RENDE «Siamo qui, oggi, al centro residenziale per pretendere il diritto alla casa e il diritto allo studio. 168 studenti, 168 persone, sono in attesa di un alloggio da agosto. Molte di queste riescono a seguire le lezioni, ormai iniziate da tre mesi, facendosi ospitare e destreggiandosi tra mille difficoltà, altre hanno rinunciato completamente al diritto allo studio e non riescono a capire come mai le loro carriere siano state del tutto azzerate avendo già usufruito degli alloggi durante il precedente corso di laurea triennale». E’ quanto viene riportato in un comunicato del Coordinamento universitario Fgc Unical e Aula studio liberata.
«Abbiamo visto – prosegue la nota – come i soldi ci sono e in che modo vengono utilizzati, come per il caso del quartiere rocchi; 700 alloggi abbandonati e 20 milioni andati in fumo. Molte delle case degli studenti sono invece in pessime condizioni e nonostante i reclami la comunità studentesca continua ad esser vista solo come un numero e non viene ritenuta “meritevole” di un alloggio dignitoso. Vogliamo risposte permanenti e le vogliamo subito. Da anni, ciclicamente, si ripete la stessa situazione e dopo il covid, con un carovita esorbitante e i trasporti divenuti inaccessibili la situazione va sempre peggio. L’università non solo non adempie ai suoi obblighi minimi ma non ha prestato alcun aiuto e messo in campo nessun tipo di ammortizzatore in questo ultimi e difficili anni. È ormai chiaro che la governance d’ateneo si fondi sul concetto di classe e che studiare è un lusso solo di chi se lo può permettere senza dover attingere a quei servizi e diritti che dovrebbero essere garantiti sempre e comunque. Vogliamo l’istituzione – conclude il comunicato del Coordinamento – di un tavolo che ci permetta di avviare un monitoraggio permanente che tenga conto dei bisogni reali di chi il campus lo vive e vorrebbe continuare a farlo».
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