LAMEZIA TERME Dal Piemonte alla Calabria con 20 capre svizzere al seguito. È una storia di emigrazione e di ritorno quella di Maria Procopio, biologa, ex analista di laboratorio, e oggi allevatrice e casara nella sua azienda casearia Santanna, situata a Campora San Giovanni, in Contrada Mirabella, nel cosentino. Nell’ultima puntata di “Ti racconto un’impresa”, andata in onda ieri sera su “L’altro Corriere Tv” (canale 75 del digitale terrestre), Maria Procopio ha parlato dell’«avventura favolosa», del sogno divenuto realtà grazie al coraggio di rischiare, che l’ha riportata in Calabria insieme al marito Pasquale.
«In Piemonte ho conosciuto mio marito Pasquale, lì abbiamo costruito una famiglia ed entrambi lavoravamo, ma la città ci stava stretta perché ci mancavano la nostra terra e i nostri profumi». Maria racconta così il sogno di tornare in Calabria per iniziare una nuova vita. Un sogno che si concretizza dopo l’ottenimento di un trasferimento lavorativo dal marito e l’incontro con le sue prime capre: «Abbiamo sempre comprato alimenti nei mercati, dai contadini e dagli allevatori. Un giorno – racconta – durante una esposizione di animali, tra questi c’erano delle caprette bianche, stupende. Me ne sono invaghita». Al termine di un corso per imparare a fare i formaggi, Maria si trasferisce con il marito Pasquale e portano con loro 20 capre (18 femmine e 2 maschi). Inizia così la loro avventura.
«All’inizio ero insicura nel lavorare il formaggio – racconta Maria – perché non avevo una buona conoscenza dei formaggi in genere. Con la scuola avevo fatto esperienze con dei caseifici in cui si lavorava con tutti i tipi di latte, però poi quando sono tornata nel mio è stato un momento di paura. Pensavo di non farcela senza qualcuno che mi desse una mano e mi correggesse. Poi piano piano con molto impegno e molta curiosità, sono riuscita a progredire». Maria ha oggi un allevamento di Capre Saanen (110 femmine e 6 maschi), note per le caratteristiche del loro latte delicato e poco grasso, il quale viene trasformato in ottimi formaggi, in una superficie di pascolo di circa 10 ettari. Con questa razza di capre, racconta, «è stato un amore a prima vista, quanto le ho viste non mi sono chiesta di che razza fossero e dove le avrei portate, non avevo conoscenza di questo tipo di animali, sono loro i nostri amori e non abbiamo mai pensato ad altro». «Sono animali fantastici, – spiega – osservarli è bellissimo, la loro intelligenza secondo me non ha limiti».
Una passione, quella di Maria per le sue capre e il suo lavoro, che si trasforma in prodotti di altissima qualità. «Facciamo la mungitura due volte al giorno e la caseificazione dipende dai momenti, al bisogno. Il volume più importante di latte si ottiene dalla primavera in avanti. Adesso ne produciamo circa 2 quintali al giorno perché sono poche le capre che hanno il latte». La lavorazione del latte nell’azienda di Maria Procopio avviene a crudo, senza passare attraverso la pastorizzazione, una condizione possibile solo se si rispettano dei parametri specifici, che includono il benessere degli animali, ossia la cura non solo in termini di alimentazione ma anche di igiene dell’ambiente in cui viene fatta la lavorazione. «Abbiamo la mungitrice e il frigo latte. Il latte deve raffreddarsi, finito di fare tutto il lavoro in stalla, lo portiamo nel caseificio e lo rimettiamo in frigo. La caseificazione dipende dal periodo. Quando le capre vanno al pascolo lo lavoro tutti i giorni, il mio latte è lavorato a crudo, perché lo conosco e conosco le mie capre». Diversi i prodotti realizzati da Maria, tra formaggi freschi e stagionati. «L’erborinato – spiega – fatto solo con il latte di capra e l’innesto del penicillium, è uno dei miei punti forti, è un prodotto che piace molto». «Ognuno dei miei formaggi racconta una storia. I miei insegnanti – racconta commossa Maria – sono orgogliosi di quello che sono riuscita a fare».
x
x