COSENZA «Il libro è stato un esperimento, nato nel periodo del lockdown, è rimasto chiuso in un cassetto e poi ho deciso di pubblicarlo», confessa Alessandro Riello, sostituto procuratore della Dda di Catanzaro e autore del romanzo “Delitto in contropiede”. Il magistrato è ospite di “In Primo Piano“, in onda questa sera alle 19.40 su L’altro Corriere Tv (Canale 75 dtt).
«Roccalta è un piccolo centro sulle sponde del Lago Arvo nei pressi di Lorica, ma nel romanzo ci sono tutta una serie di posti reali come San Giovanni in Fiore, Crotone e Cosenza», aggiunge Riello. «Sono molto legato alla Sila, ai suoi paesaggi fiabeschi che ho scelto come ambientazione del mio romanzo. La Sila, è un luogo poco battuto dalla giallistica». Il magistrato è appassionato di calcio, «sono tifosissimo del Cosenza» e il pallone entra prepotentemente nella narrazione e influenza la vita e le indagini dei due personaggi principali: un magistrato e un carabiniere di una piccola caserma. «Ho messo un po’ del mio carattere in entrambi i personaggi, ma è ovvio, che il mio vissuto quotidiano abbia influenzato anche i personaggi secondari che nel corso della narrazione entrano con aspetti grotteschi e comici. Ingredienti necessari a rendere il romanzo gradevole», continua Riello.
Lo sport e soprattutto il calcio italiano sono stati investiti negli anni da scandali e inchieste. I reati sono aumentati, così come le pene per chi commette delle frodi sportive. «Parliamo di un settore economico che muove una parte importante del Pil italiano – sottolinea il magistrato – occorre prendere coscienza di questo e mantenere viva l’attenzione. Deve essere più alta rispetto al passato». (f.b.)
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