COSENZA «In caso di crisi convulsive e perdita di coscienza è sbagliato tentare di aprire ed inserire oggetti nella bocca della persona che sta avendo la crisi, pensando di renderla meno gravosa». È quanto precisa la Lice (Lega Italiana Contro l’Epilessia) in riferimento alla vicenda riportata da diversi media e che ha visto protagonista un operaio sessantenne che, durante il suo lavoro di rimozione del carico accidentalmente perso da un camion su viale Trieste a Cosenza, è stato colpito da una crisi epilettica e da convulsioni muscolari. «Secondo la ricostruzione dell’episodio, nel soccorrere l’operaio i vigili della polizia municipale presenti sul posto, avrebbero inserito una penna in alluminio nella bocca del paziente nel tentativo di evitare che il malcapitato potesse soffocare.
In realtà – precisa la Lice – la maggior parte degli episodi di convulsioni, anche per crisi epilettica, non necessitano di manovre particolari. È sufficiente girare la persona su un fianco e starle vicino, durante l’episodio critico e subito dopo, in attesa che si riprenda. Nei casi in cui le crisi comportino una caduta a terra, rigidità, scosse agli arti e forte salivazione, introdurre, per esempio, le mani o un oggetto nella bocca non è manovra consigliabile né tantomeno utile, bensì pericolosa sia per chi la pratica sia per chi la subisce. È un falso mito, infatti, che vi sia necessità di afferrare la lingua ed estrarla dalla bocca, pena la sua discesa verso le cavità aeree rendendo così impossibile il respiro. È anche errato trattenere o cercare di immobilizzare la persona, pensando di arrestare o di rendere la crisi meno forte. È invece consigliabile mettere qualcosa di morbido sotto il capo per evitare eventuali contusioni, togliere gli occhiali, slacciare vestiti stretti e girare il paziente su un fianco appena possibile per facilitare la respirazione e la fuoriuscita della saliva. Bisogna poi attendere che la crisi si concluda e offrire sostegno ed aiuto».
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