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Catanzaro, inchiesta della Procura sui veleni del Corace: indagati tecnici e amministratori

Gli scarichi finirebbero direttamente nel fiume. Nel mirino l’attività della vecchia amministrazione. Le denunce del consigliere comunale Riccio

Pubblicato il: 03/11/2022 – 14:39
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Catanzaro, inchiesta della Procura sui veleni del Corace: indagati tecnici e amministratori

CATANZARO Sugli sversamenti illeciti nel fiume Corace c’è un’inchiesta aperta dalla Procura di Catanzaro che ha iscritto nel registro degli indagati ex amministratori e tecnici del Comune. In seguito a una serie di denunce, tra le quali quella del consigliere Eugenio Riccio, i carabinieri, che hanno notificato gli avvisi di garanzia, avrebbero appurato come i reflui vengono sversati direttamente nel fiume e quindi in mare, senza passare dal depuratore.

Lo smaltimento abusivo dei fanghi direttamente nel fiume

L’impianto è finito più volte ai disonori delle cronache. In passato fu proprio una denuncia di Riccio a segnalare che parte dei fanghi veniva smaltita abusivamente dalle vasche direttamente nel fiume. Fu l’amministrazione comunale all’epoca, a parlare di uno «svuotamento abusivo» diventato «prassi consolidata negli ultimi tempi», annunciando la trasmissione di una relazione sulle disfunzioni alla Procura della Repubblica.

Legambiente: «Depurazione obiettivo fallito nonostante cospicue risorse»

Anche Legambiente aveva sollevato il problema nei mesi scorsi. «La storia del depuratore di Catanzaro, sito in località Verghello – era scritto in una nota –, è simbolo dell’incapacità e della cattiva amministrazione che diventa non solo un problema ambientale, ma anche un disagio per cittadini e turisti e che si traduce in danno per l’economia dell’intera città. Dopo oltre trenta anni, Catanzaro, capoluogo di regione, non ha raggiunto l’obiettivo di dotarsi del nuovo depuratore che avrebbe dovuto salvaguardare il territorio sotto il profilo ambientale e di completare le reti fognanti realizzando nuovi collettori all’impianto di depurazione, pur avendo ricevuto, a tale scopo, cospicue risorse finanziarie. Catanzaro continua ad essere malata cronica di mala depurazione come altri luoghi della Calabria e rientra tra le centinaia di agglomerati che ricadono in procedura di infrazione comunitaria. Tutto ciò avviene nel capoluogo di regione, sul bellissimo mare Jonio e nello scenario incantato del Golfo di Squillace, in una città che dovrebbe avere una vocazione turistica».

Il sequestro dell’impianto nel 2018

Il depuratore di Catanzaro è stato sottoposto a sequestro nel gennaio 2018 dopo una serie di accertamenti della Capitaneria di porto dovuti agli sversamenti in mare. La sua “vita” recente si lega al progetto per un nuovo impianto da 20 milioni di euro, localizzato sempre nella valle del Corace; idea, però, rimasta impantanata in pastoie burocratiche mentre la stima dell’epoca ipotizzava che le utenze cittadine non collegate alla rete fognaria fossero addirittura il 30%. (redazione@corrierecal.it)

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