DIAMANTE Questa mattina, dinanzi al tribunale di Paola, si è tenuta l’udienza relativa al processo a carico di Mattia De Rose, Massimo De Rose e Alessandro De Rose: tre fratelli originari di Diamante, in provincia di Cosenza, imputati di concorso in tentato omicidio aggravato ai danni di Stefano Perugino e Gianluca Perugino. I tre, sono attualmente sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere e sono difesi, rispettivamente, dagli avvocati Cristian Cristiano, Ugo Le Donne, Maurizio Nucci e Francesco Santelli.
Le persone offese (difese dagli avvocati Francesco Liserre e Luigi Crusco) si sono costituite parte civile nel procedimento con il patrocinio dei rispettivi difensori. E’ parte civile anche il Comune di Diamante, tramite l’avvocato Giuseppe Marchese.
A rispondere alle domande di pm, avvocati di parte civile e legali del collegio difensivo sono state proprio le due vittime del tentato omicidio: Stefano Perugino e il figlio Gianluca Perugino. Quest’ultimo, inizialmente iscritto nel registro degli indagati (come atto dovuto), si è reso protagonista di un lungo esame. Una testimonianza fiume nella quale Gianluca Perugino ha riportato la memoria al 4 febbraio 2022, ricostruendo i momenti e le fasi concitate antecedenti la sparatoria poi avvenuta in serata all’interno del bar di loro proprietà. Ad avere la peggio nell’agguato era stato Stefano Perugino, ricoverato in rianimazione all’Ospedale di Cosenza. Gianluca Perugino, invece, venne attinto da un proiettile che avrebbe perforato la felpa. Nel corso dell’udienza è stata acquisita anche una corposa produzione documentale contenente alcune foto che ritraggono lo stato dei luoghi dove si è consumato il tentato omicidio. (f.b.)
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