre i partiti antisistema dovranno farlo, per giunta, in pochissimo tempo. Una scelta che ha messo in grossa difficoltà i partiti d’opposizione nello stile di un regime semi-dittatoriale». La Abate conclude: «In chiusura voglio tranquillizzare tutti coloro che mi stanno manifestando la loro stima e che ancora oggi m’investono delle loro problematiche. Nonostante la mia decisione di non scendere nuovamente in campo alle elezioni politiche di settembre il mio impegno politico continuerà sul e per il territorio a fianco e a difesa degli agricoltori, dei pescatori e di chi ne avrà bisogno, anche come coordinatrice nazionale del Copoi, il Coordinamento Produttori Ortofrutticolo Italiano, affinché tutto il lavoro fatto in questi quasi cinque anni, tutta la massa critica e le relazioni costruite non vadano dispersi. La mia voce insieme a quella dei cittadini arriverà forte e chiara, ugualmente, nei luoghi istituzionali in ogni modo e con tutti gli strumenti a mia disposizione. Vi ringrazierò sempre per l’onore che mi avete dato nell’affidarmi il mandato a rappresentarvi nel Senato della Repubblica, per la vostra stima, la vostra vicinanza ed il vostro sostegno in tutto l’arco del mio mandato».

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