CATANZARO È il clima di incertezza legato all’impennata dell’inflazione e dei costi dell’energia a congelare la ripresa che era in atto dopo la crisi pandemica. Un quadro che si ripercuote su imprese e famiglie. Rallentando da un verso investimenti e fatturato delle aziende e dall’altro, consumi e redditi dei cittadini. Così gli effetti si stanno registrando sul fronte dell’occupazione che seppure in crescita, già dall’estate ha registrato un rallentamento figlio appunto dell’incertezza dettata dal contesto internazionale e dal diffuso rialzo dei costi. La fotografia scattata dagli analisti di Bankitalia, restituisce un quadro in chiaro scuro dello stato di salute dell’economia calabrese che se da un lato segnala un buon andamento nel primo semestre dall’anno – periodo che beneficiava del “rimbalzo” post crisi pandemica – dall’altro percepisce i primi forti segnali di rallentamento. Segnali lanciati dal sistema produttivo calabrese, preludio di quanto potrà accadere nei prossimi mesi, quando il peso degli effetti del combinato disposto fatto dalle tensioni internazionali, dall’inflazione e dall’innalzamento dei costi delle materie prime e dell’energia si faranno maggiormente sentire.
Sono i settori delle costruzioni e del turismo a far registrare i dati positivi migliori. Sulla base dell’indagine condotta da Bankitalia, infatti oltre la metà delle imprese della filiera edile si attende un aumento della produzione rispetto all’anno precedente ed appena un quinto ne registra un calo. A beneficiarne soprattutto le aziende coinvolte nel comparto residenziale. Frutto degli effetti positivi delle agevolazioni fiscali introdotte dal “Decreto rilancio”. Si tratta, in particolare, delle norme legate all’introduzione del superbonus. «Secondo i dati del monitoraggio congiunto – scrivono a questo proposito gli analisti – dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) e del Ministero della transizione ecologica, in Calabria gli interventi riferiti al “Superbonus” con almeno un’asseverazione protocollata al 30 settembre 2022 sono stati 11.013, per un importo complessivo di circa 1,9 miliardi di euro (poco più del 4 per cento del totale nazionale)».
Dati meno positivi invece per quelle imprese impegnate nel settore delle opere pubbliche anche se per queste le aspettative sono alte per via dell’entrata a regime delle gare legate al Pnrr e al Piano nazionale per gli investimenti complementari. Un capitolo decisamente importante: alla data del 17 ottobre risultavano assegnati agli enti territoriali calabresi interventi per 2,6 miliardi, pari a 1.393 euro pro capite.
L’altro settore che registra una performance rilevante è quello del turismo. Secondo le informazioni dell’Osservatorio sul turismo della Regione Calabria, nei primi otto mesi del 2022 le presenze nelle strutture ricettive in regione sono cresciute del 26 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2021. Così come sono ripresi i flussi di turisti stranieri, che però rimangono ancora inferiori di circa la metà rispetto al 2019. Conseguentemente anche il traffico aereo ne ha risentito positivamente registrando una crescita dell’85% rispetto all’anno precedente. Non ancora al livello del periodo pre covid: -17% rispetto al 2019.
E segnali di ripresa si sono registrati anche nel settore delle esportazioni. Nel primo semestre l’export calabrese ha segnato un incremento di un terzo del valore delle merci rispetto al 2021. Un segnale incoraggiante ma ancora insufficiente a garantire una quota significativa di crescita del Pil calabrese. A risentirne tutti i principali settori di specializzazione regionale, soprattutto i prodotti dell’industria alimentare e le sostanze e prodotti chimici, che insieme rappresentano oltre la metà delle esportazioni regionali. Con riguardo ai mercati di sbocco, l’aumento è stato particolarmente accentuato verso i paesi extra UE.
Secondo le elaborazioni degli analisti di Bankitalia, anche l’occupazione parallelamente alla ripresa economica dettato dal rimbalzo ha risentito positivamente. In scia con il buon andamento dello scorso anno. Ma i primi segnali di rallentamento si sono registrati già dall’estate «verosimilmente connesso all’incertezza del contesto internazionale e al diffuso rialzo dei costi di materie prime, energia e gas».
In particolare, segnalano da Bankitalia, nel primo semestre dell’anno l’occupazione ha registrato un +1,8%, un incremento però inferiore alla media nazionale e del Sud, ma superiore al biennio precedente, permettendo così alla Calabria di raggiungere i livelli pre pandemia.
Nella media dei primi sei mesi del 2022, il tasso di occupazione ha raggiunto il 43 per cento mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 14,6 per cento (nello stesso periodo del 2021 erano rispettivamente il 41,2 e il 19,4). «Su tale ultimo dato – evidenziano – ha però influito anche la fuoriuscita di persone dalle forze di lavoro: a differenza di quanto rilevato a livello nazionale, infatti, il tasso di attività nel periodo gennaio‑giugno è diminuito, arrivando al 50,6 per cento (dal 51,5 del primo semestre 2021) e mantenendosi su livelli ancora distanti da quelli pre-pandemia».
Anche sul fronte dei consumi delle famiglie, gli analisti segnalano l’andamento ondivago. Se nel primo semestre dell’anno i dati sono positivi, grazie al miglioramento del mercato del lavoro e dell’effetto rimbalzo post covid, nel prosieguo dell’anno i consumi dovrebbero subire un rallentamento rispetto all’anno precedente per effetto del rialzo dei prezzi. «Negli ultimi mesi, infatti – segnalano da Bankitalia – l’inflazione al consumo ha continuato ad aumentare sensibilmente non solo per le spese per l’abitazione e le utenze, ma anche per quelle alimentari». Ma c’è di più. «La crescita dei consumi in Calabria sarebbe inoltre inferiore a quella media italiana – scrivono – a causa dell’ampia presenza in regione di nuclei familiari meno abbienti e più colpiti dai rincari per via del maggior peso delle suddette voci nel loro paniere di spesa». E poi ci sarebbe anche il peggioramento del clima di fiducia delle famiglie consumatrici, dettato sempre dal clima di incertezza della situazione attuale e della lievitazione dei prezzi.
Dunque aspetti che gettano un’ombra sul futuro economico della Calabria che rischia di intravedere una fase recessiva già dai prossimi mesi. (r.desanto@corrierecal.it)
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