CROTONE La strada è dissestata e la Provincia e il Consorzio di bonifica “Ionio crotonese” non prevedono interventi di messa in sicurezza, perché non la riconoscono tra i propri beni. Si tratta della strada che collega il quartiere-paese di Papanice con Giammiglione a Crotone, che consente di raggiungere facilmente una vasta zona che comprende tutti i terreni agricoli presenti tra il capoluogo pitagorico e quello di Scandale. È diventata anche l’unica strada che attraversa l’area industriale di Scandale, dove è stata costruita una mega centrale a turbogas e qualche altro opificio.
Ultimamente un tratto viene utilizzato anche come collegamento con il centro abitato di Scandale.
Inizialmente la strada era consortile, perché progettata e costruita dal Consorzio di bonifica. Nel 2012, però, c’è stato un accordo che prevedeva l’acquisizione dell’infrastruttura ai beni della provincia di Crotone.
L’iniziativa era partita su esplicita richiesta dell’allora prefetto di Crotone, Vincenzo Panico. L’intervento del prefetto era stato determinato dal fatto che, a causa di un dissesto, era stata chiusa al traffico la provinciale che collega Papanice con Crotone e il Consorzio di bonifica aveva posto segnali di divieto di transito per tutti coloro che non avevano terreni nella zona attraversata dalla strada.
In seguito alla chiusura della provinciale gli automobilisti in uscita o in entrata a Papanice utilizzavano la infrastruttura che allora risultava di proprietà del Consorzio di bonifica. Con la decisione di divieto di transito il Consorzio aveva inteso tutelarsi legalmente: evitare che fosse chiamato a rispondere dei danni subiti, in casi di incidenti che coinvolgevano persone non autorizzate.
Il prefetto, quindi, è intervenuto per trovare una soluzione ed evitare disagi ai cittadini. All’incontro in prefettura tenutosi il 26 aprile del 2012 hanno partecipato la Provincia (presidente) e il Comune di Crotone, il Consorzio di bonifica e il Comune di Scandale. La riunione si è chiusa con l’impegno del presidente della Provincia di avviare le procedure per l’acquisizione dell’infrastruttura ai beni dell’ente intermedio. Sulla base di questo impegno il Consorzio ha dato la disponibilità a eliminare immediatamente il divieto di transito. Il giorno dopo l’incontro in prefettura si è tenuto un sopralluogo sulla strada, che ha visto la partecipazione dell’allora assessore provinciale Marcello Praticò e dei tecnici del Consorzio. A conclusione del sopralluogo la provincia ha sottoscritto l’impegno a collocare la segnaletica, in quanto assente, su tutto il tracciato viario e «al ripristino del piano viabile con idoneo conglomerato bitumoso». Dal canto suo il Consorzio si impegnava a pulire i bordi dalle erbacce e alla pulitura delle cunette.
Sono trascorsi dieci anni dalla riunione in Prefettura e il passaggio di proprietà non è stato ancora formalizzato. Questo ha comportato che non sono stati più fatti interventi di messa in sicurezza perché il Consorzio, dal canto suo, non ritiene la strada una sua proprietà e alla Provincia addirittura disconoscono quell’accordo essendosi perse le tracce dei verbali firmati in prefettura e quelli del sopralluogo.
A sollevare il problema è stato il Comitato per il diritto del cittadino di Papanice che ha incontrato i rappresentanti dei due enti ed ha acquisto i verbali dell’accordo, grazie alla disponibilità del presidente del Consorzio di bonifica, Roberto Torchia, che ha chiesto di chiarire questa paradossale vicenda. (redazione@corrierecal.it)
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