Travolge ed uccide 15enne a Porcia, la soldatessa Usa era ubriaca
Si aggrava la posizione della donna alla guida dell’auto assassina. Spunta l’ipotesi del processo negli Stati Uniti

PORCIA Ubriaca. Julia Bravo, la soldatessa americana, 20 anni appena compiuti, che nella notte tra sabato e domenica, ha travolto e ucciso, con la propria auto, un ragazzo di 15 anni, alle porte di Pordenone, aveva un tasso alcolico di 4 volte superiore al limite consentito. Un elemento che aggrava le accuse nei suoi confronti: la donna, aviere, è agli arresti domiciliari nella Base Usaf di Aviano, dove presta servizio da qualche mese, per la pesante accusa di omicidio stradale aggravato da guida in stato d’ebbrezza. A vigilare sul rispetto della misura sono i Carabinieri in servizio all’aeroporto italiano “Pagliano e Gori”, e la polizia militare Usa del 31 Fighter Wing.
La tragedia ha colpito molto anche i vertici dello stanziamento militare americano che hanno inviato alla famiglia della vittima un messaggio di cordoglio e di vicinanza. Da sempre la Base situata in Friuli promuove un progetto del “bere responsabile” che coinvolge gli avieri sin dal loro arrivo in Italia: del resto, la comunità Usa di Aviano è vicina alle 10 mila unita’ ed e’ principalmente composta da famiglie, anche numerose. E la tragedia ha suscitato vasta eco anche oltre i cancelli militari. Come sta accadendo sul luogo dell’incidente, a Porcia: sono decine i messaggi lasciati da amici, conoscenti o semplici cittadini che ricordano Giovanni Zanier, investito e ucciso, mentre era sulla pista ciclabile, da una delle pochissime auto in transito a quell’ora della notte. Illesi gli amici, che camminavano a un paio di metri di distanza: «Lo abbiamo visto volare in avanti – le loro parole – nei primi istanti si era anche rialzato in piedi, ma ha perso conoscenza qualche secondo dopo».
Come si legge nei verbali dei Carabinieri, il ragazzo è spirato alle 4, un’ora e mezza dopo il suo arrivo in ospedale. Quanto alle attività processuali, la Procura ha chiesto la convalida dell’arresto in flagranza.
L’udienza sarà celebrata domani davanti al Gip: dai rilievi dei militari dell’Arma è stato accertato che la giovane soldatessa arrivata in prossimita’ della rotatoria ha inspiegabilmente accelerato, centrando il ragazzo che conduceva a mano la bici di un conoscente, rientrando a casa dalla discoteca.
Il procuratore capo: «Potrebbe essere processata negli Usa»
Cosa succederà nelle prossime settimane, al termine dell’attività investigativa, lo ha spiegato il Procuratore della Repubblica di Pordenone, Raffaele Tito: «Al momento dell’esercizio dell’azione penale, il ministro della Giustizia italiano puo’, a discrezione o su richiesta della base americana, attivare il difetto di giurisdizione e consentire così all’indagato statunitense di essere processato nel proprio Paese».
Il precedente
Una opzione, «in capo al ministro, è operativa in base ai trattati internazionali sulla giurisdizione dei militari Nato in Europa». Opzione applicata nel 1998, quando un caccia decollato proprio dalla Base di Aviano tranciò i cavi della funivia del Cermis, provocando 20 morti. Per quell’evento nessuno pagò: la Corte marziale americana sottopose a processo l’equipaggio che venne assolto dalle accuse di omicidio involontario e per negligenza secondo l’ordinamento statunitense. In seguito pilota e navigatore furono riconosciuti colpevoli di ostruzione alla giustizia e condotta inadatta a un ufficiale, ma solo per aver distrutto il nastro video registrato sull’aereo.
I due vennero congedati d’autorità dal corpo dei Marines. La questione odierna – hanno spiegato esperti di diritto – è qui molto diversa dal momento che la soldatessa ha commesso il reato fuori servizio: se in Italia la pena per omicidio stradale con questo tipo di aggravanti può variare dagli 8 ai 12 anni, in alcuni Stati degli Usa può arrivare perfino a 30 anni. Presto si saprà se il governo Usa chiederà di procedere con il giudizio della propria connazionale.