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l’inaugurazione

La Storia rinasce nella nuova Procura di Catanzaro – FOTO

Un antico fonte battesimale, archi a tutto sesto, stanze intatte come le celle dei monaci. Occhiuto: «Una bella pagina». Ferro: «Lavoro di pregio». Il pg Lucantonio al ministro: «Metteteci nelle co…

Pubblicato il: 15/11/2022 – 18:09
di Alessia Truzzolillo
La Storia rinasce nella nuova Procura di Catanzaro – FOTO

CATANZARO All’ingresso della nuova Procura di Catanzaro, incastonato in una parete, vi è un antico fonte battesimale risalente al XV secolo, quando l’edificio, agli albori della sua esistenza, era un convento dell’ordine degli Osservanti.
Nei secoli successivi è divenuto un ospedale militare per essere poi abbandonato per parecchi anni, praticamente fino all’insediamento, a maggio del 2016, del procuratore Nicola Gratteri quale capo della Dda di Catanzaro.

Il chiostro


Come ha ricordato lo stesso Gratteri, nel corso della cerimonia di inaugurazione della nuova Procura, lui stesso fece riferimento al palazzo «inutilizzato da anni che potrebbe essere utilizzato per gli uffici giudiziari, in particolare per la Procura». Gratteri aveva già incontrato l’allora ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Graziano Delrio (presente anche oggi alla cerimonia). C’era la volontà del governo e anche il denaro già stanziato per partire coi lavori. Stava al Comune smarcare dagli usi civici la struttura. L’intervento di Gratteri servì a metter in moto la macchina burocratica.
Fino allo scorso anno la sede della Procura era all’ultimo piano del palazzo di Corte d’Appello, una struttura divenuta attualmente inagibile. Lo ha detto scherzando, ma non troppo, il Procuratore generale Giuseppe Lucantonio: «Gratteri ha fatto in tempo ad andare via».
Nicola Gratteri che ha diretto ogni momento della giornata di oggi, così come ha seguito da vicino i lavori della nuova Procura.
«È il capo cantiere più amato dagli operai», a detto di lui Lucantonio il quale alla presenza di ministri (attuali ed ex), sottosegretari e senatori vari ha tenuto a sottolineare: «I governi passano, la Patria resta».

Un lavoro «per sottrazione»

A Catanzaro resterà – come hanno spiegato il progettista, l’architetto Vincenzo Corvino e la collega Fiammetta Adriani – una struttura sulla quale si è «operato per sottrazione». Per cercare, cioè, di tornare indietro nel tempo, per riportare l’edificio alla bellezza originale. Dunque archi a tutto sesto in vista, scale a tratti in pietra grezza, bianco conventuale alle pareti. Le porticine di alcune stanze sono rimaste piccole come ai tempi delle celle dei monaci.

Antico arco a tutto sesto

E poi c’è la corte storica che, come richiesto anche dal procuratore, è stata riportata all’antica bellezza per divenire un luogo di tutti e ospitare, in futuro, eventi culturali – ha spiegato Corvino – come eventi teatrali, musicali, «noi voremmo proprio – ha detto Corvino –, come condiviso col procuratore, che l’architettura della giustizia sia un’architettura bella, sostenibile, fruibile e godibile perché i veri collaudatori dell’opera sono i cittadini, sono coloro che abitano questi spazi e quindi questa missione dell’architettura che si fa servizio verso la collettività».

Lucantonio: «Metteteci nelle condizioni di lavorare con un minimo di decoro»

Quello di Giuseppe Lucantonio è stato un intervento teso a lanciare anche temi importanti come quello sulle riforme. «Lei che ha fatto per tanti anni il pubblico ministero – ha detto rivolgendosi al ministro della giustizia Carlo Nordio – sa bene che ci sono una serie di adempimenti che hanno moltiplicato per quattro il carico delle procure e delle Procure generali che non sono sostenibili, lei sa bene che la procedura è stata assolutamente complicata e tutto questo non ci mette nelle condizioni di rispettare le leggi dello Stato. Non è una dichiarazione eversiva non è una critica a nessuno. Ci rendiamo tutti conto che era necessario acquisire la disponibilità dei fondi europei, del Pnrr e che quindi si è fatto tutto di corsa. Non possiamo modificare tutto, però possiamo facilitare una serie di cose che gravano di noi e su quel poco personale amministrativo e tecnico. Vorremmo essere messi dai lei, non uomo dell’apparire ma del fare, nella condizioni di poter lavorare non solo con  sacrificio e spirito professionale ma anche come squadra, con dignità e un mimino di decoro». Lucantonio ha sottolineato come sia impossibile lavorare «in una terra in cui il 50% dei giudici dopo tre anni va via e dove con questo nuovo sistema si creerà il triplo delle incompatibilità rispetto al passato. Vi chiediamo aiuto perché le istituzioni ci devono aiutare per poter fare il nostro lavoro. Siamo certi che vi impegnerete al massimo, ci auguriamo che gli ostacoli, quando qualcuno vuole fare qualcosa, non siano frapposti per il gusto di frapporli ma siano manifestazioni di perplessità come si fa in una democrazia, nel rispetto delle persone e delle istituzioni».

Occhiuto: «Lo Stato c’è, lo Stato è forte»

Presente all’inaugurazione anche il governatore della Calabria Roberto Occhiuto. «Oggi – ha detto Occhiuto – si restituisce alla comunità catanzarese e calabrese un bellissimo immobile dove lo Stato ha deciso di concentrare i suoi sforzi per contrastare la criminalità organizzata e la ‘ndrangheta. Una bella pagina. Sono contento che ci sia il ministro Nordio, credo alla sua prima uscita da ministro della Giustizia, a testimoniare l’attenzione del governo verso la Calabria.

Roberto Occhiuto, governatore della Calabria

La ‘ndrangheta fa schifo perché uccide il futuro dei calabresi, offre alla comunità nazionale un terribile spot che poi diventa un alibi per cui molte volte si dice che nulla si può fare in Calabria perché c’è la ‘ndrangheta. Ecco, lo Stato qui riunito in questo bellissimo palazzo dimostra che lo Stato c’è, lo Stato è forte. È una buona notizia per i cittadini calabresi e per chi amministra la Calabria. Complimenti a chi ha voluto organizzare questa iniziativa, complimenti al procuratore Gratteri che ha dimostrato anche straordinarie capacità organizzative perché in pochissimo tempo ha restituito alla città di Catanzaro e alla comunità calabrese questo bellissimo palazzo».

Ferro: «Questo lavoro di pregio è un segnale importante»

«È un segnale importante – ha detto l’onorevole Wanda Ferro – l’aver restituito un immobile di grande pregio che raccoglie la storia di una comunità calabrese, riempito anche di un contenuto come quello della Procura guidata da Nicola Gratteri che ha sempre dato quell’entusiasmo ma, soprattutto, quella capacità culturale non soltanto nello scegliere la repressione rispetto alla criminalità ma anche nell’abbracciare quella cultura che deve appartenere a tutti.

Wanda Ferro, sottosegretario al ministero dell’Interno

E parte oggi da un immobile di grande pregio culturale, una sfida che porterà ovviamente tanti calabresi ad affiancarsi al lavoro della Procura e delle forze dell’ordine». Col sottosegretario Ferro si è parlato di carenze strutturali e d’organico all’interno degli uffici giudiziari. Il sottosegretario al ministero dell’Interno ha affermato di avere fatto, ieri, un punto della situazione con le Forze di polizia «per avere dei numeri e capire quali sono le necessità, sperando, ovviamente, pian piano di poterli supportare».

Non solo la nuova Procura. Il ringraziamento a Introcaso

Un’opera che farà risparmiare un milione e 700mila euro di fitti è la nuova Procura ma non è l’unica opera che è stata realizzata da quando, a capo della Dda c’è il procuratore Gratteri. Si pensi all’aula bunker di Lamezia Terme, la più grande del mondo occidentale, dove si sta celebrando il maxi processo Rinascita-Scott, contro la ‘ndrangheta del Vibonese. Il procuratore ha fortemente voluto queste opere ma non è stato solo nel realizzarle. Oltre alla sua nota «testa dura» al suo fianco ha avuto la presenza e l’appoggio costante di Domenico Introcaso, presidente (oggi in pensione) della Corte d’Appello. E con un filo di commozione, oggi il procuratore ha voluto ringraziare Introcaso. «Io, sbagliando credevo che gli amici fossero quelli d’infanzia, di quando sei bambino e giochi scalzo a pallone. Mi devo ricrede perché io venendo a Catanzaro invece ho incontrato un nuovo amico che è il presidente Introcaso che in questi anni mi è stato molto vicino. E non solo per la realizzazione di quest’opera». (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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