«Polizia sbeffeggiata». Dopo il concerto di Corigliano Rossano è bufera sul rapper Frah Quintale – FOTO
Il cantante posta su Instagram la foto di un gruppo di agenti a cui copre il volto con l’emoticon del maiale. La reazione dei sindacati. E di Salvini

CORIGLIANO ROSSANO Non bastano decine di milioni di visualizzazioni su YouTube. Oppure il disco di platino da 250 milioni di ascolti su Spotify. Quel «Rossano (se mi guardi così)», che il rapper bresciano Frah Quintale posta insieme alla foto di un gruppo di agenti a cui copre il volto con l’emoticon del maiale, ha innescato tutta una serie di reazioni.

In una storia su Instagram che sta facendo il giro del web, Quintale «sbeffeggia» la Polizia di Stato di servizio al suo concerto in riva allo Jonio e scatena le ire del segretario regionale del Siap, Alessandro Falcone.
«La faccia degli operatori di polizia che garantivano la sua sicurezza e grazie ai quali è stato possibile garantire il servizio di ordine pubblico – scrive Falcone – è stata coperta da un’emoticon raffigurante un suino. Ci sembra di capire di essere stati apostrofati come carne da macello, sbeffeggiati in modo vergognoso e senza alcun rispetto. Eppure, questi pseudo-maiali sono quelli che, siamo sicuri, il citato Quintale chiamerebbe in caso di pericolo. Non vogliamo aggiungere altro a riguardo anche perché qualsiasi ulteriore commento sulla vicenda sarebbe superfluo. Auspichiamo che gli organi competenti facciano giustizia a riguardo – conclude Falcone – anche perché, sbeffeggiare in questo modo squallido la Polizia di Stato e i suoi appartenenti, non può essere accettato in un paese democratico».
Il caso è diventato virale sui social, tanto da provocare un battibecco tra Matteo Salvini ed il cantante. Il segretario della Lega posta la foto dei poliziotti sulla sua pagina Facebook e commenta così: «Non fai ridere, fai pena. Non sei un artista, sei uno sciocchino. Sempre onore alle Forze dell’Ordine».
Pronta la replica di Quintale – che per certi versi prova anche a giustificare il suo gesto – in una storia su Instagram.
«La ciliegina sulla torta l’ha poi messa un noto politico che mi accusa di incitare alla violenza. Caro politico se ascoltassi la mia musica capiresti che non sono un violento e che sono fermamente dalla parte dell’amore, leggendo invece tra i commenti carichi di odio e di frustrazione che hai generato sotto i post e nei miei dm invece, si capisce quanto sfruttando il clima di tensione, tu sia stato bravo ad aizzare le persone contro il nemico Y per fare un po’ di propaganda elettorale». Aspra la reazione anche di alcuni sindacati di polizia siciliani. (l.latella@corrierecal.it)



