MILANO È il capo della procura nazionale arbitrale dell’Aia, Associazione nazionale arbitri, Rosario D’Onofrio l’ex militare arrestato nell’ambito di una maxi inchiesta della Dda di Milano, condotta dalla GdF, che ha smantellato due gruppi di trafficanti di droga capaci di muovere oltre sei tonnellate di di marijuana e hashish, tra il 2019 ed il 2021. L’ex ufficiale dell’Esercito è finito in carcere con l’accusa di essere «la persona incaricata (…) anche di organizzare la parte logistica delle importazioni di stupefacente e tra queste attività, (…) di reperire luoghi ove poter effettuare lo scarico “in sicurezza” dei bancali all’interno dei quali era contenuto lo stupefacente».
A causa del coinvolgimento nell’inchiesta intanto Rosario D’Onofrio si è dimesso dal suo incarico di procuratore dell’Aia (Associazione italiana arbitri). Le dimissioni di D’Onofrio sono state presentate lo stesso giorno dell’arresto all’Aia che da quanto trapela si ritiene parte lesa e starebbe valutando azioni legali.
«Sono sconcertato, ho subito chiesto riscontro al presidente Trentalange sulle modalità di selezione del Procuratore, in quanto la sua nomina è di esclusiva pertinenza del Comitato Nazionale su proposta del presidente dell’Aia. Una cosa è certa: la Figc assumerà tutte le decisioni necessarie a tutela della reputazione del mondo del calcio e della stessa classe arbitrale», ha dichiarato il presidente della Figc Gabriele Gravina..
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