Al raduno di Pontida c’è il gazebo della Calabria con la ‘nduja. E Salvini rilancia l’autonomia
Dopo la pausa per il Covid la Lega torna sul “sacro suolo” del pratone nella località del Bergamasco, concluso dal leader del partito

PONTIDA (BERGAMO) Con l’odore delle salamelle e quello dell’erba ancora umida, Pontida accoglie i militanti leghisti che dopo la pausa forzata per la pandemia tornano sul “sacro suolo” del pratone teatro per la 34esima volta del raduno leghista. Ma ormai secessione e libertà per la Padania sono slogan che appartengono al passato: “Credo nell’Italia e nella Lega”, si legge sul palco che sovrasta il prato. A fianco il simbolo del partito, ormai solo Lega e non più Nord, “per Salvini premier”. A circondare il prato, i gazebo delle 20 regioni italiane, con i prodotti tipici dei territori: lo speck atesino, ma anche la ‘nduja calabrese, i taralli pugliesi e la pasta dalla Basilicata. Gazebo collocati più vicini al palco di quanto fosse necessario, come a “restringere” l’area a disposizione dei militanti, forse per essere sicuri di raggiungere l’effetto “pienone”. Mentre i pullman continuano a scaricare militanti, canzoni pop accompagnano l’attesa per l’inizio dell’evento: niente “Bella ciao”, ovviamente, ma hit italiane recenti e del passato: Dargen D’amico, “Maledetta primavera”, “Shakerando”, Vasco Rossi e Fedez, Lucio Battisti e Lorella Cuccarini, l’immancabile “Felicità” di Al Bano e Romina. Dall’organizzazione distribuiscono con impegno le bandiere col logo “Salvini premier”, qualcuno arriva invece con le bandiere di una volta: quelle delle regioni del Nord e del Sole delle Alpi, che campeggiano ancora all’ingresso del Paese. E si sente anche qualche coro per la “Padania libera”, con sullo sfondo il gazebo della Calabria con la ‘nduja appesa alla struttura.
L’intervento di Salvini
L’attesa ovviamente è stata tutta per l’intervento conclusivo di Matteo Salvini, che dal palco della Pontida ha rilanciato il tema dell’autonomia: “Ci sono tante bandiere oggi, le vedo qui davanti a me: c’è il leone di San Marco di fianco alle bandiere della Calabria, Toscana, Lombardia, Friuli, Trentino, Sicilia, Sardegna. Qua – ha sostenuto il leader della Lega – non c’è una regione contro l’altra, qui c’è l’Italia che sogna, che guarda avanti unita nel nome del lavoro, della famiglia e della bellezza e lasciamo agli altri i musi lunghi. Come hanno detto sindaci e governatori, l’autonomia da Nord a Sud premia. L’autonomia toglierà le maschere, toglierà gli alibi ai De Luca, agli Emiliano, ai chiacchieroni che lasciano in perenne emergenza la loro gente e dicono che è sempre colpa degli altri”, ha aggiunto. Ultimo must di Salvini: “Il ponte sullo stretto di Messina serve non solo alla Sicilia e alla Calabria, serve all’Italia”.